Di tanto in tanto Gianluca Sorace, vero nome del cowboy alieno Stella Burns, torna a Livorno per riabbracciare i vecchi amici, i parenti e fare una capatina nel Teatro Officina Refugio, uno spazio autogestito e antifascista a due passi dal vecchio carcere dei Domenicani di Livorno, ma anche dalla meravigliosa chiesa di Santa Caterina che ha all’interno addirittura una pala del Vasari.
Quello dello scorso 23 marzo è stato uno dei concerti che fanno parte del tour promozionale di “Long Walks in the Dark”, il terzo album a nome Stella Burns (quarto se si considera anche l’ep di cover di Bowie uscito in digitale e in pochissime copie disponibili solo ai concerti) che giunge a oltre otto anni dal debutto solista e a sette dal disco di cover pubblicato con i Lonesome Rabbits.
In questi anni sono cambiate un po’ di cose, Gianluca si è trasferito a Bologna, Franco Volpi ci ha purtroppo lasciato e nuovi musicisti hanno preso il suo posto, quello di Mario Franceschi e quello di Davide Malito Lenti.
Adesso la line up è formata da Pino Dieni alla chitarra, Lorenzo Mazzilli al basso e alla voce e Samuele Lambertini alla batteria. Ed è proprio la nuova band a dare nuova linfa alle bellissime canzoni di Stella Burns, vestendo quelle del primo disco con nuove sonorità e nuovi arrangiamenti e dando un tiro più bluesy a quelle nuove, pur rimanendo all’interno dell’immaginario di Gianluca, un mondo dove convivono alla perfezione Bowie e Calexico, Morricone e Mino Reitano, l’America di frontiera e il gusto per la melodia tipico di queste parti.
Un concerto di quasi due ore davanti a una sala gremita, che è cominciato con il capolavoro “Another call is what I’m waiting for”, che oltre a essere una delle canzoni presenti nella mia playlist “Canzoni che avrei dato un dito pur di averle scritte io” era accompagnata da un videoclip che girammo proprio sullo stesso palco. Non c’è spazio per nessuna delle cover del secondo disco, giusto un paio di Bowie e “I’m So Lonesome I Could Cry” di Hank Williams eseguita in duetto con Lorenzo Mazzilli, poi solo canzoni del nuovo disco e qualche ripescaggio dal passato.
Stella/Gianluca fa finta di essere timido ma tiene il palco come una vera star, e anche il fatto di aver abbandonato il cappello da cowboy che fa bella mostra di sé nelle copertine dei dischi, che un tempo aveva anche la funzione di una sorta di coperta di Linus, ne è la riprova. E neanche una fastidiosa laringite che lo perseguita da un paio di settimane gli impedisce di cantare, e di farlo benissimo; solo un piccolo cambio nella set list, più per precauzione che per altro.
Via “Laughing in tears”, forse in una tonalità troppo alta per rischiare che la voce lo tradisca sul più bello, e dentro una bellissima versione di “I’m Deranged” di Bowie, eseguita solo voce e chitarra.
E poi il gran finale con “Stella Burns Loves You”, per augurare la buonanotte al pubblico e ricordare che quando ci sarà bisogno di ottima musica, il cowboy alieno mezzo siciliano, mezzo livornese, residente a Bologna ma col cuore davvero fra la via Emilia e il West, sarà sempre pronto a darci una mano.
Articolo e foto di Michele Faliani
Set list Stella Burns Livorno 23 marzo 2024
Another Call Is What I’m Waiting For
Love and Thunder
Stupid Things
Tiny Miss F.
Ordinary Man
We Cannot Decide
My Heart Is a Jungle
I’m Deranged (David Bowie cover)
Long Black Train
Her Kiss Your Smile
I’m So Lonesome I Could Cry (Hank Williams, Jr. cover)
Who Burned the Town?
Make a Wish
Amor
Long Walks in the Dark
Satellite
You Can’t Be Safe From the Effects of Love
Boys Keep Swinging (David Bowie cover)
Stella Burns Loves You