Lo ammetto, ho passato l’ora che ho impiegato per partire da casa e arrivare al Circolo Progresso di Firenze chiedendomi cosa ci avrebbe riservato il concerto dei Virginiana Miller del 22 marzo, il primo dopo 5 anni e un mese: l’annuncio dello scioglimento dopo 35 anni di attività, oppure la registrazione di un disco dal vivo, o l’occasione per annunciare che scusate la pausa, ma siamo pronti a ripartire. Bene, anche prima e dopo il soundcheck nessuna parola da nessuno dei sei membri della band, amici da quando eravamo appena maggiorenni.
E nonostante gli convenga tenermi bòno, come si dice a Livorno, giacché sono in possesso di materiale da ricatto che li riguarda, tra cui registrazioni video di concerti dei primissimi anni ’90 e di un cd dove ho raccolto tutti i demo di quel periodo che non hanno mai visto la luce.
Ed è stato meglio così forse, mi sono goduto la festa aspettando trepidante il grande annuncio, in una sala stracolma di gente e di amici, tutti con sorrisi enormi stampati sul viso e tutti a cantare a memoria e a squarciagola ogni singola canzone della scaletta, manco fosse un concerto di Ultimo. Niente da promuovere quindi, solo un unico concerto per togliere un po’ di ruggine dagli strumenti e ritrovare la voglia di riprendere a suonare e di andare in giro, per cui si spazia dagli esordi fino a discusso disco in inglese di 5 anni fa.
Ci sono pezzi immancabili come “Altrove”, “Anni di piombo” e “Placenta”, ci sono canzoni che sono state eseguite meno di altre come “La sete delle anime” o “Un’altra sigla per Harlock”, c’è anche una bella versione di “Anna e Marco” di Lucio Dalla.
E c’è una band in formissima, Simone Lenzi che canta splendidamente e che dimostra che la carriera da assessore non gli ha fatto dimenticare come si sta su un palco, sei vecchietti che se fosse possibile si divertono anche più del pubblico: sorrisi, abbracci, battute sui capelli che si diradano e sulla pancetta che aumenta, insomma una vera e propria festa.
E dopo un’ora e quaranta, finalmente, arriva l’annuncio tanto atteso: c’è una canzone nuova, intitolata “La fine del patriarcato”, che sarà contenuta in un disco che chissà quando ci sarà, ma ci sarà. L’affetto degli amici, dei fan arrivati anche dalla Svizzera, dalla Puglia, dall’Umbria, la consapevolezza ritrovata che la band ha ancora tanto da dire hanno riacceso ciò che covava sotto la cenere.
Il finale, con “Tutti al mare” eseguita solo con le chitarre acustiche e veramente unplugged, cantata da tutta la sala, è stato il degno finale di una serata attesa per 61 lunghi mesi, e che per quanto ci riguarda avrebbe potuto durare anche un paio d’ore più a lungo.
Come scrivevano nelle note di copertina di “Salva con nome”, primo e finora unico disco dal vivo dei Virginiana Miller (ma chissà che non ci sia qualche sorpresa). Siamo i Virginiana Miller e non vi abbiamo mai preso per il culo. E noi li amiamo proprio per questo, nonostante siano probabilmente la band più pelandrona e pigra del pianeta.
Articolo e foto di Michele Faliani
Set list Virginiana Miller live Firenze 22 marzo 2024
- Altrove
- Placenta
- Un’altra sigla per Harlock
- L’anno dello scambio culturale Italia-DDR
- The Unreal McCoy
- Due
- La verità sul tennis
- Old Baller
- Chic
- Venere Nettuno Belvedere
- Tutti i santi giorni
- L’eternità di Roma
- Anni di piombo
- Insonnia
- Dispetto
- La sete delle anime
- Acque sicure
- Anna e Marco (Lucio Dalla cover)
- Formiche
- Christmas 1933
- La fine del patriarcato (Canzone inedita)
- Tutti al mare (Acoustic & Unplugged)