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Ladytron “Time’s Arrow”

Suoni freschi e tematiche attuali, nel rispetto delle radici della storica band

“Ladytron” era una canzone del gruppo britannico Roxy Music, tratta dal loro primo album pubblicato nel lontano 1972. In piena epoca prog, era sicuramente da considerarsi come un pezzo all’avanguardia, contenente quei germi musicali che avrebbero trovato conferma negli anni a seguire. Un brano leggendario, fonte di ispirazione, quasi un precursore, per molte band che a fine ’70 si approcciarono alla nascente New Wave e al Synth Pop. Questa nuova ondata elettronica conobbe il suo periodo d’oro negli ’80, declinando poi, probabilmente in crisi di creatività, nei successivi ’90. Ecco il motivo per cui fu assolutamente coraggiosa e intrigante la scelta di due giovani musicisti di Liverpool, Reuben Wu e Daniel Hunt, che durante il 1999 ebbero l’idea di formare un gruppo che, seppur con i dovuti aggiornamenti, riproponesse in parte quelle sonorità che tanto interesse e coinvolgimento avevano destato nel decennio precedente.

Il complesso decise di chiamarsi proprio con il titolo del brano dei Roxy Music, e i due musicisti coinvolsero successivamente nel progetto la vocalist scozzese Helen Marnie e la polistrumentista, nonché cantante di origini bulgare, Mira Arojo. Fu così che nacquero i Ladytron, band cosmopolita, che a 23 anni dalla loro origine, pubblica il 20 gennaio 2023 per l’etichetta Cooking Vinyl l’album “Time’s Arrow”, loro settimo lavoro in studio e successore del precedente “Ladytron”.

Una pluridecennale carriera scandita da grandi successi e riconoscimenti. Fra gli artefici di quel Rinascimento elettronico dei primi anni 2000, i Ladytron hanno espresso inoltre un’attività live di tutto rispetto, impreziosita anche da partecipazioni a tour storici come quello con Brian Eno nel 2009; storia interrottasi soltanto per un periodo dal 2011 al 2019, nel quale gli ottimi artisti del gruppo si sono dedicati alla realizzazione di svariati progetti, collaborando anche a produzioni mainstream del calibro ad esempio di Christina Aguilera (di cui Reuben Wu ha curato alcuni remix). Ma nei musicisti è poi prevalsa la volontà di riannodare i fili di un discorso bruscamente interrotto e questa pausa, inattesa quanto prolungata, non si è protratta oltre il 2019, anno in cui venne pubblicato “Ladytron”, album che riscosse notevoli riconoscimenti sia a livello di vendite che di critica.

Il nuovo lavoro in uscita sembra destinato a ripetere gli stessi fasti. Un’opera molto curata, contrassegnata da sonorità sintetiche finemente arrangiate, non prive di un gusto tendente talora allo Shoegaze con un tocco di Psichedelia. Nonostante il sound risulti molto contemporaneo, la band dimostra di non aver dimenticato quella venatura industrial tipica dei loro inizi riconoscibile nei suoni analogici e nella preponderante strumentazione elettronica utilizzata. Curiosa coincidenza temporale, la pubblicazione del disco avviene a 20 anni dall’uscita di “Seventeen”, uno dei loro singoli più famosi e iconici.

L’album si snoda attraverso 10 tracce orecchiabili e intense, che riportano a momenti magici di un sound che ci ha fatto sognare, ma al contempo vogliono esprimere una musicalità elegante e sensuale che disegna anche melodie cristalline, trasformando i brani in un’esperienza onirica. Lo scopo di questo viaggio è la contemplazione dei valori positivi che ancora resistono presso un’umanità condizionata da tante catene che ne inibiscono le aspirazioni. Tutto questo trova riscontro nei testi, che pur sottolineando il momento complesso che attraversa l’umanità, inducono all’ottimismo, verso un’intenzione purificatrice che può apparire persino utopica.

Atmosfere che si manifestano in tutta le loro peculiarità sino dal primo coinvolgente brano “City Of Angels”, traccia elettronica molto ritmata e dinamica; stessa forza che caratterizza anche la ritmica disco di “Faces”, che con i suoi suoni ipnotici e vagamente conturbanti ispira il desiderio di fuga dalle problematiche dell’esistenza facendo appello alle virtù e sensibilità insite nell’essere umano.

“Misery Remember Me” è un pezzo forgiato su un tappeto di tastiere e sintetizzatori, un Synth Pop raffinato dalla musicalità evocativa, dove spiccano le voci e i cori delle due vocalist, quasi un’invocazione allo spirito umano a lottare contro le difficoltà della vita: c’è una luce, riesci a vederla?tema ripreso poi nei suoni roboanti e gotici di “The Dreamers”, con le sue atmosfere dark.

C’è poi il sapore e il clima dei mitici ’80 in “We Never Went Away”, pezzo colorato da un’avvolgente melodia e da un ritornello dalle sfumature psichedeliche e sognanti, così come nell’evoluzione di “The Night” un Pop agile e frizzante nella musicalità dove la vivacità del sound strizza ancora l’occhio agli Eighties. “Sargasso Sea”, che ci fa immergere nelle profondità marine con i suoi suoni e i cori sontuosi mentre “California” in un contesto più solare sembra proiettarci in mezzo alle meraviglie e al calore della West Coast. Gli scenari disegnati tratteggiano un clima da colonna sonora. È il preludio alla conclusione del disco con il brano eponimo “Time’s Arrow”, dalla sinuosa melodia giocata ancora su un’alchimia tra stili new romantic / synth wave, un gusto malinconico e introspettivo con cori suggestivi di rara eleganza a farla da padrone.

La forza di questo album risiede nella capacità di questa band storica di adeguarsi alla contemporaneità, con suoni freschi e tematiche attuali, pur non snaturandosi dalle proprie radici mantenendo il feeling industrial. La capacità espressiva degli interpreti è abile nel coinvolgere il pubblico in maniera concreta, tale da rendere quasi verosimile questo loro viaggio purificatore iniziato da un’utopia. La traccia finale conclude perfettamente la trama, portandoci alla destinazione promessa, quell’eden libero dalle sensazioni negative e dal condizionamento dei nostri giorni. Ci siamo già, sono le parole scandite dalla cantante Helen Marnie, a confermare questa ventata di ottimismo, proiettandoci nella speranza di un futuro migliore.

Articolo di Carlo Giorgetti

Tracklist “Time’s Arrow”

  1. City of Angels
  2. Faces
  3. Misery Remember Me
  4. Flight From Angkor
  5. We Never Went Away
  6. The Night
  7. The Dreamers
  8. Sargasso Sea
  9. California
  10. Time’s Arrow

Line up Ladytron: Helen Marnie Voce, Sintetizzatore, Piano / Mira Arojo Voce, Sintetizzatore / Daniel Hunt Sintetizzatore, Basso, Chitarra, Cori / Reuben Wu Sintetizzatori

Ladytron online:
https://www.ladytron.com/
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