Quinta prova per i SUUNS, trio canadese che ovviamente non delude, anzi riassicura gli ascoltatori con un album estremamente delicato che conferma il sound di “Felt”(2016) con un leggero cambio della serratura e una diversa chiave di lettura nel sound dilatato che i più amano definire Art-Punk, Kraut-Rock – whatever, sinceramente io lo vedo come un ottimo disco indie ma le etichette poco contano ormai.
Un disco estremamente elegante “The Witness”, fuori il 3 settembre 2021 su Joyful Noise Recordings, rappresenta perfettamente il modo di concepire musica del trio. Pulito, coinciso e lineare. Cresce l’uso dell’elettronica, I synth che pompano suoni in quattro e i vocoder che coprono la voce dolce e sottile di Ben Shermie amalgamandola con il sound come sopra citato omogeneo ed esteso sulla stessa frequenza. Tutto messo su un’unica linea, un unico spazio dove non si accettano sbavature e non ci sono favoritismi. Tutti gli strumenti hanno la stessa importanza e tutte le scelte sono prese in modo equo.
L’album, di otto tracce, scorre con una notevole leggerezza, pur non essendo uno dei dischi più allegri di sempre, eh. La dimensione in cui la band ti proietta è uno spazio vuoto dove gli oggetti sono coperti di feltro e sono soffici e caldi al tatto, c’è una scenografia dipinta di un nero giove e sono stati fatti dei fori con un trapano da sei da cui una luce ghiaccio ti si progetta addosso … quando cammini non senti I tuoi passi e ti senti stranamente rilassato e perso. A tratti riconosci alcuni suoni da “Teardrop” dei Massive Attack o alcuni accenni ai Postal Service, ma credo che sia semplicemente la rete dei mei ascolti che ricollega l’allenamento stilistico dei SUUNS agli ascolti del passato.
Le parole non sono Importanti. C’è un mood di fondo che cerca di farti capire che tutto scorre e di abbandonare I sassi collezionati lungo il percorso, se non è life threatening allora non è così importante come tu credi.
I SUUNS creano un universo ideale dove tutti possiamo guardarci allo specchio e capire quali sono le cose veramente importanti. Per me è stato uno dei dischi in heavy rotation nel dopo lavoro. Fra il silenzio delle sigarette fumate vicino alla finestra a luci spente, guardando I gatti in giardino rincorrersi come un branco di rincoglioniti, agguantarsi e poi guardarsi fissi come fanno gli innamorati.
Articolo di Alessandro Marano
Tracklist “The Witness”
- Third Stream
- Witness Protection
- C-Thru
- Timebender
- Clarity
- The Fix
- Go To My Head
- The Trilogy