Abbiamo approfondito la conoscenza del cantautore britannico Luke Sital-Singh in occasione dell’uscita del nuovo album “Dressing Like A Stranger”, fuori il 2 settembre per Nettwerk Music Group (qui la nostra recensione). A ispirare le 11 tracce del nuovo disco il trasferimento da Londra a Los Angeles e l’ondata di cambiamenti che hanno travolto l’artista, che al momento troviamo in apertura del tour europeo di Passenger, compresa l’unica data italiana a Milano che si è svolta il 6 settembre.
“Dressing Like A Stranger” è nato dopo il tuo trasferimento da Londra a Los Angeles; ti va di raccontarci qualcosa in più su questo disco? Di cosa parla?
So che probabilmente ogni artista dice così, ma è di gran lunga il mio album preferito. L’ho creato con molte meno risorse del solito. Autoprodotto insieme al mio amico e collega artista Dan Croll. Nessuno di noi aveva mai prodotto un disco interamente prima, ma ha finito per significare che ogni decisione è stata presa intimamente, in maniera molto pensata e molto mia. È l’album in assoluto più personale che io abbia mai fatto. Non c’è un vero e proprio tema dietro l’album, ma ognuno dei miei dischi tende ad essere l’istantanea di un anno o almeno questo è ciò che ho cercato di scrivere. Quindi in questo disco ci sono alcune canzoni che sono una riflessione sull’essere in un altro paese, chiedendosi se sono cambiato invecchiando, durante la pandemia, nella mia relazione matrimoniale, ecc. Un sacco di temi introspettivi, ma anche uno sguardo sul mondo esterno e su cosa significhi essere umani.
Parlando di trasformazioni, questo è il tuo quarto album; guardando i tuoi lavori precedenti, cosa ne pensi della tua evoluzione musicale? In cosa pensi di essere cambiato di più?
Credo che la mia musica sia diventata più unica. In passato penso di aver avuto un sound più da cantautore classico, un sacco di strumentazione facilmente riconoscibile, ma sono sempre più interessato a tecniche di produzione originali e a suoni interessanti. Ho cercato di far sembrare le cose più particolari e difficili da distinguere. È una cosa che amo molto della musica di questi tempi, quindi ho lavorato molto in questo modo, nel nuovo album.
Hai uno stile pieno di personalità. Quali sono stati i tuoi modelli e i tuoi mentori, la musica che hai ascoltato e che ti ha ispirato?
Per questo album ho osservato molto la scena folk indie di Los Angeles, Phoebe Bridgers, Ethan Gruska, Blake Mills, Christian Lee Hutson, ecc. Insieme a veri e propri classici come Neil Young, Jackson Browne, Paul Simon, ecc
Sappiamo che stai aprendo il tour europeo di Passenger. Quali sono i piani per il futuro?
C’è il mio tour nel Regno Unito in arrivo subito dopo il tour con Passenger e poi, si spera, un ritorno in Europa l’anno prossimo, e, naturalmente, più musica.
Luke Sital-Singh interview
“Dressing Like a Stranger” was born after you moved from London to Los Angeles; would you like to tell us more about this new album? What is it about?
I know every artist probably says this, but it’s by far my favourite album. I had it with a lot less resources than usual. Self producing it alongside my friend and fellow artist Dan Croll. Neither of us had fully produced a record before. But it ended up meaning every decision was intimately made, very thought out and very me. It’s the most me an album has been.
There’s no real theme behind the album but each of my albums tend to be a snapshot of the year or so I was writing it. So this one has some songs reflecting on being in another country, wondering whether I’ve changed as I’ve got older, pandemic, marriage relationship etc. lots of introspective themes and also looking out at the world and what it means to be human.
Talking about change, this is your fourth album; looking at your previous works, what do you think of your musical evolution? What do you think you’ve changed more?
I think my music has gotten more unique. In the past i think I’ve sounded more classic singer songwriter, lots of instrumentation that is easily recognisable. But I’ve grown more and more interested in unique production techniques and interesting sounds. Trying to make things sound a little more weird and hard to distinguish. I really enjoy that about music these days so I put a lot of that into this new album.
You have a style full of personality. What were your models and your mentors, the music that you listened to and that inspired you?
For this album it was a lot of the LA folk indie scene that I really admire. Phoebe Bridgers, Ethan Gruska, Blake Mills, Christian Lee Hutson etc. Along with the tried and true classics like Neil Young, Jackson Browne, Paul Simon etc
We know that you are currently opening Passenger European tour. What are the plans for the future?
I have my own UK tour coming up straight after the Passenger run and then hopefully a return to Europe next year, and more music of course.
Articolo di Valentina Comelli
Foto di Andrew Paynter
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