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Turin Brakes intervista

Ad aprile in tour nel nostro paese, qui qualche anticipazione

Ho avuto l’onore d’interfacciarmi con i Turin Brakes per un’intervista circa il loro nono album, “Wide-Eyed Nowhere” (la nostra recensione), uscito il 16 settembre 2022 per Cooking Vinyl. Ma ora che la band londinese è in tour e si prepara a ben cinque succulente date italiane, non potevo farmi sfuggire l’occasione di raggiungere di nuovo Olly Knights, chitarra ed eterea voce della band. Ne è venuta fuori una bella chiacchierata live-oriented circa il loro approccio al set, al tour, e al nostro Belpaese. I cinque eventi sono previsti in aprile: martedì 18 al Cap10100 di Torino, mercoledì 19 al Biko di Milano, giovedì 20 al Locomotiv Club di Bologna, venerdì 21 all’Alcazar Live di Roma e sabato 22 allo Spazioporto di Taranto.

Dopo l’uscita di “Wide-Eyed Nowhere” ci siamo sentiti per parlare un po’ dell’album, della maniera in cui è nato e dei suoi significati. Ora che siete in tour, che tipo di risposta stanno avendo le nuove canzoni nella dimensione live?

La cosa migliore che ho letto dopo uno spettacolo è stata una recensione in cui si diceva che il nuovo materiale scorreva come se fosse sempre stato sul set, tanto che il pubblico non perdeva mai l’attenzione. È così che ci si sente anche quando lo suoniamo sul palco. L’album sembra aver reso felici i fan, il che rende felici anche noi.

Torino, Milano, Bologna, Roma e Taranto… è molto bello che in aprile possiate fare un bel giro della nostra penisola. Volevo approfittarne per ringraziarvi di non fermarvi solo al nord; è splendido il fatto che toccherete il centro-sud, troppo spesso bistrattato dai tour degli artisti stranieri. È stato possibile anche grazie al supporto della vostra fan-base italiana?

Sì, sapevamo che il sud Italia a volte può essere escluso dai tour, e abbiamo lo stesso atteggiamento nel Regno Unito, cerchiamo di raggiungere le persone… non solo le solite città, ma proviamo ad andare fuori, dove il pubblico apprezza lo sforzo e noi impariamo di più su tutto. I nostri ospiti, i Dog Byron, ci aiutano molto anche con queste idee.

Come nasce la scaletta ideale, per i Turin Brakes? Variate spesso, a seconda del luogo, o tendete a restare fedeli a una scelta standard?

Una volta che ci piace un set, per lo più restiamo con esso. Non sembra mai vecchio, ogni pubblico è diverso e le stesse canzoni sembrano diverse ogni sera. I nostri set sembrano una scala che durante la serata ci conduce nel posto più alto, e vogliamo fare in modo che questo accada sempre.

Contando che le cinque date italiane saranno una dopo l’altra, senza pause, immagino non riuscirete a ritagliarvi un po’ di tempo per visitare le bellezze artistiche e paesaggistiche. C’è stato un posto, nel corso degli anni, che avreste voluto follemente vedere ma, a causa dei tempi del tour, non siete riusciti a visitare?

Questa è la vita da musicista. Siamo stati in tutto il mondo molte volte eppure ne abbiamo visto pochissimo! Ma questa volta facciamo una breve pausa dopo il tour per alcuni giorni nel sud, così possiamo goderci l’Italia, uno dei nostri paesi preferiti.

Le parole e il lyric video di “World Like That” dimostrano una grossa sensibilità vostra nei confronti della situazione climatica del pianeta. Riuscite a restare “a basso impatto ambientale” anche in tour?

Cerchiamo di viaggiare in treno il più possibile. Lo faremo in Italia e, recentemente, lo abbiamo fatto anche in tutta la Germania e nei Paesi Bassi. Lo preferiamo, e forse aiuta un pochino il pianeta.

Se doveste usare una sola parola per descrivere Rob Allum e Eddy Myer (una ciascuno), quale scegliereste?

Rob lo descriverei come “Capitano”. Per Ed direi “Oracolo”. Rob è la forza trainante che sta dietro e che fa funzionare la band, senza di lui probabilmente saremmo già crollati. Ed ha il cervello più affamato che abbia mai conosciuto. Assorbe storia e fatti come una spugna e c’intrattiene nei lunghi viaggi, spiegandoci questa confusa esistenza. Molti dei miei testi provengono da conversazioni in treno o in macchina con la band.

Un solista con cui vorreste dividere un tour? E una band?

Laura Marling, la adoro. Mi piacerebbe anche andare in tour con Neil Young e i Crazy Horse.

Bene, non vedo l’ora che arrivi il 21 aprile per gustarmi la vostra performance a Roma, all’Alcazar-Live. Per caso, avete preparato qualche regalo inaspettato per la scaletta della capitale?

La cosa principale che farò sarà cercare di non cadere dal retro del palco come ho fatto qualche anno fa a Roma, quello sarà il mio regalo!

English version

After the release of “Wide-Eyed Nowhere” we talked about the album, the way it was born and its meanings. Now that you’re on tour, what kind of response are the new songs getting in the live dimension?

The best thing I read after a show was a review saying the new material flowed like it had always been in the set and the audience didn’t lose attention. That’s how it feels onstage too. The album seems to have made the fans happy which makes us happy.

Torino, Milano, Bologna, Roma e Taranto… It’s very nice that in April you can travel along our entire peninsula. I wanted to take the opportunity to thank you for not stopping only in the north; it’s splendid that you’ll touch the central-south, too often mistreated by the tours of foreign artists. Was it also possible because of the support of your Italian fan-base?

Yes we knew that southern Italy can sometimes miss out on tours and we have the same attitude in the UK, we take it to the people… not just the usual towns but we try to go outside where the audiences appreciate the effort and we learn more about everything. Our guests Dog Byron help us a lot with these ideas too.

How does the ideal set-list come about, for Turin Brakes? Do you vary often, depending on the place, or do you tend to stick to a standard choice?

Once we like a set we stay with it mostly. It never feels old, every audience is different and the same songs feel different every night. Our sets feel like a ladder taking us all to a higher place for the evening and we don’t want to mess with our ladder.

Counting that the five Italian dates will be one after the other, without breaks, I imagine you won’t be able to carve out some time to visit the italian beauties. Has there been a place over the years, that you have madly wanted to see but, due to the timing of the tour, you haven’t been able to visit?

This is life as a musician. We’ve been all over the world many times and yet seen very little of it! But this time we are having a short break after the tour for a few days in the south so we can enjoy Italy one of our favourite countries.

The words and the Lyric Video of “World Like That” demonstrate a great sensitivity towards the climatic situation of the planet. Are you able to remain “low environmental impact” even on tour?

We try to travel by train as much as we can. We will do this in Italy and we did this all over Germany and Netherlands recently too. We prefer it and maybe it helps the planet just a tiny bit.

If you had to use one word to describe Rob Allum and Eddie Myer (one word each), which would it be?

For Rob I’d describe him as Captain. For Ed I’d say Oracle.

Rob is the driving force behind making the band function, without him we probably would have crashed by now. Ed has the most hungry brain I’ve ever known. He absorbs history and facts like a sponge and entertains us on long journeys by explaining this confusing existence. Many of my lyrics have come from conversations on trains or in cars with the band.

A soloist with whom you would like to share a tour? And a band?

Laura Marling, I just love her. I’d like to tour with Neil Young and Crazy Horse too.

Well, I can’t wait for April 21st to enjoy your performance in Rome, at the Alcazar-Live. Have you, by chance, prepared some unexpected gift for the capital’s set-list?

The main thing I will be doing is trying not to fall off the back of the stage like I did a few years ago in Rome, that will be my gift!

Articolo di Simone Ignagni

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