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Elizabeth Lee live Manerba

Un uragano blues di voce e forza incredibile, la femminilità fatta rock: una regina in blue jeans

Dopo lo stop obbligato causa Covid, è tornata ad esibirsi la cantante texana Elizabeth Lee, in Italia l’8 settembre 2021 a Manerba del Garda (BS), poi il 19 ospite dei Superdownhome insieme a Maurizio Gnola al Pistoia Blues Festival.

Nata a Pasadena, Texas, ha iniziato a cantare nel coro della chiesa a dieci anni, ma presto la sua carriera l’ha portata a New York, Los Angeles, fino a conquistare l’Europa; pittrice, modella, corista, la vediamo al fianco di personaggi del calibro di Depeche Mode, Run DMC, John Scoffield, Placido Domingo e molti altri. Da sempre molto legata all’Italia, questo ritorno sui nostri palchi è cosa gradita sia per lei che per i tanti che la seguono.

Ad aprire il live il giovanissimo cantautore bresciano Simone Bertanza – armato di chitarra acustica, voce decisa, stomp e cembalo a piede – che scalda l’atmosfera con un medley di “Palm Trees, Helicopter And Gasoline” di Joe Bonamassa e “Marbletown” di Mark Knofpler e a seguire alcuni brani inediti (“The Jersey Devil”, “Bittersweet Serenity”, “Golden Hour” e “Jammin’ On The River”), rivelando interessanti doti di scrittura e un’ottima presenza sul palco.

Quella al BarLu, suggestiva e intima cornice del concerto, è davvero una piccola chicca per i fedelissimi, l’ambientazione insolitamente raccolta non risparmia l’energia scoppiettante a cui l’eclettica artista di Pasadena ha abituato il suo pubblico: davanti all’asta del microfono avvolta da un nastro rosso, canta suonando numerose percussioni, che accentuano e mettono in risalto la gestualità sicura di chi sul palco è di casa; già dalle prime tracce in scaletta la troviamo in splendida forma, con l’inconfondibile voce ruvida a risvegliare le anime in letargo a colpi di Texas Roots Rock e Blues, con un assaggio di Soul, Gospel, Country, Funk e Folk psichedelico.

È accompagnata dalla band Cozmic Mojo, da anni al suo fianco nelle tournée in tutta Europa, che ormai da tempo è la sua seconda casa: alla chitarra elettrica Luca Gallina, al basso e ai cori Matteo Mantovani e alla batteria Mattia Bertolassi.

La scaletta è un mix di brani tratti dai lavori discografici della cantante, come i travolgenti “Been Gone”, “She’s So Lonely”, insieme ad alcuni classici (“Key To The Highway”, “Rich Woman”, “Saving Grace”).  Dopo “Saving Grace” di Tom Petty, chitarra batteria e basso si mischiano in un bel momento strumentale che va a introdurre il ritorno di Elizabeth su “Everything’s Alright”; c’è polvere del deserto e soffia un vento caldo mentre il trio suona… Viene da chiedersi se il Texas possa essere contagioso.

La band non nasconde l’entusiasmo per questa reunion, l’interplay, la complicità e la grinta sono quelli di sempre, nonostante i lunghi mesi trascorsi senza potersi esibire. Gallina alterna una Stratocaster rosso fiammante a una semiacustica rosa artigianale, che usa come slide guitar in accordatura aperta, per soli pungenti e giochi con il delay, creando un’atmosfera a tratti graffiante, a tratti surreale; Bertolassi ha un set essenziale che esalta ancora di più il sound “americano”.

Bella l’interpretazione d’incredibile intensità di “I’d Rather Go Blind” di Etta James, un pezzo che sembra scritto apposta per scivolare nelle sfumature preziose della voce di Elizabeth, il basso dipinge, la chitarra scava in profondità, la batteria colpisce nei punti deboli, là dove non ti aspetti, e poi “Isn’t It a Pity” di George Harrison, a due voci con il bassista Matteo Mantovani, che di frequente è al microfono come seconda voce principale; a chiudere “Blue Sky”, dedicata al marito.

Sempre in duo, Lee e Mantovani – che questa volta è alla chitarra –  regalano un encore con “If I Needed You” di Townes Van Zandt, nel silenzio emozionato del pubblico.  L’ultimissimo pezzo rende giustizia all’intera serata: “Queen Of The Water” mette un punto a due ore di musica capaci di scuotere gli spettatori, obbligatoriamente seduti come da normative in vigore, ma non per questo meno calorosi ed entusiasti. 

Elizabeth Lee si conferma un uragano blues di voce e forza incredibile, la femminilità fatta rock: una regina in blue jeans.

Articolo di Valentina Comelli, foto di Thea Pasini

Set list Elizabeth Lee live Manerba (BS)

  1. So Strong
  2. Been Gone
  3. Sugar Baby
  4. She’s So Lonely
  5. Rich Woman (Labostrie / Millet)
  6. Joy (Lucinda Williams)
  7. Key Don’t Fit (Buddy Guy)
  8. Keith Blues
  9. Saving Grace (Tom Petty)
  10. Everything’s Alright
  11. Key To The Highway (Charles “Chas”Segar / William”big bill” Broonzy)
  12. Yankin’ My Chain
  13. I’d Rather Go Blind (Etta James)
  14. Honey Bee (Lucinda Williams)
  15. Isn’t It a Pity (George Harrison)
  16. Blue Sky
  17. If I Needed You (Townes Van Zandt)
  18. Queen Of The Water

Line up

Elizabeth Lee (Voce, Percussioni) / Luca Gallina (Chitarra Elettrica e Slide) / Matteo Mantovani (Voce, Basso, Chitarra) / Mattia Bertolassi (Batteria)

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