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Giorgio Canali live Brescia

“Pericolo Giallo” viene eseguito integralmente, all’interno di una scaletta di 24 brani

Ha ragione chi ha scritto che passa il tempo, ma Giorgio Canali non cambia. Anche lo stesso cantante e chitarrista, ex componente dei CCCP, CSI e PGR, tecnico del suono per Litfiba e Noir Désir, produttore, oltre che ottimo cantautore, lo ha ricordato in apertura del concerto di Brescia alla Latteria Molloy l’8 dicembre 2023, luogo dove aveva aperto, tre anni prima, il tanto atteso tour di “Venti”. L’album era stato definito, giustamente, fra i migliori della sua produzione, fino a quel momento. Perché “Pericolo giallo” doveva ancora arrivare.

Hai fatto un disco bellissimo, che ci descrive in modo perfetto, gli dico alla fine dello spettacolo, mentre mi firma un pacco infinito di vinili. Temevo di farlo arrabbiare, ma ci avevano già pensato due invadenti spettatori che, di fatto, lo hanno tormentato. Lui, con stile, si era spostato, ma loro lo avevano seguito e lo hanno tormentano ancora un poco, poi tocca a me. Mi scuso preventivamente e gli confesso quello che penso di questo “Pericolo Giallo” (la nostra recensione), album che descrive bene chi siamo, in questo preciso momento. Una perfetta e onesta istantanea di chi e cosa siamo diventati, in Italia, negli ultimi anni. Lui mi sorride e soddisfatto mi risponde: lo credo anche io, si, ne sono convinto.

Canali ha appena finito un concerto che, a detta sua, si è aperto nei peggiori dei modi, con tante sfortune. Il fatto che ora si rompa un piedino del timpano è niente a confronto di quanto c’è successo in questo venerdì 8 dicembre, che per noi coincide con un venerdì 17. Fra le sfortune c’è di certo il fatto che, sul palco, sono in tre, e non in quattro, come formazione dei Rossofuoco impone. Manca, alla chitarra, Stewie Dal Col. Così, modello Nirvana, Canali suona lui tutto il concerto, senza pause, e dimostrando di avere ancora energia da vendere, e di poter estrarre dalla sue sei corde ottime trame sonore. D’altronde Canali è meglio di quanto voglia apparire, e di quanto cerchi di mostrare. Voi pensate che il rock sia semplice? Vi sbagliate… Questa difficoltà Canali ce l’ha dipinta addosso, con uno sguardo intenso e un rapporto diretto con il suo pubblico, fatto di chiarezza, poche parole, ruvide e politicamente scorrette (e meno male che c’è ancora qualche rocker che è così), oltre che di tanta rabbia, gridata a pieni polmoni.

“Pericolo Giallo” viene eseguito integralmente, all’interno di una scaletta di 24 brani che ripercorrono un po’ tutta la carriera del Nostro. Quella da solista, ovviamente. Niente sconti ai progetti del passato. Si guarda avanti, anche perché di album belli Canali ne ha fatti parecchi. Il suo essere però ruvido, scostante e onesto, lo pongono ai margini di un mondo – quello dei suoi ex compagni – dove ormai spesso regna più il buonismo, che la forza dirompente del passato. Canali, invece, non fa sconti a nessuno, neppure al suo pubblico. E tanto meno a se stesso…

Si parte con “C’era ancora il sole”, brano che apre l’ultimo album, e che qui a Brescia, complice una sala non troppo piena (i bresciani hanno tutti scelto le piste da sci per il lungo fine settimana dell’Immacolata), suona molto meno dolce di quello che appare nel disco. Si capisce subito che, nonostante manchi una chitarra, Canali di passi indietro non ne farà, anzi. Arrivano rasoiate, suoni duri, accordi come pugni nello stomaco, il tutto sostenuto dalle parole di “Pericolo Giallo”. “Pulizie etiche”, testo che calza a pennello a questa italietta dei primi anni ’20, con il sequel naturale, e cioè “Morti per niente”, sono il perno centrale dello spettacolo. Come d’altronde “Meteo in quattroquarti” e “Solo stupida poesia” sono gli unici brani con i quali Canali rallenta il ritmo. Io accordo, voi vi fatte i fatti (parafraso…) vostri… ma andate al bar dai! Tolta questa pausa Canali non farà più sconti. A chi urla titoli di canzoni, il chitarrista ricorda che Non siamo un Jukebox, e tanto meno faremmo la canzone chiesta, anche se fosse in scaletta. D’altronde, la libertà non me la sono giocate io, ve la siete giocata voi. Butta nel mucchio questa frase, ma per chi ha ben ascoltato “Pericolo giallo”, questa è l’essenza del disco e, alla fine della serata, di questo spettacolo.

Canali è in forma, e non si risparmia in voce, alzate di bicchiere, e soli di chitarra. C’è spazio anche per un omaggio a Mark Lanegan, con “Hit The City”. Ci manca molto… e fino a quando i Rossofuoco suoneranno dal vivo, questa canzone non mancherà mai. Chi pensa che lo spettacolo lo stia provando, nonostante i dichiarati 65 anni, si deve ricredere. Se con il passare delle canzoni diventa più silenzioso, allo stesso tempo non smette di macinare note con la sua chitarra. Le ultime sei canzoni sono sei esempi di quanta tecnica Canali abbia nelle sue dita. “Ci sarà”, una delle più belle canzoni scritte dal chitarrista, è gridata come deve essere, come è cantata nell’album rosso originale. “Nostra signora della dinamite” diventa un bel rock acido, con batteria che pulsa, e la chitarra che fende aria e orecchie. “Precipito”, pur se l’ambiente non lo permette, è gridata squarciagola dal pubblico, ma le voci non sono così tante da poter sovrastare la chitarra di Canali. Dopo tre penultime canzoni, arriva la chiusura con “Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio”, brano che ha una lunga e travagliata storia editoriale, ma che dal vivo Canali non manca di eseguire con quella passione che il testo impone. La batteria è un martello pneumatico, e Canali regala al pubblico un ultimo solo davvero ribelle, anarchico e ruvido.

Uno spettacolo tosto, ricco di emozioni per chi è convinto che la musica debba dare da pensare, raccontare il nostro tempo e provare a riflettere, insieme, su quello che non va. Canali non vuole essere un megafono, si incepperebbe di sicuro. Ma di certo è un grande catalizzatore di quello che ci circonda. Un ottimo osservatore, capace di mettere in musica quello che stiamo vivendo. Ci regala istantanee della nostra epoca, e mette in scena uno spettacolo che è tutto fuorché orpelli e lustrini. Un concerto per menti aperte, e orecchie rodate. Il suo sguardo sulla nostra società serve, come d’altronde la sua musica. Questo è un tour, come l’album dal quale è generato, da non perdere.

Articolo di Luca Cremonesi

Set list Giorgio Canali 8 dicembre 2023 Brescia

  1. C’era ancora il sole
  2. Un filo di fumo
  3. Morire perché
  4. Undici C
  5. Pericolo giallo
  6. Mostri sotto il letto
  7. Nell’aria
  8. Wounded Knee
  9. Pulizie etiche
  10. Quando si spegne
  11. Come si sta
  12. Cosmetico
  13. Meteo in quattroquarti
  14. Solo stupida poesia
  15. A occhi chiusi
  16. Swiss Hyde
  17. Morti per niente
  18. Hit The City
  19. Ci sarà
  20. Nostra signora della dinamite
  21. Precipito
  22. La fine del mondo
  23. Rotolacampo
  24. Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio
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