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Graziano Romani live Verona

Esegue tutto il nuovo album, mescolandolo rispetto alla scaletta del disco

Il Rock è una bestia… no, questo lo diceva Piero Pelù, tempo fa. Il Rock è bello perché sempre diverso, non smetterà mai di stupirci per questo motivo. Parole, che in modo più incisivo di quelle del cantante dei Litfiba, Graziano Romani ha rivolto al suo pubblico al Giardino di Lugagnano di Sona (VR), al concerto del 2 settembre 2023, prima tappa del suo nuovo tour, dopo le date estive, per promuovere l’ultimo lavoro discografico “Sill Rocking” (la nostra recensione). Vado al dunque, subito senza dilungarmi troppo.

Chi ancora non conosce Romani, la sua musica e, soprattutto, la sua carica nei live, non sa cosa si è perso fino a oggi. Perché se il Rock arranca, in questa epoca figlia di altri suoni, è necessario che, da qualche parte, debba rinascere. Perché, come ricordato dal cantante emiliano, con alle spalle una carriera di quattro decenni di musica, il Rock saprà sempre rinascere. Basta poco: voglia di raccontare, sognare, e persone che sappiano dare l’anima per un genere che lo esige e lo richiede.

Graziano Romani è uno di questi. Sanguigno, lo definisce chi lo presenta prima dell’inizio di un concerto che, a motori spenti, si potrebbe definire, in modo errato, intimo. Perché ci pensa la carica di Romani ad animare una sala che, alla fine, sembra uno stadio, non di certo il pubblico di un club di provincia. Ho freddo, vi voglio qua addosso a me, grida più volte al microfono Romani. È chiaramente un gioco, dato che siamo in settembre, e nonostante le porte aperte, nel club si grondava di sudore. Ma questo è il tributo che esige il Rock, fin dai tempi dei suoi albori. I cacciatori di perle, e cioè di bootleg della Golden Age, vogliono i live che i big svolgevano nei locali, a inizio carriera.

Quelli senza orpelli, ma dove si sentivano le dita sulle corde, le pelli dei tamburi, e il basso vibrare. Qui, nel caso di Romani, a tutto questo, aggiungete il sax di Max Marmiroli, gigante, che troppo nascosto sul palco, verrà anche riposizionato per farsi vedere dagli astanti.

Al Giardino Romani ha regalato emozioni, e non solo perché ha spaziato dall’ultimo album in studio, “Still rocking” appunto, fino ai pezzi che eseguiva, negli anni ’80, con la sua prima storica band, i “Rocking Chairs”, ma anche perché non si è risparmiato in voce, sudore, calore, suono e dialogo con il pubblico. È sempre una emozione suonare qua, ed è onesta la dichiarazione perché per il suo precedente progetto, quello dedicato ad Augusto Daolio, i numeri in sala erano differenti (ma anche la stagione). Questa volta c’erano gli appassionati veri, quelli che sanno la storia di Romani, e quelli che seguono lui, e il fedelissimo Max Marmiroli, che con flauto e sax regala un sound che ricorda molto l’accoppiata, con le dovute proporzioni, Springsteen e Clemons.

Così, cammin facendo, la serata decolla. Romani esegue tutto il nuovo album, mescolandolo rispetto alla scaletta del disco. Nel mezzo ci sono omaggi a Tom Petty, pezzo che è presente nell’ultimo lavoro, e ai Creedence Clearwater Revival, brano eseguito in omaggio al padrone di casa, il titolare del Giardino, che adora questo gruppo e che, per la quarta volta, ha ospitato Romani in questa casa del Prog, e del Rock d’autore.

Una serata che ha saputo regalare davvero magia, perché la band è di quelle vere, che suonano senza artifici, senza giochi, e senza astuzie. Follow Brown alla chitarra è un ottimo complice, anche quando i due, davanti al pubblico, giocano con suoni blues, e con rif suonati proprio in braccio alle prime file. Non è un modo di dire, e neppure una metafora.

La sezione ritmica, poi, dà corpo a molti brani che, nel disco, sono a trazione più da ballad. Lele Cavalli lavora molto con il suo basso, come d’altronde Nick Bertolani che, spesso, picchia così duro che serve tapparsi un poco le orecchie per le frequenze dei suoi piatti. Max Marmiroli, più volte chiamato dal pubblico, e dal suo pubblico, fa sognare, con i suoi fiati, con trame sonore morbide. Il tutto, nonostante la sala piccola e l’intimità del concerto, per un suono praticamente perfetto, dove la voce è sempre stata ben sopra gli strumenti, e non c’è mai stato, nel corso di tutta la serata, nemmeno un fischio dettato dalla strumentazione di amplificazione.

È davvero un piacere vivere serate di questo calibro. Il Rock, se vuole rinascere, deve abbandonare gli stadi, dove possono restare alcuni giganti, che ormai mescolano Rock e spettacolo. Chi era al Giardino, e chi andrà alle prossime date del tour di Romani (consultare la sua pagina Facebook per i vari aggiornamenti), vedrà e sentirà che si respira un’aria diversa. Non è tanto questione di essere sanguigni, aggettivo che, ormai, si appiccica addosso agli emiliani in ogni occasione.

Io ho visto e sentito energia, vitalità e voglia di divertirsi con una musica che, quando è nata, costola strappata dal corpo del doloroso blues, doveva far ballare, cantare e dimenticare, o modificare, le brutture del mondo. Sto bene, è un bel periodo, sono carico. Ho già 14 nuovi brani nel cassetto, e a breve si torna in studio. Perché fermare il flusso, se le cose vanno bene, ricorda Romani al termine del concerto, mentre firma Cd e vinili che, da bravo musicista indipendente, si mette a vendere lui stesso. Rapporto diretto con il suo pubblico, senza mai far venir meno il rispetto reciproco. Grande lezione di stile, anche su questo fronte, dopo episodi poco gentili che, nel corso dell’estate, si sono visti un pò ovunque, in giro per lo Stivale.

Il perché? È presto detto: Graziani è quello che suona, non ci sono personaggi in cerca d’autore. Still rocking, appunto, senza alcuna mediazione. Se si deve ripartire, lo si deve fare da qui. Da queste esperienze. Al Giardino ne abbiamo avuto un esempio. La speranza, davvero, è che non resti un fatto isolato. Per Romani, poi, lunga vita, su questo binario, restando sempre rock nell’anima, e nell’animo, con quella forza che, alla fine dello show, lo fa sedere in mezzo al suo pubblico, a luci accese, non tanto per fare passerella da eterno ragazzo, ma per cantare, tutti insieme, una musica che non avrà mai fine perché, ce lo ha ricordato fin dall’inizio, ogni sera è diversa, cambia e si modifica. Andate a sentirlo dal vivo, non ve ne pentirete. Così come il mio consiglio è di ascoltare e comprare “Still Rocking”, e i suoi due omaggi a Springsteen (oltre all’album dedicato ad un grande contro-eroe dei fumetti, Mister No).

Articolo di Luca Cremonesi, foto di Roberto Fontana

Set list Graziano Romani 2 settembre 2023 a Lugagnano di Sona (VR)

  1. Hate And Love
  2. Kozmic Pendulum
  3. Land Of Plenty And Sin
  4. Cast the Stone
  5. Summer’s Almost Gone
  6. No Reason To Cry
  7. Pure Lovin’
  8. Truth Is Told
  9. This Guy Lucifer
  10. Wouds and Scars
  11. Right From Wrong
  12. Chrade
  13. No Sad Goodbyes
  14. Bang Your Head Against the Wall
  15. Starless Sky
  16. Freedom Rain
  17. I Will Be There Tonight

Date live

  • 24 settembre 2023 a Levizzano (Modena)
  • 14 ottobre 2023 a Sabbioneta (Mantova)
  • 18 novembre 2023 a San Felice Sul Panaro (Modena)
  • 23 novembre 2023 Sant’Ilario (Reggio Emilia)
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