02/05/2024

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03/05/2024

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04/05/2024

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Lachy Doley live Seravezza

Sul palco anche Suinghein Acoustic Blues, Tennesee Rose Blues Band, Filippo Antonini Band, Jaime Dolce’s Innersole, X Jam feat. Deviana P. Morgan

Anche la serata finale del Seravezza Blues Festival edizione 2023 ha visto tantissimi musicisti calcare le assi del palco, tutte le sonorità del Blues sono state esplorate con passione e devozione, e con la stessa passione e devozione il pubblico, numerosissimo, si è lasciato completamente coinvolgere. L’headliner è stato l’incredibile Lachy Doley, nella sua seconda e ultima data italiana del tour europeo. Ma vediamo prima chi ha suonato prima di lui, sin dal tardo pomeriggio abbiamo potuto assistere a performance di grande livello.

Suinghein Acoustic Blues

Suinghein Acoustic Blues. Sono le 19, e i primi a salire on stage sono il trio di lunga esperienza formato da Marco Ramacciotti alla chitarra acustica, Mauro Briganti al basso e Roberto Martinozzi all’armonica. La loro proposta è tipica del Blues acustico del Delta, e la scaletta è composta da brani antichi, di bluesmen delle origini.

Tennesee Rose Blues Band

Tennesee Rose Blues Band. I cinque musicisti provengono da storiche formazioni blues toscane, e propongono un repertorio di brani classici, decisamente noti ma re-interpretati maniera personale, sempre rispettando la tradizione.

Filippo Antonini Band

Filippo Antonini Band. Filippo, accompagnato da Anacleto Orlandi al basso, Edoardo Vannozzi alla batteria e Paolo Durante all’Hammond, ha il Blues nel sangue, lo sappiamo e lo sentiamo, dalla sua voce e dalla sua chitarra. Una grande esperienza alle spalle, tour europei e americani, dischi solisti, ma ancora tanta umiltà e passione da vendere. I brani del set sono originali dal suo repertorio, ma ce ne propone anche di nuovi in anteprima dal nuovo album, che vedrà presto la pubblicazione.

Jaime Dolce’s Innersole

Jaime Dolce’s Innersole. Jaime è newyorkese di nascita ma italiano di adozione, Innersole è la sua band da oltre vent’anni con la quale gira l’Italia in lungo e largo, suonando il suo Blues dalle molte influenze: Funk, Soul, Rock’n’Roll e anche Reggae. Insieme a Andrea Tiberti (mr. Tiba) al basso, Marco Vannoni alle percussioni e Matteo Sodini alle pelli ci ha proposto brani originali dal suo quarto e ultimo album in studio “Love Generator”, raccogliendo un entusiasta consenso del pubblico.

X Jam feat. Deviana P. Morgan

X Jam feat. Deviana P. Morgan. La X-Jam band è il collettivo guidato da Luca Giometti, batterista e percussionista che ha studiato con Tullio De Piscopo e ha poi suonato con artisti in tutti i generi musicali. Questa sua creatura vuole dar valore alla musica che più ama, e si è circondato di musicisti sopraffini: Roberto De Angeli alla chitarra, Francesca Taranto al basso, Giuseppe Prencipe all’Hammond e tastiere, Cris Pacini al sax, David Perondi al piano. Stasera la sua ospite speciale è Deviana P.Morgan, vocalist indonesiana, residente a Lucca, con la quale già lo avevamo visto al Serravalle Jazz l’anno scorso. Li unisce la passione per il Blues ma anche per il Jazz e il Soul, e questo crea un set davvero unico, coinvolgente, intenso.

Lachy Doley. Lachlan “Lachy” Doley è considerato uno dei più importanti organisti viventi. Musicista, cantante, compositore australiano, le sue performance all’Hammond e al Whammy Clavinet sono talmente virtuose e creative che gli hanno valso il soprannome di “Jimi Hendrix delle tastiera”.

Oltre a suonare queste tastiere in modo unico, Lachy ha una voce blues calda e graffiante al tempo stesso, che chiude il cerchio per un risultato davvero suggestivo, e totalmente coinvolgente nelle perfomance live. E noi al Seravezza Blues Festival ne siamo stati entusiasti testimoni! Seconda e ultima data italiana del suo tour europeo, ha impressionato il pubblico con una performance indescrivibile, davvero.

Lachy ha catalizzato l’attenzione dei presenti con quel suo modo unico di suonare, ma ciò che ha fatto la sostanza del concerto è stata la qualità complessiva della proposta musicale: non è soltanto spettacolare come approccia le sue tastiere, ma soprattutto il suono che ne tira fuori, sembra di avere una band di almeno 6 elementi di cui 3 chitarristi, e invece è accompagnato soltanto da una sezione ritmica di base, e che “sezione”: due musicisti, Joel Burton al basso e da Jimmy Barnes alla batteria, totalmente affiatati con il loro leader, e capaci di aggiungere quel qualcosa in più allo show per renderlo compatto, senza zone d’ombra.

Lachy ha utilizzato l’Hammond C3 messo a disposizione dall’organizzazione (un vero Hammond, tendo a precisare, e non un synth programmato a suonare come un organo); non solo: ha avuto a disposizione l’amplificatore Leslie 147, ideale complemento di questo organo, sul quale si china spesso a sistemare i tre microfoni. Infine, ha portato dall’Australia il suo Clavinet, per la precisone un raro Hohner D6 Whammy Clavinet, modificato con una whammy bar che invece di abbassare il tono, lo alza, grazie a un cilindro inserito, producendo un suono vibrato similare a una chitarra suonata con la leva.

Lachy domina i suoi strumenti, anzi si fonde con loro, sembra posseduto dalla musica che insieme riescono a creare, riesce a star davvero poco seduto sul box usato come panchetto, salta, non solo mentre suona, ma spesso abbandona la strumentazione, pur se per pochi veloci istanti, per saltare da una parte all’altra del palco, andando dai suoi musicisti infervorato in una danza quasi tribale, sanguigna, senza filtri o preparazioni.

Un concerto che ha avuto davvero dell’incredibile, e pensare che dopo aver visto The Cinelli Brothers la sera precedente (il nostro report) pensavamo di tornare ai canoni del Blues tradizionale…. Che fantastica sorpresa!

Articolo e foto di Francesca Cecconi

Set list Lachy Doley 23 luglio Seravezza

  1. Money
  2. A Woman
  3. Conviction
  4. Voodoo Child
  5. Frankly My Dear
  6. Make it up
  7. Use Me
  8. Only Cure
  9. Gimme Some Lovin
  10. Still in Love
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