Escursione emiliana all’Alchemica Music Club di Bologna il 20 aprile per il concerto degli ORk; una sorta di minifestival rock che ha visto coinvolti anche gli Inner Vitriol in apertura e i LizZard (la nostra recensione) come co-headliner. Per la superband è la terza e ultima tappa del tour italiano (le date precedenti a Milano e Roma), prima di approdare ancora in terra estera. Gli ORk sono una splendida realtà, la conferma di un potenziale altissimo giunto ad un livello di maturazione perfettamente consolidato. Un gruppo composito che è diventato ormai una vera e propria band di grande livello internazionale.
Ero curioso di scoprire la loro suggestiva miscela sonora, questo Art Rock dalle variegate sonorità prog/alt/metal nel contesto live e sono rimasto davvero stupefatto dalla profondità delle trame, che assumono addirittura una maggiore espressività rispetto alle registrazioni in studio. Gli interpreti, protagonisti ognuno di carriere importanti, hanno saputo unire mirabilmente tutte le loro peculiarità esaltandole on stage grazie alla loro grande esperienza.
La serata, fredda e piovosa in una primavera che stenta a decollare, ci fa apprezzare ancora di più l’ingresso nel locale per godere dello spettacolo. Alchemica Music Club è un luogo su misura per i concerti, molto raccolto e con una buona acustica. Il pubblico in sala è composto prevalentemente da giovani, ma non mancano persone di età matura, a evidenziare che il gruppo ha estimatori in ogni fascia d’età, per un ambiente gremito. Come tutti gli artisti, anche gli ORk hanno sofferto le conseguenze del periodo pandemico: il gruppo, infatti, è stato assente dalla scena live dal 2019 e la presentazione del nuovo album, lo splendido “Screamnasium”, rilasciato nell’ottobre del 2022 (la nostra recensione) è stata l’occasione per tornare a sprigionare a pieno la sua energia dal palco.
Lo spettacolo è un inno alla fusione fra potenza e fantasia, una magica alchimia sonora dove la ritmica di Colin Edwin e Pat Mastelotto si coniuga magistralmente con la melodia colta e elaborata del vocalist Lorenzo Esposito Fornasari (aka LEF per i fan) e la chitarra di Carmelo Pipitone.
Dopo l’esibizione del trio francese Lizzard, la band si presenta puntuale on stage alle 23.00 sulle note di “Something Broke” che apre la set list con i suoi delicati arpeggi iniziali prima del potente ritornello disegnato dai riff incredibili di Pipitone e dalla voce di LEF che svetta altissima. Successivamente all’esecuzione del primo pezzo, anche Fornasari imbraccia la chitarra per esaltare i brani successivi. La set list è incentrata principalmente sull’ultimo lavoro, ma nella prima parte del concerto viene dato spazio anche a pezzi dell’album precedente “Remagehead” del 2019; “Signals Erased”, per esempio, che si esprime al massimo nella dimensione live con le impetuose atmosfere hard e i riff di pura energia alternati a momenti intrisi di dolce lirismo.
Il motore ritmico del complesso si muove a pieni giri in “Don’t Call Me a Joke” con un Mastelotto superlativo; agile, fantasioso e fluido il suo drumming, anche bello a vedersi, uno spettacolo nello spettacolo. Il batterista pesta duro senza mai scomporsi, dimostrando una classe sopraffina. Prendono la parola a turno Edwin e LEF per ringraziare il pubblico convenuto e raccontare il loro nuovo disco mettendo in risalto l’importanza di questo progetto, cementato dalla loro splendida amicizia. L’imprevedibilità delle trame, che costituisce uno dei punti di forza dell’ensemble, trova il suo apice in “Time Corroded” e “As I Leave”, piene di sfaccettature sonore vibranti su cui si innestano cori sublimi a supportare la potenza delle partiture.
In “Kneel to Nothing”, Pipitone esibisce la sua maestria con la sei corde esaltando l’accattivante ritornello di questo pezzo dai suggestivi scenari dark. Due perle assolute i brani “Deadly Bite” e “Beyond Sight”, forse quelli dalle sonorità più prog e evocative. A proposito della seconda canzone LEF svela un divertente aneddoto e spiega come il pezzo, riproposto più volte nel loro passato tour del 2019, sia stato ribattezzato dai fan “Beyonce” per l’involontaria assonanza con il nome della popstar americana.
Da questo punto dello show in poi vengono eseguite solo tracce di “Screamnasium”. “I Feel Wrong” è straordinaria dal vivo; Edwin al basso è un metronomo infallibile ma anche un fine tessitore di ricami estrosi. Proprio il bassista prende la parola per presentare “Consequence”, il pezzo realizzato con Elisa, dalle intriganti atmosfere orientaleggianti e la deliziosa melodia. Magari dalla porticina del retropalco spero per un attimo che possa comparire la famosa artista triestina, ma anche in sua assenza LEF interpreta il brano impeccabilmente supportato dai cori di un eccezionale Pipitone.
“Unspoken Words” fa ballare il pubblico che si muove accompagnando la sezione ritmica esaltata dal drumming incisivo di Mastelotto. La voce di LEF si supera ancora una volta con una potenza che fa vibrare le pareti dell’Alchemica. Le conclusive “Lonely Crowd” e “Someone Waits” sono due veri affreschi sonori. Quest’ultima viene introdotta dal batterista che rivolge i suoi calorosi saluti alla platea. Si tratta di un brano raffinato che nell’album è interpretato anche dalla compositrice britannica Jo Quail al violoncello. La band lo propone comunque egregiamente in tutta la sua armonia e dolcezza capace di trasportare in un’atmosfera sinfonica e barocca, prima del finale incandescente a più alta gradazione elettrica e l’ammaliante assolo di Pipitone. È la degna conclusione di una set list corposa e affascinante che regala al gruppo scroscianti applausi e la meritata ovazione.
Alla fine di questa bella serata non resta che ringraziare quella scintilla che ispirò la formazione di questa band attirando musicisti eccezionali dai trascorsi diversissimi. Ancora una volta la musica dimostra la sua innata potenza creativa e intrattenente, ma soprattutto la sua capacità unica di connettere le persone dando origine alle fantasie più incredibili. Gli ORk hanno saputo sintetizzare alla perfezione la loro poliedricità e hanno così costruito un progetto musicale vincente con un futuro assicurato.
Articolo di Carlo Giorgetti, foto di Paolo Nocchi
Set list ORk Bologna 20 aprile 2023
1. Something Broke
2. Signals Erased
3. Don’t Call Me a Joke
4. Kneel to Nothing
5. Time Corroded
6. As I Leave
7. Beyond Sight
8. I Feel Wrong
9. Deadly Bite
10. Consequence
11. Unspoken Words
12. Lonely Crowd
Someone Waits