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Punkreas live Livorno

Due ore di concerto, diviso in due set: post e pre anno 2000, ripercorrendo la loro carriera in lungo e largo

Punkreas in giro nei live club su e giù per lo Stivale per il “XXX e … qualcosa – Sempre in tour 2022!”, e abbiamo la fortuna di prenderci una bella botta di adrenalina il 18 novembre a Livorno al The Cage, locale dove la band quasi a casa, con un pubblico fedelissimo.

Ma questa è una cosa un po’ buttata lì, di quelle che si scrive quando si vuol far sembrare il concerto al quale si è assistito è stato più speciale degli altri appuntamenti.  Bischerate, per dirla alla toscana, visto che Livorno è la città toscana che meglio rappresenta la quintessenza della schiettezza, anima sanguigna e dunque poco ipocrita. Ovunque vadano, il pubblico è fedelissimo. Ovunque vadano scaricano botte di adrenalina. Ovunque vadano c’è un pubblico schietto, sanguigno.

In apertura, in questa serata livornese, che però ha la peculiarità di svolgersi in un locale non solo bello ma particolarmente accogliente e inclusivo, troviamo la bella proposta musicale dei punkrockers New Real Disaster, capitanati dalla scatenatissima Giusy Amaro.

Come preannunciato, due ore di concerto, diviso in due set: post e pre anno 2000 (tutto spiegato nella nostra intervista), ripercorrendo la loro carriera in lungo e largo, un po’ come sul loro ultimo disco doppio/raccolta “XXX – 1989-2019: The Best”, che raccoglie 33 tra i loro brani più significativi e 2 brani inediti, anzi uno inedito, “Sono vivo”, e una versione di “Aca Toro” con il featuring di SkaP.

A differenziare i due set, oltre la scaletta, un semplice cambio di magliette (nel secondo set appaiono maglietta di Metallica – Kill’em All – e Anthrax. Metallari nell’anima!). Per il resto, l’energia, il coinvolgimento con il pubblico, attaccano sin dal primo brano, “L’orologio”, e già si salta, si crea il “vortice”, la gente si scalmana, a metà serata sul pavimento del locale c’è una piscina di birra a terra, che scola fino sotto palco, i chitarristi scendono spesso giù sulle casse, per stringere le mani, bere anche loro dai bicchieri del pubblico, sorridono, mentre oltre alla musica passano registrazioni di frasi topiche di politici ben noti, vecchi e nuovi, con le loro ipocrisie, promesse, falsità.

Ragazzi, noi a Milano, al Nord, siamo disperati. Ci salverete voi in Toscana dal fascismo, vero?

Ci si prova, ma è dura pure qui. Io intanto avrei dovuto fare quel che si fa di solito ai concerti quando poi se ne scrive un report, mettermi tranquilla in un angolo con buona visione, stare attenta prendendo appunti analogici e digitali: ma niente, mi lascio trascinare, trasportare in questo flusso, e ne esco felice, frastornata ( e assetata). Quindi dovrete accontentarvi delle foto …

Ringrazio questi portabandiera nostrani del punk rock, che mi hanno fatto sentire invincibile nel mio anticonformismo, almeno fino a che non tornerò nel tran tran di tutti i giorni.
Meno male che posso sempre accendere lo stereo e suonare la loro musica.  
Chiudo giusto questi pensieri con un pezzettino di “Sono vivo”, immancabile nel live set:

Non l’ho voluto io, non l’hai voluto tu
Chi l’ha voluto si frega le mani
Non l’ho voluto io, non l’hai voluto tu
Quello che conta, quello che conta
Quello che conta è restare umani

Articolo e foto di Francesca Cecconi

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