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“Tonino uno di noi”

Canzoni immortali che hanno fatto rivivere un’epoca d’oro della musica italiana

Una vera Woodstock della musica beat italiana è andata in scena a Castiglione delle Stiviere (MN) il 29 giugno, per celebrare, a un anno dalla scomparsa, Tonino Cripezzi, voce de I Camaleonti, una delle più longeve band della musica italiana. Cripezzi, milanese di origine, per oltre 40 anni ha vissuto sulle Colline Moreniche, in provincia di Mantova, nel comune che ha dato i natali a San Luigi Gonzaga e, con Solferino, alla Croce Rossa. Qui era arrivato per amore della moglie Marina, conosciuta al mare, in gioventù. A Castiglione, Tonino ha costruito la sua famiglia che, oltre a Marina, è formata da due figli, Nicolò e Matteo, e da un nipotino. Il 3 luglio scorso, mentre la band partiva per il nuovo tour, Tonino si spegneva nel sonno, in un hotel, dopo un concerto.

Il Comune, che lo aveva adottato, ha voluto così rendere omaggio a questo grande artista, presenza discreta, ma mai assente, e che era ben nota a tutti. Grazie a un’associazione di volontariato locale, gestita attualmente da due donne (Alessandra Verona e Tiziana Confalonieri), è stato pensato questo omaggio, naturale seguito dei concerti che I Camaleonti avevano tenuto, nel recente passato, in paese, anche grazie alla volontà di questo gruppo di volontari e volontarie. In quell’occasione, dunque, Tonino si era dimostrato vicino alle cause di questa realtà associativa, e il concerto era servito anche per raccogliere fondi per i progetti portati avanti da questo gruppo.

Così il parco Pastore è diventato la sede di questo evento, curato nella direzione artistica da Franco Malgioglio, cugino del più noto Cristiano, che, con la sua Jam Burrasca band, ha dato vita a una serata che ha fatto rivivere la magia della musica de I Camaleonti, ma anche di altri big di quella stagione beat, unica e irripetibile, per il nostro Paese.

L’introduzione della serata è stata affidata agli artisti che non hanno potuto essere presenti, per impegni improvvisi: dal bassista de I Camaleonti, Livio Macchia, a Donatello e Lallo dei Dik Dik. Il via ufficiale della serata è stato poi affidato alle parole dello stesso Tonino che, in un filmato di qualche anno fa, ricordava, davanti al suo pianoforte, le tappe della sua carriera artistica. Non solo, perché Cripezzi, nel video in questione, parlava anche dell’incontro che mi ha cambiato la vita: quello con mia moglie, ci siamo conosciuti al mare ed è stato amore, da allora fino a oggi. Poi sono diventato nonno, un’emozione bellissima.

Un momento intimo nel quale, poi, alla fine, Cripezzi si concedeva anche una battuta: la voce… che dire, o una persona ce l’ha, o non ce l’ha, non c’è molto altro da dire. A sottolineare quello che, in molti, al momento della sua scomparsa, hanno sempre messo in evidenza, e cioè la sua timbrica e la sua estensione vocale, che non sono mai apparse toccate dal tempo che passava. Pertanto, dopo questo filmato, il giusto inizio della serata non poteva che essere con la voce di Cripezzi stesso, grazie a un video che ha proposto “Io per lei”, il brano che è sempre stato cucito sulla sua voce immortale. Giustamente si è deciso di proporla, con immagini d’epoca, a palco vuoto. La magia del testo, con il crescendo che ha reso questo brano una delle canzoni che meglio spiegano il mood di un’epoca, hanno strappato lunghi applausi.

A quel punto, via alla lunga serata, quasi oltre tre ore di concerto, con nomi davvero eccellenti, affiancati da artisti forse meno noti, ma non per questo incapaci di animare, far ballare e coinvolgere le oltre 3 mila persone arrivate per questa Woodstock morenica.

La prima parte dello spettacolo è stata affidata a Franco Malgioglio, che ha proposto “L’ora dell’amore” e “Viso d’angelo”, due brani dal repertorio dei Camaleonti, per poi passare a “Pugni chiusi” (canzone eseguita da Demetrio Stratos), e “Davanti agli occhi miei” dei New Trolls.

La kermesse è proseguita con un omaggio a Celentano eseguito da Alfredo Lallo, anche lui cugino illustre e proprio del Molleggiato, che ha proposto, con accanto Giorgio Manzoli, storico sax della canzone “I Ragazzi della Via Gluck”, “Pregherò”, “Una carezza in un pugno” e “Azzurro”. Senza mancare di rispetto a nessuno, questo passaggio però, forse per problemi dell’artista, è stato quello più debole della serata. Un peccato, perché c’erano in gioco tre grandi classici della musica italiana.

A seguire è arrivata Marta Ferradini, figlia di Marco, che sale sul palco al termine dell’esecuzione della ragazza, per cantare “Teorema”, canzone nata da una delusione d’amore ha raccontato il cantante, che ha anche confessato di essere stato vocalist de I Camaleonti. Prima di questo classico intramontabile, la Ferradini ha proposto due singoli della sua produzione da solista, “Martarossa” e “Ai bordi delle strade”, definita dall’artista un rock ecologico per i temi che affronta. Bella presenza scenica, e tanta grinta per una giovane voce che affronterà, come meglio riterrà opportuno, la sua strada, e l’eredità che deve gestire.

Sul palco, a seguire, sale una vera leggenda, e cioè Bobby Posner dei The Rokes, musicista che subito accetta la sfida, e scherza sulla propria età: dovrei essere già rientrato all’ospizio per la minestrina, ma mi hanno dato il permesso di essere qua questa sera. La battuta resterà tale perché, una volta imbracciato il suo basso, Posner ci mette energia da vendere nell’eseguire tre brani del repertorio della sua band, e cioè “C’è una strana espressione nei tuoi occhi”, “È la pioggia che va” e “Che colpa abbiamo noi”. A seguire uno dei momenti più intensi di una serata che, sia chiaro, ne ha regalati molti altri. Paki dei Nuovi Angeli, che non nasconde di avere in corso una faringite, decide di cimentarsi in “Luci a San Siro”, canzone che Tonino voleva che gli cantassi ogni volta che ci si vedeva. Devo dire che la versione di Vecchioni è, ovviamente, intoccabile, ma Paki si lascia trasportare, regalando una nuova identità a questo pezzo, che resta un vero caposaldo della musica d’autore italiana.

A questo punto della serata, dopo quasi due ore di spettacolo, arrivano i due grandi nomi attesi dal pubblico, e cioè Maurizio Vandelli e Mal, che salgono sul palco uno di seguito all’altro. Sono molto stanco, ma non sarei mancato per nulla al mondo per Marina, Nicolò e Matteo, ha ricordato Vandelli che, nonostante non abbia provato, e non nasconda un certo nervosismo misto a molta stanchezza, dimostra di essere un vero grande artista. Al pubblico di Castiglione regala “La luce dell’est”, oltre a “29 Settembre” e “Ho in mente te”, per chiudere il suo set con “Come passa il tempo”, brano che io Tonino e Lallo dei Dik Dik dovevamo portare a Sanremo da soli, invece poi sono venuti tutti, e così eravamo troppi vecchi sul palco, e ci hanno cacciato. Ancora una volta la voce di Tonino rivive accanto a quella di Vandelli, con il supporto di Malgioglio.

Prima di Mal, sale sul palco Dino con “Perché ti amo” e, a seguire, arriva la guest star, solo perché non era stata annunciata in cartellone. Dunque, grandi applausi per Mal, anche se canta con le basi, e senza il supporto della band. Decide di regalare tre dei suoi successi, fra i quali “Pensiero d’amore”, “Yeeah” e “Sei la mia donna” e, nel finale, un accenno immancabile a “Furia”. La notizia che lancia dal palco di Castiglione delle Stiviere è, però, di quelle che contano. Ho riunito la mia band, i Primitives, con i batterista originale che poi finì nei Dire Straits, e a breve uscirà il nostro nuovo disco. Nel finale c’è anche Giuliano Dei Notturni, con il “Ballo di Simone”, e altri suoi successi. Per poi terminare, con vari artisti sul palco, in una vera festa di chiusura, ben oltre la mezzanotte, con “Eppur mi son scordato di te”, “Jesahel” e “Dieci ragazze”.

Il grande applauso finale, che rompe le righe, è tutto per Tonino e la sua famiglia, in un grande abbraccio collettivo fatto di sguardi, mani che si stringono, ma anche di canzoni immortali che hanno fatto rivivere un’epoca d’oro della musica italiana. Se ne riparlerà fra 50 anni, per vedere se, a parità d’occasione, molta dell’attuale musica sarà in grado di riempire un parco pubblico, per oltre tre ore, per cantare e condividere insieme emozioni a tre mila persone.

Articolo di Luca Cremonesi, foto di Roberto Fontana

Set list “Tonino uno di noi” Castiglione delle Stiviere 29 giugno 2023

  1. Io per lei
  2. L’ora dell’Amore
  3. Viso d’Angelo
  4. Pugni Chiusi
  5. Davanti agli Occhi
  6. Pregherò
  7. Una Carezza in un Pugno
  8. Azzurro
  9. Martarossa
  10. Ai bordi delle Strade
  11. Teorema
  12. C’è una Strana Espressione nei Tuoi Occhi
  13. È la Pioggia che Va
  14. Che Colpa Abbiamo Noi
  15. Luci a San Siro
  16. La Luce dell’Est
  17. 29 Settembre
  18. Ho in Mente Te
  19. Come Passa il Tempo
  20. Perché ti Amo
  21. Pensiero d’Amore
  22. Sei la mia Donna
  23. Yeeah!
  24. Il Ballo di Simone
  25. Un’Avventura
  26. Eppur mi son Scordato di Te
  27. Jesahel
  28. Dieci ragazze
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