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Alice Cooper

Alice Cooper “Detroit Stories”

Desiderio di celebrare Detroit, capitale assoluta, a suo dire del suono più hard d’America da sempre

“Tornare a casa”, un tema molto caro ai rocker nel corso degli ultimi 70 anni. Alice Cooper già con l’EP “The Breadcrumbs” pubblicato nel 2019 aveva reso noto il suo desiderio di celebrare Detroit, la sua città natale, capitale assoluta, a suo dire del suono più hard d’America da sempre.

Registrato ai Rustbelt Studios in Royal Oak in compagnia di Wayne Kramer degli MC5, Johnny “Bee” Badanjek dei  Detroit Wheels e con i “suoi” Billion Dollar Babies, “Detroit Stories”, fuori il 26 febbraio su earMUSIC, non ha però la puzza del disco tributo di mestiere, patinato e destinato solo a stimolare la nostalgia. Basta ascoltare “Social Debris”, l’ultimo singolo, per rendersene conto. Complice la registrazione curata ma senza fronzoli di Bob Ezrin, la canzone contiene tutta la ruvidezza e l’irriverenza che una rock song dovrebbe avere concentrata in tre minuti scarsi.

Iniziare con la cover di “Rock’n’Roll” di Lou Reed poteva essere un grande rischio ma, al tempo stesso, la riprova che, mai come adesso, pubblicare un disco è una cosa seria, ponderata e voluta. Alice in questo senso non ha certo bisogno di un nuovo prodotto: anche senza tour, la sua vita scorre serena. Proprio per questo, questo suo tributo a Detroit è importante: non è un testamento, ma una prova tangibile di quanto una città possa influenzare i gusti e la sensibilità musicale, gettare le basi insomma. In questo senso l’accoppiata “Hail Mary” e “$1000 High Heel Shoes” è perfetta; l’irriverenza e l’ironia prima di esercitarle, vanno vissute, toccate con mano.

“Detroit City 2021” mette i brividi: Me and Iggy were giggin’ with Ziggy and kickin’ with the MC5, Ted and Seger were burnin’ with the fever, and Suzi Q was sharp as a knife – Alice così ci catapulta nei primi anni ’70 facendosi sentire tutta l’adrenalina e quel senso di vivere in diretta la storia, così come quando descrive “Indipendence Dave” in cui recupera il timbro di voce pulito che contraddistingueva il suo periodo più oscuro e da me amatissimo di album come “Flush The Fashion” e “Special Forces”.

Ci sono anche gli anni ’90, quelli del rilancio e della riscoperta da parte di una generazione che nulla sapeva di “Zio Alice”: “Don’t Give Up”, pur con la sua retorica, si fa apprezzare anche se niente può contro il cazzotto di “I Hate You” o con il synth pop di “Wonderful World” che sembra uscita da un film inedito di John Carpenter.

Bentornato Alice, le tue “storie” sono di sicuro le più avvincenti che abbiamo ascoltato da un bel po’!

Articolo di Jacopo Meille

Track list “Detroit Stories”

  1. Rock ‘n’ Roll
  2. Go Man Go (Album Version)
  3. Our Love Will Change The World
  4. Social Debris
  5. $1000 High Heel Shoes
  6. Hail Mary
  7. Detroit City 2021 (Album Version)
  8. Drunk And In Love
  9. Independence Dave
  10. I Hate You
  11. Wonderful World
  12. Sister Anne (Album Version)
  13. Hanging On By A Thread (Don’t Give Up)
  14. Shut Up And Rock
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