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Asia Minor

Asia Minor “Crossing The Line”

Prog raffinato, realizzato in un contesto musicale storicamente complesso

Prima di entrare nel dettaglio di questa interessante ristampa, mi si conceda una breve digressione sul momento musicale in cui il disco nasce. Il finire degli anni ’70 rappresenta il tramonto della prima era Progressiva. C’è un forte mutamento in atto e anche l’uragano Punk va un po’ spegnendo la sua carica dirompente. Si cominciano ad ascoltare le sonorità Synth/Pop, la new wave della musica Rock con i suoni elettronici e cibernetici bussa ormai prepotente alla porta. Anche i gruppi Prog rimangono coinvolti e risucchiati in questo vortice e per gli amanti di tale genere è un periodo niente affatto semplice.

Eppure, proprio durante quella stagione, vengono realizzate splendide perle, come “Crossing The Line”, album del 1979, opera prima del gruppo turco/francese Asia Minor, pubblicato come ristampa rimasterizzata in formato cd e vinile il 2 settembre 2022 per l’etichetta AMS Records. Un album davvero bello e ambizioso, un esempio di Prog elaborato e raffinato.

Curiosa e affascinante la storia di questa band cosmopolita. Inizia nei primi anni ’70, quando due giovani musicisti turchi innamorati della nuova fioritura sonora, Setrak Bakirel (voce, chitarra) ed Eril Tekeli (flauto, chitarra e basso), decidono per motivi di studio di trasferirsi in Francia, dove iniziano un loro percorso musicale che li vede coinvolti in esperienze come gruppo già dal 1973. Nel 1977, i due musicisti si uniscono al batterista francese Lionel Beltrami. La band diviene così un trio, e quando nell’ottobre del 1978 decide di chiudersi in studio a Parigi per lavorare alla incisione di questo album interamente autoprodotto, viene coadiuvata dal tastierista Nick Vicente nelle vesti di session-man.

La musicalità di “Crossing The Line” è parzialmente influenzata, a mio parere, da alcuni modelli britannici, in particolare quelli dello stile canterburiano, ma si avvertono anche riferimenti alle sonorità degli olandesi Focus (riconoscibili nell’impiego vistoso del flauto traverso), sconfinando persino in qualche tonalità dark/prog. Questi aspetti non costituiscono certo una negatività del disco e non inficiano il suo valore; il crogiolo di suoni va a fondersi sapientemente con una musicalità dai sapori orientaleggianti ed estremamente variegati dando forma a una fusion veramente attraente, una ventata di originalità e coesione sonora. Di questo risentono anche i testi delle canzoni, scritti prevalentemente in inglese, ma con due brani nella lingua della madrepatria Turchia.

L’album consta di 9 tracce, 38 minuti di intense emozioni. Le atmosfere caratteristiche della musica turca fanno da apertura al brano “Preface”, inizio del lavoro. Il pezzo, dopo un esordio più soft evolve verso suoni corposi e movimentati, con gli inserimenti del flauto e la bella voce di Bakirel. La mini-suite “Mahzun Gözler” è il brano più lungo del disco con i suoi 8’18’’. Nasce con un’iniziale atmosfera Ambient, misteriosa e carica di pathos, per poi lasciare spazio a scorribande sonore trainate da una efficace sezione ritmica. Bellissimi gli interludi melodici “Mystic Dance” e “Without Stir” con i delicati arpeggi di chitarra a colorare le note; due brani dal sapore psichedelico e sognante. “Misfortune” è scandita da un ritmo nervoso e agile, con uno splendido cantato nella parte centrale, mentre “Landscape” è un pezzo dal sapore fortemente evocativo con un trascinante finale.

“Visions” prende forma con una incisiva linea di basso e si presenta come un brano dai suoni molto versatili che esibisce nelle sue partiture anche alcune sfumature jazz (forse il pezzo più ispirato dal Canterbury – Sound). L’album termina con “Postface”, che riprende il tema iniziale della summenzionata “Mahzun Gözler”, nel quale le sonorità dell’organo Hammond e del flauto vanno a ricreare un’atmosfera quasi da colonna sonora, degno finale di un lavoro veramente coinvolgente.

Un plauso particolare alla lodevole iniziativa dell’etichetta discografica AMS Records che con questo disco ha completato la rivisitazione del catalogo del gruppo. Dopo aver già rilasciato il 29 gennaio 2021 l’album della più recente ricostituzione della band dal titolo “Points of Libration”, successivamente, nel giugno dello stesso anno, ha curato anche la ristampa del loro secondo lavoro “Between Flesh and Divine” (album del luglio 1980).

Articolo di Carlo Giorgetti

Tracklist “Crossing The Line”

  1. Preface
  2. Mahzun Gözler
  3. Mystic Dance
  4. Misfortune
  5. Landscape
  6. Visions
  7. Without Stir
  8. Hayal Dolu Günler Için
  9. Postface

Line up Asia Minor: Setrak Bakirel Voce Chitarra Basso / Eril Tekeli Chitarra Flauto / Lionel Beltrami Batteria e Percussioni / Nick Vicente Tastiere e Flauto / Lionel Beltrami Batteria e Percussioni

© Riproduzione vietata

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