Il 21 settembre 2022 esce su etichetta The Circle Music il nuovo album del gruppo italiano Ataraxia dal titolo “Pomegranate – The Chant of the Elementals”. Si tratta del ventottesimo album per la band modenese, operativa già dal lontano 1985 con una ricca attività discografica, passata peraltro nel corso degli anni anche attraverso qualche cambio di formazione sino ad assestarsi oggi in un terzetto. Il disco arriva dopo due anni dalla realizzazione del loro ultimo lavoro in studio “Quasar”, datato 8 maggio 2020.
La visione introspettiva, l’analisi dell’animo unita alla ricerca del sentimento e della bellezza pura fanno da pendant con la vena barocca delle loro melodie. Una musicalità raffinata e colta permeata da una miscellanea sonora fatta da tanto neoclassicismo, con sfumature che si spingono verso celestiali dinamiche intellettuali. A una prima percezione la musica degli Ataraxia sembra riecheggiare in alcuni momenti un Prog di lontana memoria come quello dei tedeschi Popol Vuh, ma un ascolto più attento fa invece intuire sonorità molto variegate capaci di coniugare un raffinato Folk, un sound di natura dark/wave, venature di atmosfera ambient con tracce elettroniche e sensibilità barocca.
I suoni delicati e suadenti di piano, flauto e gli arpeggi di chitarra, che riportano alla mente antichi menestrelli, vanno a fondersi con eleganza alle moderne sonorità delineate da tappeti di tastiere e sintetizzatori creando così una fusione assolutamente attraente. Una mistura di arcaico ed elettronico, un’insolita commistione fra sacro e profano, un lavoro fatto di piccoli ceselli e magie intrise di suggestione.
Accanto alla florida attività discografica, degna di menzione è la fama che il gruppo si è creata con le sue spettacolari performance live che assomigliano a vere esibizioni teatrali sublimate agli aspetti della loro dotta e sapiente musicalità, ambientate spesso nella magica cornice di castelli, con figure medievali, splendidi giochi di luci, proiezioni di immagini su schermi e talvolta anche balletti. Queste caratteristiche della loro fiorente attività li hanno portati a farsi conoscere in tutta Europa e perfino nel continente americano.
Il cuore pulsante dell’ensemble si concretizza in maniera sublime in colei che ne è l’anima narrante, la splendida vocalist Francesca Nicoli con il suo canto da mezzosoprano capace di spaziare con la voce fra un’infinità di estensioni vocali in grado di conferire un’enorme liricità al suono del gruppo. Coadiuvano Nicoli in questa attraente avventura sonora Giovanni Pagliari alle tastiere e sintetizzatori, Vittorio Vandelli alla chitarra e in veste di special guest Totem Bara cello e timpani.
Ovviamente tutte queste peculiarità sopra descritte hanno spinto spesso la band verso la realizzazione di album concept, con un tema centrale narrato in musica e anche quest’ultimo disco composto da nove tracce, non sfugge a questa regola in una sorta di sacralità che genera intense emozioni. E il concept di questo lavoro sembra sospeso in un enigmatico e ammaliante incantesimo, come se ogni brano fosse l’ingrediente di una ricetta alchemica, un elemento distinto eppure essenziale per raggiungere la purificazione dell’anima.
“Pomegranate – The Chant Of The Elementals” è un disco sicuramente particolare, un’opera che permette all’ascoltatore di immedesimarsi in un universo parallelo, dove la bellezza e la purezza hanno il sopravvento, nel quale scompaiono le bruttezze e nefandezze umane, una realtà in cui gli elementi della natura concorrono all’armonia e al benessere interiore dell’individuo.
L’estasi, la riscoperta della leggiadria, l’essenza del creato nel suo fluire sono componenti che si respirano sino dalle note del primo brano del lavoro, “Hlara Aralh”, dove uno splendido intro di sintetizzatore conferisce al pezzo un’atmosfera eterea, nella quale si inseriscono la voce della Nicoli e una stupenda chitarra. Il testo richiama alla mente la luce intensa di Helios e l’euforia mistica e fisica di Dioniso, cercando di esprimere la percezione di qualcosa che attiva e coinvolge contemporaneamente gambe e cuore, ma allo stesso tempo fa vibrare le corde dell’animo. “Puoi sentire tutto questo?” ribadisce a più riprese la lirica del brano.
La struggente melodia di “Oruphal” è il racconto di un essere libero e selvaggio che nel suo percorso attraverso gli elementi, incontra foreste incontaminate, abissali precipizi, montagne, spiagge, e quelle che le parole del testo definiscono come follie sagge. Brano intriso di coinvolgente malinconia, pare quasi che gli arpeggi dell’acustica vogliano trasportare l’ascoltatore in questo mondo celestiale.
“Ozoonhas” è forse il pezzo con l’introduzione più ambient di tutto il lavoro con ancora la cantante superlativa, mentre “Nevenhir” racconta l’essenza elementale dell’acqua. In questo testo si narra un intrigante connubio fra lo spirito incarnato dalle gemelle Neve e Nhir e la materia, disegnando sogni che raccontano la luce attinta dalle stelle e la linfa vitale che scorre nelle piante. “Primo non nuocere, luce lucente, sono rinato”, questi i bei versi che conferiscono ancora più fascino alla canzone.
Le dediche ad Afrodite e a Dioniso costituiscono momenti epici ed evocativi dell’opera, con la seconda che si presenta probabilmente come il pezzo più ritmato, pervaso comunque da una vena poetica dedicata alla catarsi, al fuoco, al mondo. Distanze siderali e dimensioni intangibili fanno da scenario alle sonorità delle tastiere e agli splendidi cori di “Aura Magi”, con una deliziosa parte cantata interpretata nella lingua francese e citazioni latine. Quasi un interludio, il pezzo più breve del disco “Hummingbirds”, è assolutamente non secondario nell’evoluzione dell’album, una fiaba sonora con Nicoli voce narrante. Il delicato coro degli uccelli in sottofondo fa da cornice a questa suadente atmosfera.
La chiusura è affidata ancora alle note delicate dell’acustica in “Amethyst”, che conclude il concept con il definitivo immedesimarsi in una sorta di dimensione cosmica attraverso l’etere che si trasforma in luce e l’incontro con i “Maestri” del volo, della libertà e della conoscenza. Forse questo brano racchiude anche un altro significato del viaggio ideato dagli Ataraxia in questo disco. Il racconto visionario dell’anelito sempiterno dell’uomo alla ricerca del sommo sapere alchemico che lo ha generato.
Articolo di Carlo Giorgetti
Tracklist “Pomegranate – The Chant Of The Elementals”
- Hlara Aralh
- Oruphal
- Ozoonhas
- Nevenhir
- Ode Ad Afrodite
- Ode A Dioniso
- Aura Magi
- Hummingbirds
- Amethyst
Line Up Ataraxia: Francesca Nicoli Voce, Flauti, Cimbali / Vittorio Vandelli Chitarre e Programmazione / Giovanni Pagliari Tastiere, Piano, Sintetizzatori,Voce / Special Guest Totem Bara Cello e Timpani
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