Il 1° marzo l’etichetta tedesca Inside Out ha pubblicato il nuovo full lenght dei britannici Big Big Train dal titolo “The Likes of Us”. Una carriera ormai trentennale la loro, iniziata nei primi ’90, che li ha consacrati tra i principali protagonisti del microcosmo progressivo recente. Un Prog di livello internazionale, sicuramente influenzato dai modelli dei ’70, ma anche caratterizzato da un estro originale che ha portato la band a esaltanti riscontri soprattutto in live laddove l’essenza del loro verbo progressivo si esprime in splendide e memorabili performance.
La loro lunga storia, passata attraverso ben 15 album prima di questo, è stata contraddistinta da molti cambi di formazione e il susseguirsi di tanti artisti che negli anni si sono uniti al duo originario costituito dai polistrumentisti Gregory Spawton e Andy Poole. Nel 2021 il progetto rischia di crollare a seguito della scomparsa improvvisa del cantante David Longdon, vocalist, flautista e anima pulsante della band. Una perdita tanto pesante da far vacillare l’idea di proseguire il percorso artistico che per forza di cose non sarebbe stati più lo stesso.
Alla fine ha prevalso la volontà di onorare la memoria di Longdon in modo da potergli tributare un ringraziamento speciale per il talento profuso nei dodici anni condivisi con la band. Gregory Spawton, unico membro della formazione originaria, ha perciò ripreso in mano le redini del progetto e ben coadiuvato da un altro membro storico presente nelle fila della band dal 2009, il batterista Nick D’Virgilio, si è rimesso al lavoro con un organico rinnovato che conta attualmente ben sette elementi. Tra questi spicca il cantante e polistrumentista triestino Alberto Bravin, reduce da una importante esperienza quinquennale e due album con la Premiata Forneria Marconi, artista di grande spessore che si è da subito ben inserito nel contesto musicale dell’ensemble dimostrandosi il perfetto successore di Longdon.
Ritrovata l’alchimia, la band ha proseguito con entusiasmo il discorso interrotto, avventurandosi in una proposta prolifica e in continua evoluzione che ha prodotto eccellenti risultati. A un anno dall’uscita dell’ultimo lavoro, l’acclamato “Ingenious Devices”, arriva “The Likes of Us”, un’opera straordinaria che conserva tutti gli elementi peculiari della band. “Light Left in the Day” vede subito protagonista la voce di Bravin, sempre eccezionale lungo tutto il disco a calibrare il suo stile tra intensità e onirismo, mentre la successiva “Oblivion”, scritta da Spawton e D’Virgilio, mette in mostra anche un’incalzante ritmica, che ribadisce l’intento della band di coniugare l’energia del rock con la visione del prog. Un obiettivo confermato dallo stesso Spawton che ha dichiarato Il fatto che abbiamo riportato il prog dal suono classico nelle classifiche è assolutamente fantastico.
La quintessenza di questo dialogo tra generi si raggiunge forse negli oltre diciassette minuti della suite “Beneath the Masts”, un brano enigmatico che prende corpo dalle tessiture della chitarra a dodici corde di Spawton raccolte dalla soavità del violino splendidamente suonato da Clare Lindley. Dopo una prima strofa cantata su queste placide atmosfere, la composizione inizia a sventagliare in una serie di invenzioni Prog che caratterizzano la movimentata e affascinante sezione centrale prima che la voce riprenda il filo del discorso in un epico finale spiccatamente rock.
Dopo gli spunti melodici di “Skates On” che rispecchiano al meglio le tradizioni del gruppo, arriva il turno della splendida “Miramare” che porta in musica la storia del famoso castello triestino e anche il dolore che vi risiede. Amore e follia si rincorrono fra i corridoi neogotici sussurrando una vicenda amara come il mare che bagna le mura del grandioso edificio che dalla preziosa gemma principesca, divenne invece teatro di ricordi angosciosi. Eppure, la fama che aleggia ancora oggi sulle bianche torri di Miramare non ha perso il suo fascinoso mistero che rivive ora in questo brano assolutamente strepitoso.
Nel brano “Love Is The Light” il tema continua a seguire il filone dell’abbandono e della mestizia esistenziale declinando però sull’attualità e toccando così la depressione che attanaglia la società odierna. Laddove si arena ogni motivazione, i Big Big Train rispondono con un accorato appello all’amore e al contatto umano che nella loro semplice forza sono capaci di spalancare in un sorriso anche il più misero spiraglio di luce rimasto in fondo all’anima.
Non sarà quindi casuale l’accostamento di questo brano con il successivo “Bookmarks” ispirato al dramma di Spawton che con la morte di David Longdon, non ha perso solo un compagno nel gruppo ma anche amico fraterno. Il musicista, che ha scritto questo brano, racconta con poetiche metafore il suo stato di afflizione dopo il triste evento ma anche quanto lo abbiano aiutato a riprendersi non solo i componenti della famiglia, ma anche gli amici d’infanzia che credeva perduti e che ora si stringevano invece attorno a lui facendogli riscoprire il potere salvifico dell’amicizia e soprattutto di tutti coloro che riescono a sintonizzarsi perfettamente con le nostre frequenze, i “likes of us” appunto, i nostri simili. “Last Eleven” conclude il disco con un ricordo positivo, in cui il chitarrista rievoca i giorni felici della scuola e le esperienze sportive adolescenziali come giocatore di cricket a valorizzare ancora di più il senso di balsamica felicità che si può ritrovare nella nostra memoria ogni volta che lo desideriamo.
Ad impreziosire il tutto la copertina del disco, un artwork realizzato dalla pittrice Sarah Louise Ewing, storica collaboratrice della band sino dal 2015. L’immagine sembra proprio riprendere i contenuti del pezzo conclusivo, con un gruppo di ragazzi che corre spensierato in un prato a contatto con il verde della natura.
I Big Big Train ci regalano così un’altra pagina della loro lunga e affascinante storia nella quale è possibile perfino percepire una nota di affetto per l’Italia; oltre al brano “Miramare” che rimanda apertamente al nostro paese, non è secondario il fatto che l’album sia strato registrato quasi interamente nell’Urban Recording Studio di Trieste, dove la band ha condiviso il processo creativo di questo disco. Lavorare insieme in una stanza ha portato ulteriore ispirazione, autentica energia e un chiaro obiettivo comune. Non possiamo avere dubbi su queste parole di D’Virgilio che è riuscito a riassumere perfettamente lo spirito di quest’opera che nasce dalla condivisione e dall’unione di intenti che porta questo straordinario collettivo a camminare insieme. Oggi più che mai.
Articolo di Carlo Giorgetti
Tracklist “The Likes of Us”
- Light Left in the Day
- Oblivion
- Beneath the Masts
- Skates On
- Miramare
- Love is the Light
- Bookmarks
- Last Eleven
Line up Big Big Train: Clare Lindley violino, cori / Nick D’Virgilio batteria, percussioni, cori / Alberto Bravin voce, tastiere / Rikard Sjöblom tastiere, sintetizzatore / Gregory Spawton basso, chitarra / Dave Foster chitarra / Oskar Holldorff tastiere
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