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Björk “Fossora”

Progressivo ‘distacco’ dai canoni usuali della pop music per addentrarsi in territori più consoni alla sperimentazione e alla cosiddetta musica d’avanguardia

Una delle cose più divertenti che ho letto negli ultimi tempi è la breve e laconica recensione del nuovo lavoro di Björk (uscito il 30 settembre scorso per One Little Independent Records, ovvero la One Little Indian che ha dovuto cambiare nome a causa delle proteste degli amanti del politically correct) che un mio amico ha postato su Facebook: sto ascoltando il nuovo disco di Björk, a neanche metà mi è venuta voglia di bombardare l’Islanda. Ecco, pur non essendo così drastico, visto che in Islanda ancora non ci sono stato e preferirei vederla intatta e con tutti gli islandesi in vita, è veramente difficile non essere d’accordo, almeno parzialmente, col mio amico.

Questo “Fossora”, nuovo album in studio della signorina Guðmundsdóttir, prosegue là dove i suoi precedenti fratellini (soprattutto “Vulnicura” e “Utopia”) avevano iniziato il discorso: un progressivo ‘distacco’ dai canoni usuali della pop music (pop nel senso più nobile del termine, beninteso) per addentrarsi in territori più consoni alla sperimentazione e alla cosiddetta musica d’avanguardia. La sensazione è però che il risultato finirà di scontentare sia gli amanti dei primi lavori che coloro che amano opere più ‘colte’. “Fossora” mi arriva in una bella confezione con hard cover e libretto fotografico, è costituito da 13 canzoni, dura più di 54 minuti, molti dei quali di una noia quasi mortale. Intendiamoci, è un disco del quale è impossibile negare la perfezione nei suoni e nella produzione, e un’opera coraggiosissima e originale, tutti aspetti che vanno a suo vantaggio.

I limiti appaiono sia a livello compositivo (“Mycelia” e “Trölla-gabba” sembrano messe lì per far incazzare l’ascoltatore) che degli arrangiamenti, che risultano monotoni e piatti. Uniche oasi nel deserto “Victimhood”, dove Björk sembra costruire una struttura da canzone vera e propria pur continuando a sperimentare fra clarinetti e drum-machine, e la successiva “Allow”, solare e radiosa, e con il featuring di Emilie Nicolas. Insomma, davvero troppo poco per un’artista che abbiamo amato e che amiamo tuttora; la speranza è che questo “Fossora”, andando avanti con gli ascolti, riesca a farsi amare un po’ di più. Il difficile sarà avere la voglia di rimettere il cd dentro al lettore.

Articolo di Michele Faliani

Track list “Fossora”

  1. Atopos
  2. Ovule
  3. Mycelia
  4. Sorrowful soil
  5. Ancestress
  6. Fagurt er i fjòrđum
  7. Victimhood
  8. Allow
  9. Fungal city
  10. Trölla-gabba
  11. Freefall
  12. Fossora
  13. Her mother’s house

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