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Black Lips “Apocalypse Love”

Disco in cui è impossibile tracciare una precisa linea stilistica

Traumatica l’entrata in scena dei Black Lips: a pochi giorni dall’uscita del loro primo album, il chitarrista Ederbaung perde la vita tragicamente in un incidente stradale. Era il 2002 ma nonostante il lutto subito l’esordio fu solo rimandato di un anno. La perdita dell’amico non sembra aver influenzato negativamente la musica dei nostri: un tumultuoso Psyco/Garage accompagnato da formidabili live al limite del politicamente corretto. Arrivati oggi alla decima fatica, “Apocalypse Love” vede la luce il 14 ottobre 2022 per la Fire Records, anticipato dal singolo “No Rave”.

La band in questo disco ha messo subito le cose in chiaro: la corista e sassofonista Zumi Rosow lo definisce uno weird dance record che riflette il mondo d’oggi, il bassista Swilley un mix generale di tutti gli ascolti di questi ultimi anni e, se è vero che hanno usato dei vintage soviet synths, preparatevi: ci sarà da divertirsi. Proprio il singolo “No Rave” apre le danze al disco. Un Indie Rock un po’ elettronico, stranito e lunatico che farà intendere ai più che del Garage Rock passato non ci sarà – quasi – alcuna traccia in quest’album. “Love Has Won” è invece un cupo Post Punk di scuola americana che passa inerte.

Atlanta – città che ha dato i natali ai nostri – dista poco più di 400km dalla patria del Country, Nashville, eppure in “Stolen Valor” questa distanza sembra davvero minima. “Lost Angel” è un vorticoso miscuglio tra Rock psichedelico anni ’70 e country, con un ritornello che rimbomba in testa all’infinito. Che dire invece di “Whips of Holly”? Brano che sarebbe potuto essere suonato tranquillamente della band di Gibby Haynes negli anni d’oro. Nashville, invece, torna prepotentemente nella title track “Apocalypse Love”, mentre sapori surf anni ’70 ci accompagnano nella spensierata “Operation Angela”.

“Crying On A Plane” è quasi un bislacco e ubriaco Blues, mentre “Sharing My Cream” suona come una presa in giro ad un certo hip hop music stile The Sugarhill Gang, anche mediante un bizzarro e demenziale testo che parla metaforicamente di vita da fattoria I’m sharing my cream with you, straight from the back of the barn. Che non siano presenti qui i fantomatici soviet synths?

In “Among The Dunes” tornano gli anni ’70 e piccoli sprazzi del Garage Rock d’annata e avrebbe meritato sicuramente un finale più completo. Ambientazioni western e paesaggi da viaggi sulla U.S. Route 66 in “Tougue Tied”, mentre “Antiaris Toxicaria” è un Rockabilly stagionato perfettamente in linea con la loro provenienza geografica. Chiude l’album la lieta “The Concubine”.

“Apocalypse Love” dei Black Lips è un disco in cui è impossibile tracciare una precisa linea stilistica. Tutti i suoni che hanno fatto scuola nel sud-est degli States vengono recuperati e mischiati e il risultato è proprio come sembra: scanzonato, folle, stravagante  e inesorabilmente fuori moda ricordando l’audacia dei Pavement nel loro “Wowee Zowee”. Incostante quanto un mix di Zappa e Butthole Surfers ed è utile perché recupera una certa credibilità musicale, soprattutto oggi giorno dove tutto esce troppo perfetto da stampini pre-confezionati.
Oggi per voi è una pessima giornata? Ascoltate “Apocalypse Love” e buon divertimento.

Articolo di Giulio Ardau

Tracklist “Apocalypse Love”

1.    No Rave
2.    Love Has Won
3.    Stolen Valor
4.    Lost Angel
5.    Whips Of Holly
6.    Apocalypse Love
7.    Operation Angela
8. Crying on a Plane
9. Sharing My Cream
10.  Among The Dunes
11.  Tongue Tied
12.  Antiaris Toxicaria
13.  The Concubine

Line up Black Lips: Cole Alexander voce/chitarra, Jared Swilley voce/basso, Oakley Munson batteria, Zumi Rosow cori/sassofono, Jeff  Clarke chitarra/cori.

The Black Lips online:
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