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Blind

Blind “Youmanity”

Atmosfere che spaziano tra Rock, Prog e qualcosa di più psichedelico e immaginifico

“Youmanity” è l’esordio sulla lunga distanza della Prog/Rock band toscana dei Blind. Il quintetto della provincia pratese ha raccolto undici tracce in lingua inglese disponibili in tutti gli store digitali ed in versione CD per Vrec/Audioglobe. Il Rock senza punti di riferimento della band, dove la forma canzone viene spesso destrutturata e colorata di sonorità e scelte mai scontate, si fonda sul cantato evocativo della voce di Andrea Betulanti (ex Anvil Theraphy) e sulle scelte chitarristiche di Piero Giotti.

Tutto nasce una manciata di anni fa, nel 2016, quando cinque musicisti decidono di darsi appuntamento per iniziare a raccontare attraverso la musica le emozioni di ognuno. Da questa esigenza prende vita il progetto Blind, che, in contrapposizione con il suo nome, nasce per abbattere e combattere la cecità di coloro i quali mediante l’interposizione dei muri e facendo abuso dei pregiudizi, si impongono di mantenere le distanze da tutto quello che è dialogo e scambio, scoperta, ascolto.

Pur non essendo un vero e proprio concept album, ognuna delle 11 tracce di “Youmanity” affronta uno specchio delle personalità umana conficcandosi nell’ascoltatore con convinzione: un unico viaggio verso molti scenari emotivi, storie e atmosfere che spaziano tra il Rock, il Prog e qualcosa di più psichedelico e immaginifico.

L’approccio ai Blind non è assolutamente da sottovalutare. Benché di fronte ad una band progressive rock, l’artwork dell’album (un astronauta in un futuristico mondo desertico), rimanda a una sensazione quasi di musica elettronica, ma così ovviamente non è. Siamo rimasti colpiti dalla accuratezza degli arrangiamenti e dalla qualità del suono, e questa percezione la si ha fin da subito, a partire dall’intro di “L2501 (Reborn)”, rinascita, nuova vita, nuove scoperte – anche musicali, in questo caso – ma anche di consapevolezza, verso la riconquista del proprio io.

“Thank You” è il ringraziamento alle opportunità che la vita ci ha messo davanti, sia positive che negative, attraverso le quali è possibile imparare, anche se, spesso, trovare qualcosa di buono nel male, non è semplice, ma ogni occasione va comunque afferrata e vissuta. “What Remains” parla di tutti quei desideri che sogni di vivere. Un inno dedicato a noi stessi e a tutto ciò che vuoi e che prima o poi realizzerai.

“Freak Master” è sicuramente il brano più funky dell’album. Suona quasi una come una jam strumentale, una traccia che ci esorta a vivere senza troppi dubbi e a trovare il coraggio di mettersi in gioco, un modus vivendi che sicuramente porta a una esistenza più serena. In “The Promise” c’è la necessità di abbandonare definitivamente i pregiudizi per iniziare a parlare nuovamente alle anime delle persone; per poter farlo, è necessario però spogliarsi della corazza che ognuno di noi porta.

Un gesto che indica sì vulnerabilità, ma che ispira anche nell’altra persona assoluta fiducia, questa è “The Mask”. Il viaggio verso la ricerca del sé può anche essere molto lungo. Durante questo percorso, se la nostalgia vince sul desiderio di avventura, è necessario fermarsi e pensare al ritorno, “Homecoming”, appunto. Non è necessario conquistare a tutti i costi un obbiettivo se questo non è raggiunto con il giusto stato d’animo ma soprattutto se porta a fare rinunce importanti.

“Time to Change” è, e non poteva essere diversamente, dedicata a noi stessi, al cambiamento che dobbiamo affrontare, per farci valere e che ci spinge a trovare il nostro posto nel mondo. “Life 2.0” è la simulazione di vita lontana da pregiudizi, liberi di agire, senza confronti né giudizi.

“To Mia” è la traccia più delicata. Come indica il titolo, è dedicata a qualcuno, ad una figlia nello specifico, e alla meravigliosa sensazione di vivere attraverso di essa. “Vertigo” chiude le undici fasi del percorso. Ad attenderci c’è però incertezza e quel senso di vertigine tipico di chi vive sempre in sospensione ma anche la presa di coscienza che dover rimettere sempre tutto in discussione, pronti a cercare nuove risposte per nuove domande, allarga senza dubbio gli orizzonti e la mente.

“Youmanity” è il racconto di uno straordinario viaggio di introspezione che, inevitabilmente, ognuno di noi si troverà ad affrontare, prima o poi. Ogni brano di questo album è vissuto come se fosse una fermata di questo percorso alla ricerca della propria consapevolezza ma anche alla ricerca di una convivenza più pacifica.

Un disco che suona quasi come un libro al termine del quale ci rendiamo conto che dobbiamo smettere di essere ciechi di fronte al nuovo e al diverso. Il porto appena lasciato deve servire solo come punto di sosta attraverso cui rifornirsi per partire alla ricerca e alla scoperta di nuove melodie, di nuovi colori, di nuovi sapori, di nuove persone e personalità, perché se è vero che viaggiare stanca, l’animo del sedentario non sarà mai colmo di emozioni come quello del viaggiatore.

Articolo di Francesca Cecconi

Track list “Youmanity”

  1. L2501 (Reborn)
  2. Thank You
  3. What Remains
  4. Freak Master
  5. The Promise
  6. No Mask
  7. Homecoming
  8. Time to Change
  9. Life 2.0
  10. To Mia
  11. Vertigo

Line up Blind: Andrea Betulanti voce / Piero Giotti chitarra / Giancarlo Rossi basso / Dimitri Ponzuoli tastiere / Matteo Carrai batteria

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