Il 28 giugno è uscito su GGF Music “Hangover”, album d’esordio dalla superband italiana Bloom. L’idea è nata da un desiderio di rinnovamento e di sperimentazione che ha radunato attorno alla cantautrice Giusy Ferreri, il talento di Max Zanotti – vocalist e frontman di rinomate band come Deasonika, Casablanca e The Elephant Man – della chitarrista Roberta Raschellà e del batterista Alessandro Ducoli.
Un progetto voluto fortemente soprattutto dalla cantante palermitana che, dopo i tantissimi consensi e le certificazioni preziose ricevute nel suo percorso artistico, si è voluta regalare, a fianco della sua carriera solista che proseguirà parallelamente, una parentesi esplorativa verso altri generi per evidenziare in maniera pura e completa la sua anima rock e far risaltare anche il suo lato più introspettivo; il tutto attraverso un linguaggio musicale inedito, e con una band che già nel proprio nome incarna l’idea di una “rifioritura” ma che attinge anche, come informa lo stesso Max Zanotti, dall’omonimo locale di Mezzago in Brianza, palcoscenico di celebri esibizioni e luogo di culto del Rock alternativo.
L’intuizione è stata poi sostenuta brillantemente da un’eccezionale squadra di artisti che hanno contribuito, ciascuno con una firma personalissima, a impreziosire delle eccellenti trame sonore. Giusy Ferreri è la leader e trascinatrice indiscussa di tutta la direzione artistica, essendo infatti autrice di tutti i testi di “Hangover”. La sua voce particolarissima, conosciuta e apprezzata nei molti anni della sua eccezionale carriera, si intride in questo album di un forte carisma ed esprime qualità singolari che fanno pendant con l’eclettica e ricercata musicalità rock della band.
Se a Giusy Ferreri è affidata ovviamente la parte vocale, condivisa fra l’altro con Max Zanotti con cui duetta per esempio nel bellissimo brano “Ridarei vita”, agli altri componenti viene consegnato il delicato compito di cucire una veste adeguata alle nuove esigenze creative. Max Zanotti mette la sua infinita classe al servizio del gruppo in veste di polistrumentista, suonando chitarre, basso e pianoforte oltre a curare la programmazione elettronica. Il suo apporto diviene fondamentale nelle melodie, mentre Roberta Raschellà esibisce in molti brani la sua stoffa chitarristica incalzata dal drumming fluido e fantasioso di Alessandro Ducoli.
Ma le variegate sfaccettature del lavoro si esprimono anche attraverso l’uso di strumenti artigianali come gli archi, come la viola e il violoncello che colorano alcuni brani con interventi ammalianti. Non secondaria in questo quadro la collaborazione di Steve Lyon, direttore di grande esperienza, noto per il suo lavoro con Depeche Mode e più recentemente con The Elephant Man.
Le dieci tracce di “Hangover” alternano momenti intimisti, prelibatezze strumentali, ma anche tanto Rock. I brani necessiterebbero forse di essere letti con una dettagliata track by track, ma mi limiterò a citarne una parte, anche per dare modo a chi ascolta, così come è capitato a me sino dai primi approcci, di lasciarsi sedurre dalle loro intriganti linee sonore senza stilare una classifica di merito. La vita con i suoi chiaroscuri è assoluta protagonista delle liriche di questo album dove le vicende umane si rispecchiano in un avvicendarsi di luci e colori, di emozioni e sentimenti.
“Mai più” apre le danze con forza, facendo emergere immediatamente una densa composizione di suoni mediterranei e psichedelici dalla cadenza ipnotica che esplodono in un ritornello alt rock. Segue l’energia travolgente di “È la verita”, brano presentato in anteprima al Concertone del 1°maggio, che con una bella melodia e una robusta struttura ritmica dipinge un sentimento sfumato di un ricordo difficile da cancellare. Hit sicura “Rose in velluto dark”, uno dei singoli anticipatori del lavoro, in cui oltre la voce grintosa e graffiante della vocalist, sale in cattedra la verve chitarristica di Roberta Raschellà e ancora la potenza di Alessandro Ducoli che pesta duro sui ritmi articolati del brano.
L’elettricità della produzione si apre poi per accogliere uno dei momenti più toccanti del disco con “Ridarei vita”, dove in un’atmosfera da brividi si instaura una sorta di dialogo magico tra Giusy Ferreri e Max Zanotti. Un brano che evidenzia una natura umana piena di fragilità, persa nell’ eterna lotta interiore, ma che non per questo cessa di voler continuamente ripercorrere il labirinto dei ricordi per ricomporre una via migliore e restituire forza e senso alle cose.
La splendida tracklist si snoda attraverso tanti altri pregevoli contributi che trasportano l’ascoltatore in un saliscendi di emozioni che trovano la perfetta corrispondenza con il titolo di questo album inebriante. Guidati da solida coesione progettuale e da una comune direzione artistica, gli interpreti di questa avventura musicale hanno confezionato un autentico gioiello che speriamo possa letteralmente fiorire da tutto ciò che di buono è stato seminato
Articolo di Carlo Giorgetti
Track list “Hangover”:
- Mai più
- È la verità
- Rose in velluto dark
- La vita danza
- Ridarei vita
- Non te l’ho detto mai
- Lasciarsi in una notte di mezza estate
- Crisi di astinenza
- L’inganno
- Il mio stile noir
Line up Bloom: Giusy Ferreri voce, cori / Max Zanotti chitarre, basso, pianoforte, voce, cori / Roberta Raschellà chitarre, basso / Alessandro Ducoli batteria, percussioni Musicisti: Mattia Boschi violoncello / Simone D’Eusanio viola, violino / Floriana Bocchino arrangiamenti archi, sintetizzatore, pianoforte Fender Rhodes
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