Il titolo è lungo e descrittivo: “Western Swing & Waltzes and Other Punchy Songs”: con questo scioglilingua per non anglofoni uscirà il 28 Agosto il nuovo album di Colter Wall su La Honda/Thirty Tigers.
Colter Wall ha sonorità very old school, nonostante una giovanissima età (ha appena compiuto 25 anni) e rappresenta una delle voci più importanti della nuova generazione di artisti country e folk. Da qualcuno è stato addirittura accostato a una sorta di erede di Johnny Cash, ma su questo andrei cauto, è sempre semplice esagerare pensando che un artista a inizio carriera diventi enorme solo perché simile a qualcuno di leggendario, ma la musica è una meravigliosa maratona e la cosa migliore da fare è attendere, ascoltare e seguire.
A dispetto del suo essere canadese, Colter Wall ha il calore del sud nelle vene, ha un carattere musicale che sembra essere cresciuto nel granaio dei Muscle Shoals Sound Studio nel periodo in cui Boz Scaggs usciva col suo album omonimo, o quando i Blackfoot o i Lynyrd Skynyrd ne monopolizzavano le sale. I suoni arrivano da allora, sono caldi e polverosi, tipici di un vecchio cowboy indurito dal sole cocente, mentre lui è in attività da cinque anni stando in piedi su spalle di giganti dai suoni ben radicati nella tradizione, i bicchieri sempre pieni e l’amore per la propria terra (sì, anche se viene dal Canada).
La registrazione è avvenuta presso gli Yellow Dog Studios a Wimberley, Texas, con Adam Odor e David Percefull alla produzione; questo permette di inquadrare bene il lavoro fatto a seguito delle registrazioni: l’arido e rovente Texas ha fatto perfettamente da cornice per un lavoro di questo tipo.
Un disco di dieci brani, in media abbastanza brevi, arrivando solo due volte a superare la barriera dei quattro minuti, per un totale di ascolto di poco più di mezz’ora. Ammetto che vista la tipologia di musica, non mi aspettavo molto di più, poiché l’intero vocabolario musicale non è estremamente esteso e questo in dischi particolarmente lunghi potrebbe portare l’autore verso il rischio di annoiare o ripetersi, cosa che per fortuna qui non è avvenuta.
Consiglio l’ascolto dell’intero disco quando si ha tale fatidica mezz’ora libera, magari all’aperto, in una calda serata estiva sorseggiando in compagnia qualche sorso di Old Tennessee Whiskey … la sensazione che ho provato ad ogni ascolto è stata quella della placida e calma condivisione di tempo, di spazio e di vita con qualcuno di caro. Provateci.
Colter Wall ha probabilmente registrato l’intero disco in un’unica sessione, si percepisce una presenza e una sensazione di live. Tra i brani ci sono sia composizioni originali dal sapore tradizionale come “Talkin’ Prairie Boy” e “Houlihans at the Holiday Inn”, che cover e grandi classici come “I Ride an Old Paint” e “Big Iron” di Marty Robbins (1960).
Il disco apre con la title track, e Colter Wall si presenta immediatamente con una voce calda profonda, una chitarra diretta, una batteria alla quale immagino un magro contadino che mastica compulsivamente un filo d’erba, un violino e una armonica in camicia a quadrettoni e un pianoforte che avremmo visto in qualche saloon dei film della nostra gioventù, magari con un paio di fori di proiettile. Tutto l’album scorre poi con una meravigliosa coerenza stilistica.
Non aspettatevi exploit o guizzi di modernità o qualcosa che esuli dalla tradizione: “Western Swing & Waltzes and Other Punchy Songs” suonerà esattamente come vi aspettate da un disco country folk: godibile, molto scorrevole e suonato magistralmente. Vi porterà esattamente tra cappelli da cowboys, mandrie al pascolo e signorine carine che servono whiskey al saloon.
Quindi attendetemi al saloon…finisco di parlare di taglie con lo sceriffo e arrivo.
Articolo di Marco Oreggia
Tracklist “Western Swing & Waltzes and Other Punchy Songs”
- “Western Swing & Waltzes”
- “I Ride an Old Paint/Leavin’ Cheyenne”
- “Big Iron”
- “Henry and Sam”
- “Diamond Joe”
- “High and Mighty”
- “Talkin’ Prairie Boy”
- “Cowpoke”
- “Rocky Mountain Rangers”
- “Houlihans at the Holiday Inn”