26/04/2024

Marlene Kuntz, Bari

26/04/2024

Puà, Bologna

26/04/2024

Gianluca Grignani, Padova

26/04/2024

Karma, Venezia

26/04/2024

Alain Johannes, Macerata

26/04/2024

Will Hunt, Pistoia

26/04/2024

Crashdiet, Paderno Dugnano (MI)

26/04/2024

Paolo Benvegnù, Taranto

26/04/2024

Kanseil, Marcallo Con Casone (MI)

27/04/2024

Marlene Kuntz, Senigallia (AN)

27/04/2024

Your Funeral Party, Bologna

27/04/2024

The Kid Laroi, Milano

Agenda

Scopri tutti

Coma Berenices “Archetype”

Piccoli, intensi gesti musicali

Coma Berenices, un progetto musicale che ha nel nome un mito greco e che il 17 aprile 2020 ha pubblicato un ep che si intitola “Archetype” ha già predisposto le coordinate del livello di coscienza che vuole stimolare. A chi scrive ha suggerito l’immagine di un ponte, tra il regno delle cose visibili e quello delle cose invisibili – mitiche e molto più pregnanti di quanto non si creda – che possiamo decidere di percorrere attraverso l’ascolto delle sei pregevoli tracce strumentali. Se a questa immagine aggiungiamo quelle evocate nel comunicato stampa, che insiste sui termini “cielo”, “nuvole”, “mare” e “pioggia” il quadro immaginifico diventa molto chiaro. La tranquillità di una scrittura creativa, di cui le due autrici non sembrano né schiave né adoratrici, le fa apparire come sacerdotesse di una dea irraggiungibile.

Ed ecco i primi passi su quel ponte, lastricato dalle note di “Arché”. L’invisibilità che si cela dietro tutti i beni di consumo tra i quali viviamo ci viene incontro, ci vivifica, ci rinforza, senza allarmare o spaventare. Anzi, il ponte si riempie di colori pastello, ora più tenui, ora illuminanti lo spazio intorno a noi. La mini-suite divisa in due parti “Keep Your Feet on the Stars” ci porta ad  assecondare l’intreccio ammaliante delle chitarre, collegandoci a splendenti oggetti siderali, mettendo in dubbio questa nostra forma umana. Il wah-wah della prima parte e il suono jazzy che prende la prima chitarra nella seconda parte aumentano la sensazione di incommensurabilità, di magia psichica: archetipica, non c’è dubbio. E la passeggiata si fa più leggera quando la ritmica, guidata da quello che sembra un palm-mute o un analogo suono di synth, si fa più movimentata, gioiosamente dimentica.

Parte “Silent Days” e ci fermiamo, sporgendoci dal ponte ad ammirare il misterioso mare che separa il vile e dilaniante quotidiano dal mondo senza tempo dell’invisibile, fatto di intuizioni, idee e spirito. Miti e archetipi che ci circondano, ci attraversano, ci guidano e ci proteggono. E ci chiedono solo di essere ascoltati, di non essere dimenticati. Ce ne accorgeremmo subito della loro presenza se vivessimo “giorni di silenzio”. Non serve leggere Aldous Huxley per riconoscere nello “spirito guida” uno degli archetipi di più forte richiamo sugli accordi di questa meravigliosa quarta traccia.

“À l’improviste”, si affaccia con uno sviluppo intimista di chitarra acustica che prende confidenza via via che la ritmica va a sostenerla, finendo per trasformarsi in una filastrocca arcana e fanciullesca in ¾. Siamo ormai in vista del regno dell’”altro” e si sta preparando un’accoglienza per noi che nulla vuole avere di ostile o alieno. L’ultimo brano “Riyad” è permeato da una sensazione di leggerezza quasi divertita, dipinta dai licks jazzy con venature lounge. Una sospensione continua, una linea che non vuole chiudersi, forse la traccia meno integrata all’insieme dell’EP ma che lo porta in ogni caso a terminare sulle sponde di quel mare, a mattino inoltrato.

Gli dèi sono sorridenti e soddisfatti del rito propiziatorio messo in scena dai piccoli, intensi gesti musicali sgranati da Antonella e Daniela, sostenuti da Andrea e Gabriele. Non è un caso che il destino – o dovremmo piuttosto a questo punto parlare di daimon? – li abbia portati a condividere il palco con la “somma maestra” Kaki King ed il suo ormai affermato genius.

Coma Berenices hanno ben presente chi sono e dove vogliono andare. Sono consapevoli che l’equilibrio è un qualcosa che si mantiene dinamicamente, un continuo oscillare tra la tensione e il rilassamento, tra danza e contemplazione, sanno quando usare l’una e quando l’altra, probabilmente come persone, prima ancora che come musiciste. Questo è quello che mi è capitato di percepire ascoltando “Archetype”. Vi auguro una esperienza altrettanto affascinante.

Articolo di Riccardo Pro

Track list “Archetype”

  1. Arché
  2. Keep Your Feet on the Stars, Part I
  3. Keep Your Feet on the Stars, Part II
  4. Silent Days
  5. À l’improviste
  6. Riyad

Line up Coma Berenices: Antonella Bianco chitarra elettrica, tastiere / Daniela Capalbo chitarra elettrica, chitarra acustica, mandolino

© Riproduzione vietata

Iscriviti alla newsletter

Condividi il post!