Cristina Donà torna sulla scena del panorama discografico dopo sette anni con l’album “deSidera”, fuori il 3 dicembre 2021. Scesa dai palchi del recente tour, la cantautrice milanese ci regala un progetto in cui si allontana da brani radiofonici per prediligere vene più intimiste, sempre mettendosi in gioco con una ricerca sonora sperimentale che da sempre caratterizza la sua produzione.
L’album è un lavoro che, come da titolo, tocca i pensieri, le azioni e anche i disagi delle persone. Il desiderio è l’impulso che rende vivi e audaci, ma questa audacia si può trasformare in una smania che nasce dall’assenza di ciò che cerchiamo. Non per niente la parola “deSidera” contiene nella sua etimologia la mancanza di stelle, le costellazioni che i marinai seguivano e senza le quali erano perduti in mezzo alla vastità del mare, ma è anche quel qualcosa luminoso e lontano che ci fa guardare in alto senza riuscire a toccarle rimanendone, perciò, amareggiati. Questa privazione diventa vera e propria ossessione in “Conto alla rovescia”, dove la melodia inizia molto cupa e profonda per poi aprirsi e richiudersi fino a lasciare posto a un beat che accompagna i numeri che l’artista scandisce come un metronomo e un’inflessione amara della voce.
In “Distratti”, l’attacco in crescendo dà forma a una coppia che ormai non percepisce più il piacere di passare una giornata diversa ed è schiava del simbolo del consumismo estremo: la strategia del mercato dove l’unica logica possibile è quella della compravendita. A questa dinamica fa sfondo un pianeta della cui fine siamo responsabili, e la cantautrice lancia un monito per chi lo osserva crollare con troppa leggerezza, consapevoli che non ci sarà futuro neppure per l’uomo. Cristina Donà ci descrive un essere umano consapevole del vicolo cieco in cui si trova e anche se l’amore può accompagnare la sua quotidianità, decide di fuggirla, e nasce così “Come quando gli alberi si parlano”: un doppio suicidio tratto da una storia vera.
“Oltre” è un brano dove la voce diventa musica con inflessioni da canto popolare amaro, quasi stupito di fronte al pregiudizio e alla chiusura della mente delle persone. L’ingresso della parte elettronica dà alla canzone maggiore forza e dallo stupore si passa a una vera visione spietata della distanza e dell’incomunicabilità. L’uomo è perso in un silenzio nato negli schermi di un cellulare e in social network che spesso dividono invece di unire, e ormai è perso. Cristina Donà torna a guardare alla natura con “L’autunno, dove l’attacco di pianoforte accompagna la voce delicata nella creazione di disegni ben definiti. Natura e corpo umano si fondono, quasi si scambiano, non c’è differenza, solo la percezione del pensiero e un’atmosfera che diventa surreale.
Spietata è “Senza fucile né spada” scritta durante il primo lockdown per narrare della strage della pandemia in Val Siberiana. La canzone vanta una linea melodica ben strutturata dove il pianoforte accoglie con eleganza il testo che è di per sé poesia. Un canto per una battaglia affrontata all’inizio con stupore e incredulità che si sono trasformati in coraggio, pur sapendo che il destino era la sconfitta.
“deSidera” è un progetto di dieci tracce dove macrocosmi e microcosmi sottesi si intrecciano per guardare il presente a volte indolenziti e ripiegati su se stessi, in altri casi più aspri e accusatori, anche se ben attenti a evitare la retorica. I mutamenti di registro trovano espressione non solo nei testi, ma anche in una fusione di sonorità dove oltre al piano e alla chitarra troviamo ottoni, archi e beat elettronici, che si integrano per creare un effetto forte e incisivo. Insieme al multistrumentista Saverio Lanza, storico collaboratore e anche produttore del disco, Cristina Donà crea un album dove la struttura classica e la sperimentazione si incontrano, rendendolo così definito ma inafferrabile al tempo stesso. Potenza e delicatezza diventano una cosa sola per un vuoto che deve essere riempito senza illusioni, solo guardando il mondo che abbiamo creato e rifiutando le oscurità perché il buio si apra e le stelle tornino a guidarci.
Articolo di Alma Marlia
TRACKLIST “deSidera”
- Distratti
- Colpa
- Conto alla rovescia
- Desiderio
- Come quando gli alberi si parlano
- Torna
- Senza fucile né spada
- Oltre
- L’autunno
- Titoli di coda
Cristina Donà: parole cantate, cori, chitarre elettroniche, alterazioni paesaggistiche / Saverio Lanza: chitarre varie, piano, basso, tromba, cori e saette, viola, elettronica preistorica / Cristiano Calcagnile: batteria, percussioni, bagliori di suoni su “Conto alla rovescia”, “Come quando gli alberi si parlano”, “L’autunno” / Fabrizio Morganti: batterie ostinate e disperse su “Desiderio”, “Torna”, “Senza fucile né spada”, “Oltre”, “Titoli di coda” / Leonardo Ristori: violoncello su “Torna” e “L’autunno” / Simone Santini: sax, flauti, oboe su “Conto alla rovescia” e “Come quando gli alberi si parlano”