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Darkthrone

Darkthrone “Eternal Hails”

Senza dubbio il disco più Doom Metal dei Darkthrone e anche il più cavernoso e sporco di recente memoria

I Darkthrone sono, senza ombra di dubbio, uno dei gruppi più importanti della storia del Metal estremo mondiale. Da ormai più di tre decenni il duo formato da Nocturno Culto e Fenriz continua imperterrito la sua campagna trionfale, che li ha visti trascendere da gruppo death metal seminale della fine degli Ottanta, a co-fondatori della leggendaria scena black metal norvegese dei primi Novanta, fino a mutare nel mastodontico ibrido dei giorni nostri fatto di Heavy Metal, Punk e Doom.

Prima di addentrarci in questo ultimo lavoro (il numero diciannove per l’esattezza) urge una precisazione: il sottoscritto ha praticamente venduto l’anima ai Darkthrone sin da tenera età, tanto da battezzare il proprio gruppo black metal “Rawness Obsolete”, esattamente come un pezzo dei Darkthrone da “Sardonic Wrath”. Quindi mi trovo davanti ad un compito di estrema difficoltà, contrariamente a quanto si possa pensare: in poche parole, dai Darkthrone esigo la perfezione.

“Eternal Hails”, uscito il 25 giugno 2021 su Peaceville Records, è senza dubbio il disco più Doom Metal dei Darkthrone e anche il più cavernoso e sporco di recente memoria: per quanto i due predecessori “Old Star” e “Arctic Thunder” avessero già un gusto smaccatamente più doom, con questo lavoro se ne raggiunge il pinnacolo.

Riff densi e ipnotici, cinque brani che superano tutti abbondantemente i 7 minuti andando a creare un’atmosfera che inghiotte l’ascoltatore come sabbie mobili. Batteria e voce sono due monoliti che cozzano l’uno con l’altro, aumentando l’effetto di muro sonoro che giova incredibilmente a un disco di questa magnitudine.

Pezzi così inamovibili sono un grosso rischio per qualsiasi gruppo voglia scriverne di simili, poiché l’apparente staticità dei brani deve essere sorretta da riff assolutamente impeccabili per poter funzionare e non risultare tediosa: fortunatamente (anche se per i cultori del gruppo di Kolbotn non dovrebbe essere una sorpresa) il gusto chitarristico di Nocturno Culto, unito alla sezione ritmica dell’istrionico Fenriz, traina questo disco verso vette assolutamente mirabili.

Basti pensare allo strepitoso interludio di “His Master’s Voice” (che strizza l’occhio a “Join the Legion” dei Cirith Ungol) o alla classicissima dissonanza centrale di “Voyage to a Northpole Adrift”, forse anche il momento più vicino al passato black metal dei Darkthrone dei recenti dischi. Le fratture sulla superficie di questo blocco di lava lasciano intravedere ispiratissimi passaggi heavy metal, sotto forma di riff che arrivano dal nulla a donare dinamismo e un tocco di melodia in più a tutta l’opera.

Un plauso in chiusura anche al sapiente uso dei sintetizzatori e delle tastiere: inserimento inusuale per i Darkthrone, che va però a esaltare ancora di più la delirante bellezza di questo “Eternal Hails”. A dimostrazione perfetta, l’introduzione della già menzionata “His Master’s Voice” e la coda della traccia finale “Lost Arcane City of Uppakra”, trionfo atmosferico che catapulta l’ascoltatore fuori da questo disco e dentro un anello di Saturno.

Dopo diciannove dischi e oltre trentacinque primavere di carriera, i Darkthrone riaffermano ancora il loro status di assolute leggende con un disco che sorprenderà inizialmente anche i più fedeli adepti del gruppo norvegese, per poi rivelarsi nella sua vetusta maestosità. Gli unici che possono sedere per sempre sul Trono Oscuro.

Articolo di Lorenzo Bini

Tracklist “Eternal Hails”

  1. His Master’s Voice
  2. Hate Cloak
  3. Wake of the Awakened
  4. Voyage to a North Pole Adrift
  5. Lost Arcane City of Uppakra

Line-up Darkthrone

Nocturno Culto – voce (solista), chitarra (solista), basso

Fenriz – batteria, voce (addizionale), chitarra (addizionale), testi

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