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Dolche

Dolche “Exotic Diorama”

La più grande forza di “Exotic Diorama” sta nel riuscire ad amalgamare alla perfezione generi, lingue e influenze molto distanti fra loro, rivelandosi un prodotto omogeneo

Approcciarsi a “Exotic Diorama” non significa, semplicemente, ascoltare un album. Vuol dire entrare in un mondo: quello di Dolche, all’anagrafe Christine Herin, polistrumentista che vive e lavora a cavallo fra Roma e New York. Tutte le sue esperienze di vita, i viaggi, le prestigiose collaborazioni collezionate negli anni (Marc Ribot, Maceo Parker, Neal Barnard, Paola Turci, Arisa), trovano spazio ed espressione compiuta in questo disco colorato ed eclettico su Crisalide Records.

Il giro di piano di “One Minute Inside Me” apre il sipario direttamente sull’interiorità dell’artista, sui suoni e le suggestioni che la rendono ciò che è. “Supernova” è un affresco filmico enfatizzato alla perfezione dal connubio fra violini e liuti arabi (registrati a Beirut con la collaborazione di musicisti locali). Parlando dell’innamoramento per la sua compagna, la scelta della lingua non poteva che cadere sul francese, romantico, passionale.

Ancora sull’onda del sentimento, in “Anatomie Du Coeur” l’intensità di Dolche si sprigiona libera, arrivando a toccare corde molto profonde. Il suono del duduk, strumento della tradizione armena, riesce a infondere quel tocco elegiaco d’altri tempi che rende il brano speciale. Se in “Big Man” la Nostra sceglie il passaggio all’inglese, tuttavia le influenze hanno un sentore mediorientale, mentre la potenza vocale rimanda ad alcuni momenti tipici alla Cindy Lauper. La canzone è un grido di difesa per la libertà individuale, doppiamente importante perché innalzato da una fervida attivista per i diritti LGBTQ, nonché omosessuale fiera di celebrare il suo amore.

“Why Because” si apre con un andamento in levare che crea una base meno inquadrabile rispetto alle precedenti tracce, quindi perfetta per esprimere in cinque lingue diverse (inglese, francese, giapponese, cinese e arabo) lo stesso concetto centrale: This is what I know, We are children of the same world.

La scelta di approcciare il concetto da tutti questi idiomi non è affatto un vezzo, ma si rivela ben legata al tema centrale: in qualunque nazione si viva, qualunque lingua si parli, qualsiasi tradizione ci si trovi a onorare, siamo figli dello stesso mondo, e di fronte al mistero dell’amore ci poniamo identici dubbi, affrontiamo i medesimi problemi. Nel corso della traccia tornano i sapori delle notti d’oriente, segno che una parte dell’artista è fortemente radicata in quel mood culturale e melodico.

Leggendo il titolo “Roma” si preconizza subito il passaggio all’italiano, ma l’anima da chanson française chiama di nuovo la lingua a sé legata … è come se Dolche, a Roma, ci arrivi per altre strade. Ma è nella Città Eterna che si sente accolta e protetta; non a caso il nome d’arte scelto è un omaggio al capolavoro di Fellini, “La Dolce Vita”, con l’integrazione dell’iniziale del suo vero cognome (H).

“Sunday Mood”, dalla base chitarristica, torna a parlare di scelte importanti, della crucialità di riuscire a prendere in mano la vita autoaffermandosi per ciò si è davvero, senza paure. Giocosa e leggera, “Canzone D’Amore” sembra una di quelle classiche ballate italiane anni ‘60, e ha il potenziale di un singolo che nel Belpaese potrebbe entrare in classifica nelle parti alte. Che “El Sabor De Mar” sia stata scritta a Cuba si sente forte e chiaro: la scelta dello spagnolo è naturale e ben legata agli echi di tango, sole e dolore, in un effluvio di note agrodolci che rimette in sesto, conforta.
“Criminal Love”, dalle risonanze internazionali, presenta uno splendido videoclip in bianco e nero che amplifica il significato del testo attraverso i movimenti dei performer che affiancano la cantante.

Il pensiero che risuona nella mente di “Ulisse” è lo stesso che invade la nostra mente quando siamo di fronte al desiderio: Vattene via ragione, tanto il filo si spezzerà. Io voglio solo abbandonarmi alla musica.

Quando qualcosa ci chiama (come nel finale, in cui la voce di “Dolche” si trasforma in quella delle Sirene che tentarono Odisseo), il nostro istinto è quello di lasciarsi andare, al di là delle possibili conseguenze. La composizione ha il merito non scontato di riuscire a catturare proprio la forza primordiale di questa sensazione.

“Breathe In” è senz’altro la proposta più sperimentale, sia per quanto riguarda i tempi che per gli innesti elettronici; notevole il videoclip, realizzato attraverso disegni in perfetto stile Anime. “Universal Gloria” è una vittoria di cori, inneggiante e grandiosa, che tende a qualcosa di Alto, Trascendente e Condiviso. “Psycho Killer”, rielaborazione dilatata del celebre pezzo dei “Talking Heads”, ha la capacità di omaggiare la band di riferimento e, al tempo stesso, di suonare come un brano originale di Dolche. Si chiude così il sipario su un viaggio personalissimo, guidato da un mantra costante: contaminazione.

La più grande forza di “Exotic Diorama” sta dunque nel riuscire ad amalgamare alla perfezione generi, lingue e influenze molto distanti fra loro, rivelandosi un prodotto omogeneo.
Com’è possibile, vi chiederete?
Semplice: perché tutto è inglobato nell’anima stessa dell’artista, che senza veli riesce a mettersi a nudo, a raccontarsi portandoci con sé, sull’onda dell’emozione pura e dell’autenticità.

Articolo di Simone Ignagni

Track List “Exotic Diorama”

  1. One Minute Inside Me
  2. Supernova
  3. Anatomie Du Coeur
  4. Big Man
  5. Why Because
  6. Roma
  7. Sunday Mood
  8. Canzone D’Amore
  9. El Sabor Del Mar
  10. Criminal Love
  11. Ulisse
  12. Breathe In
  13. Universal Gloria
  14. Psycho Killer

Dolche Online
Website – www.dolche.com
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Instagram – https://www.instagram.com/dolche.o_cial/
YouTube – www.youtube.com/c/dolcheo_cial

 

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