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Dr.Feelgood

Dr. Feelgood “Stupidity”

Album dal vivo che aspetta di essere scoperto da nuove generazioni di appassionati

La storia del Rock è piena di album da riscoprire, gemme per lo più sconosciute alle nuove generazioni, album che, pur senza aver necessariamente cambiato il corso della musica, hanno lasciato un segno indelebile. Oggi parliamo di uno di questi dischi.

“Stupidity” è il primo album dal vivo dei Dr. Feelgood e anche il loro di maggior successo; uscito nel mese di ottobre del 1976 è balzato nella prima settimana dalla pubblicazione al numero 1 della classifica, rimanendovi poi per un totale di nove settimane, e questo senza l’ausilio di un singolo. La band di Canvey Island aveva già pubblicato due album in studio, entrambi nel 1975 “Down By The Jetty” e “Malpractice”, due album che proponevano il repertorio che la band per anni aveva suonato nel circuito dei pub, molte cover e alcune composizioni originali tutte all’insegna del rhythm’n’blues più sanguigno.

Gli elementi principali del suono dei Dr. Feelgood erano sotto gli occhi di tutti, una sezione ritmica quadrata e precisa, di quelle che sa bene quale sia il compito da svolgere e che lo fa con assoluta sicurezza e determinazione. Le rullate di John Martin, conosciuto anche come “The Big Figure”, erano decise e sicure come la prima pinta di birra al pub dopo una giornata di lavoro, e le linee di basso di John B. Sparks, conosciuto come “Sparko,” ti ricordavano per quale motivo esiste un basso in una band di Rock’n’Roll degna di essere chiamata tale.

A completare il combo c’erano la chitarra di Wilko Johnson, che adesso come allora approccia lo strumento con uno stile tagliente e quadrato, ritmico e solista allo stesso tempo, rigorosamente suonato senza plettro, e l’armonica, la chitarra slide e soprattutto la voce di Lee Brilleaux, il cui stile e approccio grintoso e sporco sia con la voce che con l’armonica sintetizzavano lo stile e la filosofia della band.

Vestiti in giacca e cravatta come quattro piazzisti perennemente in viaggio che non lavano e stirano regolarmente i loro abiti, i Dr. Feelgood creavano uno spettacolo unico, dove ai lati di Lee Brillaux che snocciolava le sue storie di sesso, alcool, vita di strada e racconti da pub, Wilko e Sparko ininterrottamente camminavano avanti e indietro percorrendo la distanza dagli amplificatori al fronte palco quasi come in preda a un trance ipnotico.

“Stupidity” è composto da una prima facciata registrata allo Sheffield City Hall il 23 maggio 1975 e da una seconda registrata allo storico Kursaal a Southend l’8 novembre dello stesso anno. Nelle prime 20.000 copie viene incluso un 45 giri bonus con “Riot In Cell Block No.9” e “Johnny B. Good”. La selezione comprende una serie di classici del R&B eseguiti con estrema padronanza e spavalderia e alcune fra le migliori composizioni originali della band, incluse già nei primi due album in studio.

Includendo il singolo bonus allegato alla stampa originale, il lavoro si apre e si chiude con due composizioni di Chuck Berry, come a voler dimostrare che è tutto lì dentro, in un ipotetico circolo spazio temporale che racchiude la storia, il destino di questa come di altre migliaia di band che hanno vissuto questa musica come propria a prescindere dall’autore.

L’album scorre come una traccia unica, non ci sono cedimenti o cali di tensione anche quando la band si lancia in una ipnotica “I’m a Man”, e i brani scritti dalla band si ergono privi di alcun timore riverenziale incastonati fra una selva di classici, forti della loro sfacciataggine e del carisma dei loro esecutori: “She Does It Right”, “All Through The City”, “Roxette” sono autentici gioielli.

I Dr. Feelgood definiranno, con questo disco, uno standard all’interno del British R&B, con il quale doversi misurare, rimangono al giorno d’oggi una delle band più veraci e convincenti del genere, e “Stupidity” rientra a pieno diritto nella lista dei migliori live album di sempre. In un certo modo riusciranno anche a sconfinare dal mercato delle dodici battute, vuoi forse per il loro approccio senza fronzoli, vuoi per la loro provenienza dalla classe operaia, vuoi per mere logiche di marketing e in virtù anche del successo del disco, verranno dal 1977 e fino alla fine del decennio, spesso inclusi nel carrozzone punk figurando in parecchie compilation del genere, un po’ come successe con Ian Dury, Rockpile, Elvis Costello e altri.

La reputazione dei Dr. Feelgood è sopravvissuta a continui cambi di formazione, scioglimenti temporanei e lutti (Lee Brillaux è scomparso nel 1994), e il merito è anche di questo album dal vivo che aspetta di essere scoperto da nuove generazioni di appassionati.

Articolo di Andrea Bartolini

Track list “Stupidity”

Side A

  1. “Talking About You” (Chuck Berry)
  2. “20 Yards Behind” (Wilko Johnson)
  3. “Stupidity” (Solomon Burke)
  4. “All Through The City” (Wilko Johnson)
  5. “I’m a Man” (Bo Diddley)
  6. “Walking The Dog” (Rufus Thomas)
  7. “She Does It Right” (Wilko Johnson)

Side B

  1. “Going Back Home” (Mick Green, Johnson)
  2. “I Don’t Mind” (Wilko Johnson)
  3. “Back in the Night” (Wilko Johnson)
  4. “I’m a Hog for You Baby” (Leiber, Stoller)
  5. “Checking Up on My Baby” (Sonny Boy Williamson)
  6. “Roxette” (Wilko Johnson)

Bonus 7″ Single

  1. “Riot in Cell Block No. 9” (Leiber, Stoller)
  2. “Johnny B. Goode” (Chuck Berry)

Line up Dr. Feelgood: Lee Brilleaux Voce, chitarra slide, armonica / Wilko Johnson Chitarra, voce / John B. Sparks Basso / The Big Figure Batteria, voce

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