Se hai militato in un carrozzone multimilionario come quello dei Guns N’ Roses, è una sorta d’impresa riuscire a esser presi sul serio per altri progetti, e ancor più arduo risulta rivendicare il giusto rispetto musicale in una carriera solista. Per Duff McKagan c’è voluto tempo, è vero, ma quel momento è giunto nel 2019, grazie allo splendido album “Tenderness”, che ha convinto un po’ tutti, (soprattutto) critica e (forse un po’ meno) pubblico. Il nuovissimo ep, “This Is The Song”, uscito il 10 maggio, prosegue sulla scia del lavoro precedente, e restituisce ancora più integra e pura la vena creativa di McKagan, che ci propone un onesto Rock Blues, classico e sentito.
Fin dal 1949, maggio viene considerato ufficialmente il mese della consapevolezza della salute mentale, e questo ep è dedicato interamente a tale delicatissima causa. Soprattutto nel post pandemia una percentuale impressionante della popolazione mondiale, nonché ormai un americano su quattro, hanno iniziato a soffrire di disturbi mentali più o meno gravi, e porre l’attenzione sulla questione significa moltissimo. Uscire allo scoperto in prima persona, infatti, vuol dire battersi per far comprendere alle persone imbrigliate nel problema che, semplicemente, non sono sole, e che chiedere aiuto è un sacrosanto diritto nonché, spesso, la sola possibilità di salvezza.
Duff stesso dichiara di aver scritto “This Is The Song” nel pieno di un attacco di panico, e in un momento così oscuro e delicato pare sia stata la sua chitarra l’oggetto a cui si è aggrappato con tutte le forze, il salvagente che lo ha tenuto a galla. La melodia, arrivata di getto come un sorso d’acqua rigenerante, suona come una sorta di liberazione, e le parole della canzone non a caso risaltano centrali nel videoclip: illuminate sul grande schermo alle spalle del musicista, ripreso in penombra. Come a sottolineare il fatto che è il messaggio la parte urgente da far passare, non certo il viso di un veterano del Rock tornato con una manciata di canzoni.
Il lavoro prosegue con “Pass You By”, un’altra ballata acustica, ancora più intima della precedente, assolutamente minimale, di nuovo guidata da una chitarra acustica arpeggiata e dalla voce vissuta di Duff. Chiude il lavoro “It Can’t Come Too Soon”, brano dalle spiccate influenze soul, ampio e di gran respiro, che vede la collaborazione multipla di diversi ospiti di Seattle, coordinati dalla cantante ed educatrice musicale Shaina Sheperd. Impossibile non riscontrare nella canzone delle vecchie reminiscenze alla Guns, soprattutto nell’approccio alla vocalità, che fa il filo a un Axl Rose un tantino meno sguaiato.
Prodotto dal collaboratore storico Martin Feveyear (già con Mark Lanegan e Brandi Carlile), “This Is The Song” è un grido di dolore e di condivisione, un regalo contenente un grande atto di coraggio e autoaffermazione. La speranza è che questo messaggio arrivi forte e chiaro, tanto da rompere alcuni tabù rischiosi e abbattere, una volta per tutte, quei muri tanto sottili quanto impenetrabi, fatti di senso di colpa e solitudine.
Articolo di Simone Ignagni
Track List “This Is The Song”
1. This Is The Song
2. Pass You By
3. It Can’t Come Too Soon
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