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Duquette Johnston

Duquette Johnston “The Social Animals”

Un album diretto che raccoglie molti stili che oltreoceano hanno consolidato la propria natura

Il 25 febbraio 2022, mentre nel mondo conoscevamo ancora una volta la spinta della malvagità umana, la musica, nuovamente, mostrava i lati gentili, onesti, puri ed empatici dell’essere umano. Lo faceva attraverso l’uscita del nuovo album di Duquette Jonhston che si chiama “The Social Animals”; titolo fortemente indovinato in questo momento storico, perché socialità, empatia, comunità, conforto, affetti sono concetti che ci stanno sfuggendo di mano e in quanto animali sociali, innanzitutto, non dovremmo permetterci questa sconfitta di vita.

La Single Lock Records e la produzione di John Agnello creano lo spazio ideale a Duquette Johnston per esprimere sentimenti, emozioni e storie che arrivano da anni complessi e segnanti per l’artista, ma che fioriscono nel terzo lavoro da solista in dieci anni.

Già componente dei Verbena e già esponente dell’Indie Rock del sud degli Stati Uniti, Jonhston sveglia le coscienze con un disco che profuma del buono spirito americano. Probabilmente, tutto il mondo è paese, ma credo che la vera “maledizione” americana sia quella di vivere di sogni di libertà, grandi spazi, espressioni sincere e dirette con la contrapposizione dei modi con cui questi concetti vengono espressi; ecco, la musica è l’apice divina con cui gli americani sono sempre riusciti a esprimere le proprie ambizioni di umanità e “The Social Animals” è proprio un lavoro che sa di America sana, pulita e onesta.

Un album diretto che raccoglie molti stili che oltreoceano hanno consolidato la propria natura; troviamo Blues, Folk e Country che, da sempre, identificano gli Stati del sud e, considerato che Duquette Johnston è originario dell’Alabama, questi richiami non potevano mancare; troviamo i sapori acidi della West Coast che, dalla California a Seattle, hanno consolidato il suono tipico del Pacifico dagli anni ’40, col Jump Blues di Louis Jordan, ai ’90 con l’era Grunge; in più, troviamo la tipica capacità di scrittura schietta del Songwriting del Greenwich Village.

Funziona perché è un album che ti parla mentre lo ascolti; concetto non così scontato. Menzione d’onore per il singolo “Year To Run”, per l’onestà di testo e musica di “To My Doughters” e per l’atmosfera di “Holy Child”, ma, in generale, il disco è un bel crocevia di emozioni e stili che porge davanti all’incontro con una delle verità umane: l’essenza. Vista la forte attenzione ai tocchi e ai suoni, francamente, merita di essere ricordata anche la presenza di Steve Shelley, già nei Sonic Youth, alla batteria, con una dinamica sempre ricercata e calzante per il contesto del lavoro.

Se amate quei dischi che vi fanno immaginare su una macchina, in un viaggio senza meta, “The Social Animals” deve essere nella vostra palylist

Articolo di Daniele Gemignani

Tracklist “The Social Animals”
1. Year to Run
2. Whiskey and the Wine
3. Baby Loves a Mystery
4. Holy Child
5. Motorcycles
6. To My Daughters
7. Forgive Me
8. Mystics
9. Run with the Bulls
10. Fortunate Ride
11. Tonight

Duquette Johnston online:
https://duquettejohnston.com/
https://www.facebook.com/profile.php?id=1117345035
https://www.instagram.com/duquettejohnston/
https://www.singlelock.com/new-products/duquette-johnston-the-social-animals

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