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Duran Duran “Future Past”

I nostri hanno il “coraggio” di scrivere canzoni che possano diventare classici, come se il 1982 fosse stato “solo” qualche anno fa

Nostalgia canaglia? Forse. Segnale ineluttabile di invecchiamento? Molto probabile. Semplice rincoglionimento? Impossibile escluderlo. Eppure voglio gridarlo al mondo: “Future Past”, il nuovo album dei Duran Duran, mi piace da morire.

Già dal titolo esplicito, il disco è un omaggio agli anni ’80, a quelle atmosfere, a quella sfrenata malinconia che rendeva un disco come “Rio” memorabile. Io “Rio” nel 1982 non me lo sono goduto, l’ho piuttosto subito, perché dovevi amarlo a prescindere, e io avevo già fatto una scelta di “fede” ascoltando Kiss, Ac/Dc, Iron Maiden, Queen e preferendo il chiodo e i jeans alle giacche con gli spallini e i colori sgargianti. C’era in gioco la propria dignità, eppure a me “Is There Something I Should Know” – uscito solo come singolo – “Hungry Like The Wolf”, “The Chauffeur”, “New Religion” piacevano, e pure tanto.

Negli anni mi sono ricomprato tutti i dischi, godendo in tempo reale la bellezza del loro disco omonimo del 1993 e andando pure a vederli da vivo durante il reunion tour di “Astronaut”, esorcizzando così ogni possibile senso di colpa per avere tradito la fede metallica. Proprio come una potenziale vittima dell’inquisizione, mi ritengo libero e innocente di ascoltare quello che più mi piace.

Ed eccoci a parlare di “Future Past”, un disco in cui la voce e le melodie di Simon LeBon sembrano più ispirate che mai, capaci di donare leggerezza e intrigante sensualità ascolto dopo ascolto. Ascoltate “Beautiful Life” e vorrete trovarvi in pista con le luci stroboscopiche che vi inondano beat dopo beat. E che dire di un singolo perfetto come “All Of You” così perfettamente ammiccante all’oggi, ma sapientemente contaminato dai rimandi al passato? Vogliamo parlare poi di “Tonight United” che sembra scritta in fretta e furia per dimostrare che i Coldplay sono veramente il niente musicale degli anni 2000?

I Duran si possono pure autocitare: a loro bastano poche note di basso di “Anniversary” per far sobbalzare il cuore di tante donne che penseranno a “Wild Boys” per poi lanciarsi in un ritornello a metà strada tra “Girls on Film”e “The Reflex”. Sarà anche nostalgia, ma il loro calcolato recupero emozionale di schegge di memoria è fatto con tanta maestria da non annoiare. È questo l’elemento di novità: questo disco non annoia, anzi, ascolto dopo ascolto entra nel tuo corpo, inizia a comandare le tue pulsazioni e il tuo desiderio di bere qualcosa di dolce, alcolico e ghiacciato.

Ma non è finita qui; i nostri hanno anche il “coraggio” di scrivere canzoni che possano diventare classici. Oggi nel 2021, proprio come se il 1982 fosse stato “solo” qualche anno fa. La title track è una canzone di una classe che non ti aspetteresti, di una maturità che non immagineresti mai da quattro ex ragazzi sbruffoni di Birmingham. Ed invece è così e Graham Coxon (ex Blur) alla chitarra non fa che essere la ciliegina sulla torta. E se pensate che sia un cosiddetto, almeno dalle mie parti, “colpo di culo”, i nostri ribadiscono la loro classe con “Wing” e poi con “Falling” che vede al piano Mike Garson di bowiana memoria.

Quindi, in conclusione, tornando alle domande amletiche di inizio recensione, le risposte possono essere quelle prevedibili, ma forse, e mi fareste davvero un regalo, se vi ho incuriosito, provate ad ascoltare “Future Past” e ditemi la vostra onestissima opinione. Io, nel frattempo, premo il tasto play del mio stereo e me lo riascolto.

Articolo di Jacopo Meille

Track list “Future Past”

  1. Invisible
  2. All Of You
  3. Give It All Up ft. Tove Lo
  4. Anniversary
  5. Future Past
  6. Velvet Newton – solo nella deluxe edtion
  7. Beautiful Lies
  8. Tonight United
  9. Wing
  10. Nothing Less
  11. Laughing Boy – solo nella deluxe edition
  12. Hammerhead ft. Ivorian Doll
  13. Invocation – solo nella deluxe edition
  14. More Joy! ft. CHAI (JPN)
  15. Falling ft. Mike Garson

Line up Duran Duran: Simon LeBon voce / Nick Rhodes tastiere / John Taylor basso / Roger Taylor batteria / Graham Coxon chitarra brani 1-6 e 9-15

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