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esterina “Musica di Provincia”

Disco che è l’essenza stessa della band


Ho in cuffia “Musica di Provincia”, il nuovo lavoro degli esterina, band di Massarosa, in quel di Lucca, co-prodotto insieme ad Arturo Pacini e uscito per la Curaro Dischi. Per recensire questo album ho deciso che partirò dalla traccia numero 9 “La mia ragazza”, in cui a un certo punto Fabio Angeli canta così: la mia ragazza non è mica scema, sa cosa tiene e cosa butta via. È questa la frase che, da sola, descrive esattamente il loro quinto disco in studio. Già, perché “la mia ragazza” è proprio lei, esterina, una donna minore, come piace dire a loro, una che sta in disparte, fuori dai giochi di potere, che non ha ministri a cui arrivare. Però esterina non è una sprovveduta, viene dalla provincia, ma non è una provinciale e porta con sé in dote il profumo della terra e del mare, dei campi in cui vive, si veste della sua musica mai banale, mai scontata, delle sue storie e dei suoi racconti, talvolta per tutti, talvolta più intimi.

Un dettaglio che mi ha colpito immediatamente, appena ho avuto in mano la mia copia deluxe del disco (ci sono vari gadget sfiziosi, oltre alla copia in digipack del cd) è stata la foto di copertina, perfetta sintesi del concetto espresso sopra. La targa di ceramica con su scritto il titolo dell’album, realizzata apposta per l’occasione e murata sulla parete esterna della loro sala prove/sala di registrazione/luogo degli impossibili concerti di Rietto durante il periodo Covid (il cuore pulsante della macchina perfetta che hanno creato insomma), si trova esattamente al centro delle diagonali di questa immagine che a una prima occhiata sembra quasi banale, quasi troppo semplice, ma che in realtà nasconde tutta la loro filosofia, il loro modo di intendere la musica, risultando perciò perfetta, ancora una volta. La targa-provincia diventa il centro del discorso, non il margine, la ricerca estrema e meticolosa del suono, della scelta degli strumenti, dell’artigianalità, dello sporcarsi le mani, del sacrificio, della convinzione e dell’ostinazione nel perseguire un obiettivo, un’idea, un’intuizione profonda. Rappresenta i valori fondanti degli esterina e della loro arte creativa.

Questi ragazzi, in sostanza, fanno finta di esserci per caso, ma il caso è l’ultima cosa che ha a che fare con loro, da sempre, e ogni volta che escono con qualcosa di nuovo, non fanno altro che perfezionare quel progetto iniziato ormai oltre quindici anni fa (“Diferoedibotte”, il loro primo lavoro, è del 2008). Questa premessa è necessaria e fondamentale se si vuol comprendere davvero a fondo questo disco, ennesima prova superata dal gruppo, ma anche l’essenza stessa degli esterina. Il loro sound ormai lo riconosci appena lo senti partire con la traccia numero uno, “Open to Massarosa”, un intro strumentale, altra novità inserita nel disco, a far coppia con l’altro strumentale presente, “Calafata”, che invece chiude il lavoro, dopo un’ora di ascolto.

Nel mezzo ci troviamo dieci pezzi che galleggiano nel territorio tra mare e montagne, tanto caro nei loro testi e nella loro ricerca lessicale, ma anche canzoni più politiche e di più ampio respiro come “Genova quel ragazzo”, dannatamente attuale 23 anni dopo i fatti del G8 di Genova e che per questo hanno deciso di presentare in questo lavoro del 2024, con tanto di video realizzato attraverso il montaggio di materiale di repertorio di quel momento così buio.

Sono sempre curioso e felice di mettermi all’ascolto degli esterina perché restano a mio avviso una delle band più interessanti e meno scontate o noiose del panorama nazionale, saturo di presenze di cui si potrebbe fare tranquillamente a meno. Gli arrangiamenti, la costruzione e la struttura dei brani, i testi mai banali, svelano qua e là momenti finalmente intriganti e ne sono esempio alcune frasi come quella che ritroviamo in “Questa sono io”, in cui si sente cantare una frase come arredare la tua faccia di amarezza confidente, oppure il fascinoso parallelismo che Fabio immagina tra querce e balene, nel mio brano preferito dell’album “Le cose che da tempo ti dovevo”, che racchiude in sé una poetica agrodolce e rivela l’attenzione verso un tema a me molto caro come quello dell’ambiente e del disastro ecologico a cui stiamo assistendo da anni, dove basta un banalissimo sacchetto di plastica per far morire creature cosi monumentali e sacre per i nostri mari.

Il mare. Elemento che lega tutti i lavori degli esterina, nessuno escluso, rappresenta un punto essenziale della loro appartenenza al territorio, a quel pezzo di provincia che non è Appennino e non è costa Toscana, una terra di mezzo da cui però nascono meraviglie semplici come le ballad “Amore splendido” che contiene un’altra novità, la presenza inedita di una delicatissima voce femminile, Maria Elena Lippi (Folkoinè) oppure in “Se me lo dicevi prima”, brano impreziosito dalla collaborazione al fischio di Tommaso Novi (Gatti Mézzi).

Una menzione al brano “Una roba facile”, quello dal sound più rock e pesante di “Musica di Provincia”, perché alla fine gli esterina sono una band rock e questa traccia ce lo ricorda a pieno titolo, nonostante questo lavoro sia permeato da un’atmosfera più cantautorale e meno ruvida rispetto al passato. In chiusura vorrei citare e ringraziare il mitico batterista di sempre, Giovanni Bianchini, che conclude con questo disco la sua splendida cavalcata con gli esterina e che si ritira dopo aver registrato questo ultimo disco insieme, per tornare sulle sue colline ricoperte di olivi, a vegliare su Rietto da quella posizione privilegiata, appena sopra Massarosa.

Ho dimenticato infine di precisare la data di uscita dell’album, il 29 febbraio 2024, un giorno che capita una volta ogni quattro anni. Un caso anche questo? Sono sicuro che ci siamo capiti…

Articolo di Alessio Pagnini

Track list “Musica di Provincia”

  1. Open to Massarosa
  2. Genova quel ragazzo
  3. Questa sono io
  4. Le vite degli altri
  5. Capolavori
  6. Le cose che da tempo ti dovevo
  7. Amore splendido
  8. Una roba facile
  9. La mia ragazza
  10. Se me lo dicevi prima
  11. Esisti te
  12. Calafata

Line up esterina: Fabio Angeli voce, chitarra / Massimiliano Grasso piano rhodes, synth, elettronica, chitarra, voce / Giovanni Bianchini batteria / Daniele Pacini basso, synth, elettronica

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