Il nuovo full lenght del gruppo Faveravola “Castrum Zumellarum”, fuori dal 12 gennaio su Lizard Records, è tra le novità prog di inizio anno, un altro disco che sicuramente non deluderà gli amanti del genere. Si tratta di un pregevole concept album dell’ensemble trevigiano, composto da otto musicisti e fondato nel 1998, con all’attivo già uno splendido lavoro del 2006 “La Contea dei Cento Castagni”. Dediti a un Prog sinfonico e barocco che riprende le tradizioni dei primi ’70, i Faveravola lo coniugano con una sorta di Folk Rock, talvolta venato da spunti celtici e musica etnica con qualche tipicità cara ad Angelo Branduardi. Ne viene fuori un’intrigante commistione, che riesce a appassionare chi ascolta, immergendolo nelle atmosfere suggestive trasmesse dai loro lavori sempre molto fantasiosi.
Il primo contatto con questa opera è stato visivo. Affascina la copertina e le illustrazioni della grafica Marta De Martin, utilissime a introdurre l’ascoltatore nel clima dell’album. Una cover che ben esemplifica i tratti distintivi della storia e fa da coronamento alla sua musica.
Il disco è una medieval prog-rock-opera, il cui tema ruota attorno alla narrazione della saga del Castello di Zumelle, un luogo tuttora esistente nel bellunese e che deve il suo nome al mito dei gemelli nati dell’amore tra il cavaliere ostrogoto Genserico, antico signore del castello, e la damigella Eudosia. La band prende spunto da questa avventura per raccontare un’altra travagliata quanto leggendaria storia d’amore, quella tra il cavaliere Murcimiro e la contessa Atleta; una vicenda dagli innumerevoli colpi di scena, che alterna momenti di soavità e vendette consumate con la spada, la casta purezza di un bacio e la travolgente passione che toglie il sonno.
Una storia non semplice da raccontare, ma che Faveravola ci presentano con sapienza attraverso nove romantici episodi. A momenti più soft e pastorali si susseguono scorribande prog rock dove diventano protagonisti l’Hammond, il pianoforte di Giancarlo Nicorelli e la sei corde di Gianluca Tassi, ma anche la ritmica sa essere incalzante grazie all’ottimo lavoro del bassista Adriano Durighetto e la batteria di Paolo Coltro. Il tutto viene costantemente impreziosito dal violino di Consuelo Marcon, che congiuntamente alle note dell’acustica di Flavio Miotto e del sax soprano di Renato Bettello, conferiscono raffinatezza alle partiture.
L’atmosfera epica viene suggerita sino dall’incipit sacrale di “Anno Domini DXXXV”, con l’unisono iniziale del Coro Sant’Anselmo avvolto dalla solennità dell’organo che accoglie una voce narrante in latino. Subito dopo arrivano i primi ritmi folk e la scenografia cambia rapidamente con “Anno del Signore 2024” che contrasta volutamente con la prima traccia mettendo in scena un motivo popolare colorato dal brio del flauto. Le trame si fanno più intense e assumono connotati tipicamente prog nel brano “Murcimiro”, nel quale a un intro sognante di pianoforte segue un connubio fra Hammond, riff e di nuovo il flauto prima di un ammaliante assolo della chitarra elettrica che precede un finale di nuovo riflessivo e drammatico.
Come nelle consuetudini del Prog non possono mancare nell’album brani più corposi, due mini-suite bellissime, “Atleta” e “Il rapimento” che scandiscono le loro evoluzioni nelle atmosfere peculiari dei ’70 con qualche reminiscenza di gruppi storici come Le Orme, citate anche nel promo, ma anche band d’oltremanica. Un plauso particolare va rivolto al timbro vocale di Alessandro Secchi e la special guest Bianca Luna; superlativi nel primo dei due brani con il loro duetto, nel quale le interpretazioni danno forza espressiva e pathos al racconto musicale.
L’album continua questa alternanza tra momenti carezzevoli come “L’amore conquistato con la spada”, sublime acquarello sonoro e altri più inclini al Rock come il pezzo “L’attesa”. “L’Assedio” è un’altra cavalcata prog, dove però non mancano elementi folk e etnici con l’Hammond protagonista. Il brano conduce all’epilogo malinconico, usuale nei cantastorie trecenteschi, di “Canto d’amore di un menestrello”; ancora un intrigante duetto tra Bianca Luna e il vocalist Alessandro Secchi.
Più di un’ora di opera colta, il disco conquista per l’eleganza della musica che diventa sfondo perfetto per una vicenda affascinante che si assapora brano dopo brano. La veste per questa fine narrazione è stata affidata alla potenza espressiva del Prog Folk e avvince sin dalla prima nota. Abbiamo atteso diciotto anni per una nuova opera dei Faveravola, ma l’attesa è valsa certamente la pena. Sono certo che “Castrum Zumellarum” avrà il successo che merita per la bellezza di una storia dai molti volti e la maestria dei musicisti che sono riusciti a raccontarla.
Articolo di Carlo Giorgetti
Tracklist “Castrum Zumellarum”
- Anno Domini DXXXV
- Anno del Signore 2024
- Murcimiro
- Atleta
- L’attesa
- Il rapimento
- L’amore conquistato con la spada
- L’assedio (l’amore ucciso dall’odio)
- Canto d’amore di un menestrello
Line up Faveravola: Alessandro Secchi voce, cori / Giancarlo Nicorelli tastiere, sintetizzatore, piano, voce narrante / Adriano Durighetto basso / Paolo Coltro batteria, percussioni / Consuelo Marcon violino / Gianluca Tassi chitarra elettrica / Renato Bettello flauto, sax soprano / Flavio Miotto chitarra acustica Special guests: Bianca Luna voce, cori / Coro Sant’Anselmo
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