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Gang “Fra silenzi e spari”

Operazione unica nella sua specie, perché riporta a casa le canzoni, le libera dal giogo delle case discografiche, e le rende davvero popolari

L’operazione “riportando tutto” a casa è ufficialmente cominciata ed è stata portata a termine con “Fra silenzi e spari”. I Gang, e cioè Sandro e Marino Severini, escono con il primo capitolo dell’operazione che prevede di riappropriarsi, e riappropriarci, grazie al crowdfunding, delle incisioni contenute negli album che vanno da “Le radici e le ali” del 1991 fino a “Controverso” del 2000. I diritti di quelle canzoni sono di una nota casa discografica, e i Gang, fedeli alla loro linea, hanno deciso di re-incidere quei brani, per portarli di nuovo a casa. Renderli di nuovo loro, in sostanza. D’altronde, che piaccia o meno, nel mondo nella musica succede ormai esattamente quello che va dicendo Morgan, in modo magari non piacevole, da molto tempo.

“Fra silenzi e spari”, uscito nei giorni di Natale 2023, e spedito dal 3 di gennaio 2024 ai co-produttori, è il primo capitolo di questa operazione, un album che pesca in tutti quei quattro lavori, e riporta a casa grandi classici come “La pianura dei sette fratelli”, “Comandante”, “Johnny lo Zingaro”, tre delle canzoni più significative della produzione dei Severini. Per dar vita a questa operazione, i Severini si sono affidati a una squadra rodata, e cioè i musicisti degli ultimi tre album (una lunga schiera di artisti, di varia astrazione), affidando poi la direzione artistica a Jonathan “Jono” Manson, musicista, cantautore e produttore originario di New York. Anche il master è stato eseguito negli Usa, da David Glasser.

Il risultato è un album alla Gang, al 100%. Il mood è quello che più si addice al gruppo, e cioè quello figlio dei Clash, anche se va detto che sono i Clash alla maniera dei fratelli Severini. Un lavoro che suona davvero bene, e le canzoni non solo sono rinate, ma sono state anche rinfrescate e, in alcuni casi, sono decisamente migliorate rispetto alla versioni degli anni ‘90. I casi più emblematici sono “Johnny lo Zingaro”, “Comandante”, “Bandito senza tempo”, “Sesto San Giovanni”, e il grande classico “La pianura dei 7 fratelli”.

Così le storie minoritarie, quelle che, spiega Marino nei vari concerti, permettono la resistenza alla macro storia dei vincitori, dei figli di Adelmo Cervi (il 28 dicembre 2023 ricorreva l’80esimo anniversario dell’eccidio); di Giuseppe Mastini (e cioè Johnny lo zingaro); e di Sante Notarnicola (il bandito senza tempo), tornano a vivere con un sound più rock, a tinte blues e, nel caso di “Johnny lo Zingaro”, con un mood folk-blues che rende decisamente migliore questa versione. Anche “Sesto San Giovanni” diventa una ballad sullo stile delle esecuzioni che vengono proposte quando i Severini si esibiscono in duo (detto fra di noi, io avrei osato andare in questa direzione, e cioè proporre un bel lavoro acustico, perché, credetemi, queste esecuzioni live, a due, sono splendidi).

Per le altre sette, si diceva, il cambio non è radicale, ma è chiaro che i suoni sono stati uniformati, come se tutte queste canzoni fossero arrivate in studio per la prima volta. Trovo questa operazione onesta, nel momento in cui si decide di non operare alla Dylan, e cioè stravolgere il tutto per farne nuove versioni. Strada che si può percorrere, lo fa ancora oggi il Bardo di Duluth e, per tanto tempo, è stata strada percorsa anche da De Gregori.

I Severini, invece, decidono di prendere la loro strada, come è sempre stato. Rinfrescano, senza stravolgere, ma danno vita di fatto a un album nuovo. Le canzoni salutano Bubola; salutano la trilogia “L’Età del pane”, ultima volta nella quale i tre album “Le radici e le ali”, “Storie d’Italia” e “Una volta per sempre”, furono ristampati, per diventare un nuovo lavoro musicalmente più compatto, con meno orpelli – ci sono molti meno suoni e suonagli nelle canzoni – e si torna al mood degli albori dei primi tre lavori (1984-1989) in lingua inglese: che dire, perché non “riportare a casa” anche quelli? Sono 40 anni nel 2024. Quelli cioè direttamente ispirati dai Clash, band che ha contribuito alla nascita dell’avventura.

Le nuove versioni, va detto con onestà, come impone la storia dei Gang, non sono però differenti in toto da quelle originali. Non si cerchi qui uno stravolgimento di quelle canzoni, ormai veri tatuaggi della band. I Severini rinfrescano, come succede quando si dà il bianco in casa, questi pezzi che ne escono ringiovaniti. Ho creato una playlist su Spotify – “Gang originale” – con la stessa scansione del nuovo album, al fine di poter ascoltare e confrontare. Per chi volesse, perché, per quanto mi riguarda, al di là dell’ovvio ascolto fatto per scrivere questo testo, del paragone mi importa poco o nulla. Ogni album, per definizione, ha una sua vita, e come tale va ascoltata, vissuta e compresa.

L’operazione più importante, e ci avviamo alla conclusione, riguarda la tenuta d’insieme dell’album. Questi 12 brani, nell’operazione di ritinteggiata degli esterni – nessun testo è stato modificato -, sono presi da lavori differenti, usciti poi in epoche diverse. Di fatto, provengono da quattro dischi, come era stato promesso da Marino nel video di presentazione del crowdfunding, operazione che vedrà altri due album, nei prossimi anni. È normale che, messi in fila nelle versioni originali, suonino differenti, pur se un filo conduttore, e cioè il marchio di fabbrica, esiste. In “Fra silenzi e spari”, titolo preso da un verso di “Se mi guardi, vedi”, canzone del 2000, da “Controverso”, album della rottura con la casa discografica Wea, da qui la necessità di questa operazione, tutto diventa omogeneo, con un sound di matrice più statunitense, che europea. Oltre alla bella voce di Marino, molto matura e piena.

Un’operazione, in conclusione, unica nella sua specie, perché si tratta di una band che, con l’aiuto dei fan, non solo riporta a casa le proprie canzoni, e le libera dal giogo delle case discografiche, ma di fatto rende questi brani davvero popolari. Nel senso di proprietà del popolo che, con i Severini, le hanno fatte proprie. Non solo cantandole, ma ricomprandole da chi le teneva prigioniere.


Articolo di Luca Cremonesi

Track list di “Fra silenzi e spari”

  1. Bandito senza tempo
  2. La Pianura dei 7 Fratelli
  3. Vorrei
  4. Se mi guardi vedi
  5. Oltre
  6. Fino alla fine
  7. Non è di maggio
  8. Il bandito Trovarelli
  9. Fuori dal controllo
  10. Comandante
  11. Johnny lo Zingaro
  12. Sesto San Giovanni

Gang online:
Official website: http://www.the-gang.it
Facebook Official: https://www.facebook.com/gang.official
You Tube: https://www.youtube.com/user/RumbleBeatRecord
Instagram: http://www.instagram.com/thegang_it
SoundCloud: https://soundcloud.com/thegang_it

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