Il 26 gennaio è uscito “Dust Of The Human Shape” di Ghost Atlas via UNFD. È un ascolto affascinante perché estremamente particolare e dicotomico. Lo dico fin dall’inizio. Ghost Atlas è il progetto parallelo di Jesse Cash, già conosciuto come chitarrista solista degli Erra. Questo è un album di idee, la cui complessità e la cura mostrate da Jesse in questo secondo lp suonano sicuramente come qualcosa che vale moltissimo, ma che richiede tempo per essere assimilato.
C’è tanto di tutto qui: dalle vibrazioni alternative rock degli anni ’90 alle melodie di fattura più contemporanea e vaghi ricordi lontani di un certo grunge. Tutto questo è sapientemente interconnesso con trame tanto fitte quanto poco eterogenee…e per fortuna. Si percepisce in vari punti e in vari modi l’approccio di Jesse alla scrittura, poiché fonde accattivanti melodie di chitarra con dei pattern più abrasivi e alcune voci rese enormi dal mix, che arrivano intrise di emozione.
Ecco, quindi, se c’è una cosa che veramente salta all’occhio in questo disco è la scrittura delle canzoni più delle canzoni stesse. Non succede spesso che mi rimanga in testa un arrangiamento, un bridge messo dove non te lo aspetti o, insomma, una trovata a livello di produzione più di una canzone come tale. Questa cosa mi lascia abbastanza interdetto: faccio fatica a capire se mi piacciano i brani del disco o gli arrangiamenti. È chiaro che il top sarebbe la combo tra le due cose, ma in questo caso devo dire che c’è una evidente disparità a favore degli arrangiamenti e della produzione. Almeno a mio gusto.
È una di quelle occasioni in cui ci sarebbe talmente tanto da dire che forse è meglio fermarsi qui e aggiungere soltanto che le 12 tracce qui offerte dimostrano che quando indossa il soprannome di Ghost Atlas, Jesse Cash fa mangiare la polvere alla maggior parte dei cantautori alt rock perché crea un’opera che mette in moto più domande che risposte.
Si sente che c’è l’arrosto ma anche fumo… ma è proprio questo fumo che fa venire sempre più fame. Per quanto sia storto come ragionamento, quando succede questo, e cioè quando si crea curiosità in qualsiasi modo, beh: obiettivo raggiunto!
Articolo di Bruno Giraldo
Track list “Dust of The Human Shape”
- Void Voyeur
- Panorama Daydream
- Lesser Gods
- Gaps In The Armoire
- Seeker (Stretch of The Night)
- Riding the Blindside
- Tomato Red
- Polyphonic Mind
- Bedsheet Tourniquet
- Dust of The Human Shape
- In The House of Leaves
- Death Confetti
Line up Ghost Atlas: Jesse Cash vocals / Alex Ballew drums / Conor Hesse bass / Ben Havok guitar / Michael Taylor guitar
Ghost Atlas online:
Facebook https://www.facebook.com/ghostatlasofficial/
Instagram https://www.instagram.com/ghost.atlas/
YouTube https://www.youtube.com/channel/UC-iFgvF_G3RvouFpyyw4jdg