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Ghost Car “Truly Trash”

Album ben suonato e curato in ogni singolo anfratto senza mai perdere di spontaneità

Dopo uno Split-Album nel 2015 con i Summerisle e vari ep/singoli le Ghost Car rilasciano il primo full-length “Truly Trash” uscito il 28 ottobre 2022 per One Little Independent Records – Bertus. Collocarle musicalmente con pochi aggettivi o pochi richiami è ardua impresa, il loro sound si districa tra Punk’n’Roll, Electro ’80 e atmosfere anni ‘ 60 ’70 che catturano anzi magnetizzano (e a tratti spiazzano) l’ascoltatore; l’impostazione punk infatti è solo un cavallo di Troia che porta dentro una fucina di idee ed influenze.

Quello che colpisce è la grande capacità di rendere calzante e scorrevole qualsiasi cosa propongano: disarmante è infatti la naturalezza con cui le canzoni si schiudono in un lavoro che poco spazio lascia al purismo. Il loro suono è infatti lontano dai suoni punk grezzi ed aggressivi, con uno dei loro punto di forza che sta in una raffinatezza degli arrangiamenti e delle proposte. I brani sono vari nelle dinamiche e sempre contraddistinti da una sofisticata leggerezza; inoltre, assieme ai loro testi, si mostrano irriverenti e pungenti e freschi come la loro personalità.

La rullata della open-track “Terrible Feelings” fa iniziare questo viaggio, fatto quasi sempre da canzoni dalla doppia anima, non necessariamente bianca o nera, ma quasi da intendere come in un processo di continuità di azione-reazione. Anche il secondo brano “Selfish, Spoiled” non ne è sicuramente da meno: inizia in maniera quasi scherzosa e si trasforma verso il terzo minuto in mantra rituale, a metà strada tra una maledizione ed un sabba in lingue arcaiche.”Mechanical Soul” è una netta presa di posizione contro la falsità e la pretesa di vivere una vita in modalità fake, vendendo le proprie anime all’apparenza.

Una delle loro peculiarità è quella di avere più soluzioni per il lead singing con due voci a disposizione: una molto alta come pitch ed una più calda e definita. Questa è un’arma che usano a mio viso bene e la sfruttano per enfatizzare musica, significato del testo e messaggio che intendono trasmettere come accade emblematicamente in “Basta” e “Sex”. “Clown Town” con il suo testo anti-sistema è a memoria personale, una delle poche canzoni punk a non avere una nota distorta per circa due terzi della sua durata e che nulla ha da invidiare per attitudine alla maggior parte dell’assortimento del genere. “Conch Pearl” mette in metafora l’indipendenza personale come rarità che non necessita di nessuno per essere raccolta, allontanando il concetto di possesso per quanto il soggetto-oggetto sia bello ed appetibile.

Se questo album è come un viaggio che racchiude in sé tutto quello che si cerca – felicità, tristezza, leggerezza e serietà, impegno sociale ed implicazioni personali – l’ultimo pezzo, la title track, è un viaggio nel viaggio degna sua chiusura, atmosferica e ed incalzante allo stesso tempo. Un lavoro, questo “Truly Trash”, che mostra un’ottima produzione, una scelta dei suoni – dalle distorsioni e gli effetti per le voci, alla batteria ed il basso – quasi impeccabile; un album ben suonato e curato in ogni singolo anfratto senza mai perdere di spontaneità.

Articolo di Pierluigi Laurano

Tracklist “Truly Trash”

  1. Terrible Feelings
  2. Selfish, Spoiled
  3. Mechanical Soul
  4. Basta
  5. Embleton Road
  6. Clown Town
  7. Sex
  8. Conch Pearl
  9. Sushi Addict
  10. No History 
  11. Truly Trash

Line up Ghost Car: Clara Bleda / Laura Hart / Maeve Henry / Cecilia Corapi

© Riproduzione vietata

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