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Heartless Bastards

Heartless Bastards “A Beautiful Life”

Hanno alle spalle parecchia strada polverosa, una storia variegata, ma è proprio con questo “A Beautiful Life” che hanno trovato la quadratura del cerchio

“A Beautiful Life” è prima di tutto una creatura di Erika Wennerstrom, che in veste di musicista, cantante, compositrice e produttrice, in partnership col produttore Kevin Ratterman (Strand Of Oaks, Jim James, White Reaper) ha dato alle stampe un album sorprendente, vario, mai banale.
             
Un tappeto apparecchiato nel mezzo del nulla desertico, una poltroncina, un vecchio televisore e la Wennerstrom a guardare immagini di repertorio e ricordi di famiglia. Questo il quadro che ci viene offerto dal videoclip di “Revolution”, che apre il disco corteggiando la vocalità di Nico (al secolo Christa Päffgen) ma poi s’invola in una focosa corsa di sei minuti che evolve e muta senza sosta. E così il deserto diventa man mano uno sbocciar di fiori, un cielo, nuvole, la superficie del mare, mentre a livello sonoro accade di tutto, fino a quando terminiamo l’ascolto già colmi della traccia migliore dell’intero album, qualcosa che sarebbe difficile da concepire come apertura, ma che in effetti messa lì, all’inizio, non trova rivali.

“How Low” è meno tesa, più aperta e conciliante, ma il messaggio è tutt’altro che rassicurante, sottolineato anche in questo caso da un video funzionale e comunicativo che ci mette di fronte alle bellezze del nostro mondo, in contrapposizione alle brutture con le quali lo stiamo uccidendo, giorno dopo giorno. Non a caso le immagini terminano con il pianeta Terra che continua a girare nello spazio, lungo la sua orbita. Ci si chiede immediatamente quanto ancora continuerà a farlo, di questo passo.

“You Never Know” è una ballata sostenuta e mai scontata, supportata da un ritmo incalzante e da semplici linee orchestrali, fra le quali è tuttavia la voce calda della nostra Erika a fare la differenza, facendoci restare in testa per ore i suoi “oh oh oh oh oh”. Il piano in “When I Was Younger” è quasi un giro da carillon: ci proietta in maniera perfetta all’indietro, nei ricordi celebrati e sospirati dal testo e dalla melodia retrò. 

“The River” inizia immersa nei suoni della natura, sui quali s’innesta un crescendo psichedelico proveniente direttamente dagli anni ‘60. Il corpo della canzone poi è tutta nell’alternanza/fusione fra questi due timbri: quello classico alla “Heartless Bastards” misto a un retaggio visionario decisamente più vintage. “Photograph” fa ripartire il piede, con un incipit folk-rock da manuale che in realtà è solo uno specchietto per le allodole; il brano infatti s’infrange in una lunga caduta strumentale Alternative, per poi riprendere le fila canoniche solo nelle battute finali.
      
Il livello degli arrangiamenti è senza dubbio merito anche dei turnisti di livello che si sono aggiunti alla formazione base. Parliamo di nomi quali Lauren Gurgiolo (Okkervil River), Greggory Clifford (White Denim), Jesse Chandler (Mercury Rev, Midlake), Bo Koster (My Morning Jacket) e David Pulkingham (Patty Griffin), che hanno saputo impreziosire “A Beautiful Life” attraverso una gamma ampissima di soluzioni sonore, idee così forti da ricadere anche sull’impianto strutturale, e una fantasia ricca a tal punto da travalicare l’indie/alternative rock di base. 
         
“Dust” è il momento più lento e riflessivo, un brano da ascoltare con gli occhi rivolti in alto senza tuttavia guardare nulla, persi nelle proprie emozioni e dolcezze private. “Went Around The World” è insistente, suadente; presenta gli arrangiamenti che più si discostano dal resto della produzione, rimandando a immaginari filmici. “It Doesn’t Matter Now” suona spensierata e “passeggiata”, una dissertazione di leggerezza musicale sulla quale, tuttavia, la forza della vocalità della Nostra s’impone con un piglio da Black Music.

Chiude “The Thinker”, e a livello concettuale non poteva che trovarsi qui, questo pezzo, perché se “A Beautiful Life” è l’opener perfetta, “The Thinker” è la chiusura di cui il disco aveva bisogno: evocativa e conciliante, con una linea che a volte declama, poi recita, richiamando a se tutte le tematiche narrate nell’album e rivivendole dall’interno, finalmente metabolizzate. 
          
Gli Heartless Bastards hanno alle spalle parecchia strada polverosa, si sono formati a Cincinnati nel 2003, hanno avuto una storia variegata, avevano all’attivo già cinque album, ma è proprio con questo “A Beautiful Life”, primo lavoro uscito il 10 settembre 2021 su Thirty Tigers , che a mio avviso hanno trovato la quadratura del cerchio.

Articolo di Simone Ignagni

Track List “A Beautiful Life”

1. Revolution
2. How Low   
3. You Never Know   
4. When I Was Younger         
5. The River    
6. Photograph 
7. A Beautiful Life      
8. Dust
9. Went Around The World   
10. It Doesn’t Matter Now     
11. The Thinker



Line up Heartless Bastards            
Erika Wennerstrom – chitarra e voce / Mark Nathan – chitarra  / Jesse Ebaugh – basso  / Dave Colvin – batteria


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