“The Noble Art Of Self Destruction”, pubblicato il 25 Agosto da Sharptone Records, è stato descritto dalla band come il lavoro finale di una trilogia di dischi che racchiude il primo capitolo della loro carriera. Il tema portante del primo album “Holding Abscence” (2019) è l’amore, mentre “The Greatest Mistake Of My Life” (2021) parla della perdita. “The Noble Art Of Self Destruction”, essendo un album di chiusura, narra di come ognuno di noi sia un’opera d’arte incompiuta, con significati e qualità in attesa di essere scoperti. Si conclude con una nota di speranza, guardando al futuro senza paura, con la voglia di cogliere e abbracciare l’essenza riscoperta di sé.
La prima traccia, “Head Prison Blues”, ci introduce al tema portante dell’album. La mente è vista come una prigione che nessuno dovrebbe visitare e la voce narrante sta perdendo la voglia di andare avanti. Il cantante chiede a chiunque stia ascoltando di aiutarlo a vivere di nuovo perché ha il disperato bisogno di ritrovare sé stesso, di vedere un nuovo riflesso. Il contenuto della malattia mentale non è solamente ricorrente in questo disco ma in tutta la discografia degli Holding Abscence, riuscendo a rendere un’immagine realistica e vivida di come sia davvero attraversare un episodio depressivo.
“Scissors” riprende il tema della malattia mentale ma lo presenta sotto una nuova prospettiva. La speranza è caduta davanti agli occhi di chi narra, ma proprio questa perdita ha illuminato qualcosa dentro di lui. È una canzone ambivalente, disegnata con sfumature interessanti. Da una parte viene mandato un grido di aiuto, perché la posizione in cui si trova viene percepita come insopportabile. Dall’altra il dolore viene giustificato come giusto, come un fardello che debba essere portato. I’m desperate to be seen, I’m petrified of being perceived, gli ultimi due versi della canzone racchiudono a pieno la dualità della malattia mentale. Dualità che viene ripresa anche nel titolo dell’album, la nobile arte della distruzione di sé, è chiaro che la malattia mentale non sarà dipinta solo in modo avverso ma anche come una forma di redenzione.
Con “These New Dreams” verso fine disco capiamo dove l’album voglia arrivare. Se “Scissors” era una canzone ambivalente sulla la duplicità della depressione, “These New Dreams” parla del perdonare sé stessi dagli errori commessi in passato e di guardare al futuro con speranza. Interessante notare come l’intero disco sia un percorso, inizia con una canzone dal grido disperato e si conclude con un inno alla fiducia nelle possibilità che la vita ha da offrire.
L’ultima traccia, “Angel In The Marble”, racchiude in sei minuti la completa essenza dell’album. Il titolo rimanda a una citazione di Michelangelo, che creando il David disse: Ho visto l’angelo nel marmo e l’ho scolpito finché non l’ho liberato. Il significato di questa splendida frase racchiude il tema portante di “The Noble Art Of Self Destruction”, c’è della grandezza nascosta in ognuno di noi, dobbiamo solo impegnarci a valorizzarla. Questo processo non è facile, viene infatti dipinto nel testo come un sacrificio fondamentale per la crescita.
Il nuovo album degli Holding Absence è una testimonianza di come le opportunità di cambiamento e crescita si trovino in ogni momento, dal profondo della disperazione all’euforia dei nostri più grandi amori. Se siete fan del genere, gli Holding Abscence sono una band da tenere d’occhio. Questo non è solo la fine del primo ciclo di una splendida trilogia, ma l’inizio di qualcosa di futuri cimeli nella loro carriera.
Articolo di Ambra Nardi
Tracklist “The Noble Art Of Self Destruction”
- Head Prison Blues
- A Crooked Melody
- False Dawn
- Scissors
- Honey Moon
- Death Nonetheless
- Her Wings
- These New Dreams
- Liminal
- The Angel In The Marble
Lineup Holding Abscence: Lucas Woodland voce / Scott Carey chitarra / Benjamin Elliot basso / Ashley Green batteria
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