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Infected Chaos

Infected Chaos “Dead Aesthetics”

Disco che ha salde le redini compositive legate alla classica interpretazione del Death Metal e arricchito da spunti melodici

Sull’onda lunga della mezza delusione provocatami dall’ultimo lavoro in studio degli Hypocrisy (ancor più dolorosa se si considera il palmares della leggendaria band svedese attiva dai primi anni Novanta) mi sono ritrovato a fare i conti con una constatazione piuttosto drammatica riguardo allo stato di salute precario del Death Metal e delle sue varie frange più melodiche negli anni correnti. Ecco perché l’essere incappato nel gruppo soggetto della recensione odierna è stata una sorpresa ben oltre ogni più rosea aspettativa.

Il disco in questione è “Dead Aesthetics” degli Infected Chaos, rilasciato come pubblicazione indipendente. Come si può evincere dal trafiletto iniziale, è chiaramente comprensibile il mio essere arrivato in netto ritardo su questo lavoro, pressoché privo di fiducia nei confronti di un genere che nei recenti passati ha avuto ben poco da offrire. Tuttavia, raramente come in questo caso, mi sono sentito felice come un bambino a Natale nel darmi dello scemo da solo, reduce da un ascolto assolutamente di livello e ricco di spunti ispiratissimi.

La critica puramente personale che posso muovere a questo terzo disco del quintetto austriaco è la mia classica invettiva rivolta a produzioni troppo ripulite ed eccessivamente laccate, tratto di cui cade vittima anche questo “Dead Aesthetics”, ma al di là di essa ci troviamo di fronte a un disco che ha salde le redini compositive strettamente legate alla più classica interpretazione del genere, il tutto arricchito da spunti melodici mai prolissi e certe chicche che hanno premiato la mia perseveranza e che premieranno anche quella dell’ascoltatore che si soffermerà a coglierne la raffinatezza. Raffinatezza poi per modo di dire, dato che sin dalla dinamitarda apertura “When Yonder Calls my Name” e ancor di più dalla successiva “Hollow Chars”, gli Infected Chaos iniziano subito a sfrecciare senza rimorso fra riff serratissimi, un approccio batteristico molto ispirato e una strepitosa alternanza fra le varie sfaccettature dei ruggiti del cantante Christian.

Spesso sono proprio i suoi ferali bassi a limare le eccessive costruzioni melodiche, che altrimenti avrebbero leso la resa complessiva dei pezzi. Un altro punto di forza sono le chiare influenze carpite dagli ultimi lavori in studio dei Necrophobic (altra band che saldamente inserita nel mio personalissimo pantheon del Metal Estremo) dove l’alternanza fra parti musicali puramente votate all’aggressione più ottusa vanno a mescolarsi ad aperture melodiche di livello altissimo. Ne è esempio lampante la parte centrale della strepitosa traccia “Gehenna”, dove l’assalto iniziale va a mescolarsi con un riff quasi alla Iron Maiden (mi si passi il paragone) coronato da un solo che non maschera la sua forte estrazione melodica e quasi Heavy Metal classico.

Gli Infected Chaos di fatto non sono artefici né della creazione di un nuovo genere, né della totale rinascita e rivoluzione dello stesso, ma la perizia con cui queste idee basilari del genere Melodic Death Metal vengono messe in campo va a rendere questo disco un ascolto davvero interessante sotto tutti i punti di vista. Nuove leve per un genere che, con dischi ottimi come questo, sembra meno “morto” del previsto …

Articolo di Lorenzo Bini   

Tracklist “Dead Aesthetics”

1. When Yonder Calls my Name
2. Hollow Chars
3. Eager Breed the Gods of Pestilence
4. Gehenna
5. Iron Nights
6. And Thus I Fell
7. …and a Cross Now Marks His Place
8. Death Metal Shock Prayer
9. Pitch-Black Fever
10. Away
11. Lethargia
12. Of Death and Birth

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