È tornato in cattedra l’unico e inimitabile “Master Of Horror”: John Carpenter, e già questo basterebbe a far drizzare le orecchie ai buongustai musicali. Il grande regista, ormai da 11 anni lontano dal cinema girato (“The Ward”, infatti, risale nientemeno che al 2010), torna con un nuovo progetto musicale: “Lost Themes III: Alive After Death”, pubblicato da Sacred Bones.
Il filone resta lo stesso dei precedenti lavori, “Lost Themes II” (2016) e la colonna sonora di “Halloween” (diretto da David Gordon Green nel 2018): visioni sonore orrorifiche che sembrano scritte appositamente per incubi non ancora sognati, o thrilling non ancora girati.
Il prepotente ritorno di Carpenter alla musica, al tour, alla sperimentazione, deve moltissimo alla collaborazione con il figlio Cody Carpenter e il chitarrista Daniel Davies. Il regista ha rilasciato recenti interviste in cui parla con entusiasmo del nuovo processo creativo, dell’amalgama che sono riusciti a raggiungere in fase di composizione e arrangiamento, e in effetti il lavoro appena uscito ne è la palese dimostrazione.
In questo “Lost Themes III”, parliamoci chiaro, non troverete nulla di tremendamente nuovo o moderno ma, proprio per questo, i fan di Carpenter godranno di ogni singola atmosfera, di ogni incastro fra i sintetizzatori di padre e figlio. “Alive After Death” è un compendio di musica da brividi, di suspense in forma musicale, e il videoclip ufficiale è uno splendido cortometraggio animato di 4 minuti da seguire fino alla fine col fiato sospeso.
“Weeping Ghost” assalta l’ascoltatore con una sequenza martellante di sintetizzatori che sembrano riportare direttamente alle atmosfere del capolavoro “Fuga Da New York”. “Dripping Blood” parte più sognante, sospesa, si evolve in un’epicità inedita per il nostro, evocando un limbo malinconico in cui è inevitabile restare imprigionati. Per sempre. “Dead Eyes” resta sulla scia della precedente, con una sfumatura notturna in più e una risonanza da sogno a occhi aperti. In “Vampire’s Touch” il Maestro sembra volerci raccontare il preludio al tocco freddo e immortale del vampiro, chiuso nella dannazione eterna di chitarre distorte che suggellano la coda in perfetto stile metal.
“Cemetery” ti trasporta in una notte di nebbia, fra le lapidi storte, la terra macabramente smossa, e un rumore giusto dietro le tue spalle che no, non dovrebbe esserci, che speri di avere solo immaginato… il preludio alla fuga disperata verso la salvezza. In “Skeleton” torna la spirale avvolgente dei sintetizzatori, che imprigionano l’ascoltatore mettendolo di fronte alla consapevolezza di ciò che tutti siamo realmente: essenzialmente ossa, destinate a sfaldarsi solo un po’ più tardi di tutto il resto. “Turning The Bones”, nell’ossessione della ripetizione ossessiva del riff iniziale, portato come base fino alla fine, genera un’ansia costante, micidiale.
“The Dead Walk” apre il sipario con teatralità, e si evolve con una sovrapposizione di suoni, percussioni e distorsioni ricche, diversificate, tenute su dalla cassa costante che sembra voler evocare il cammino instancabile dei non-morti. Chiude “Carpathian Darkness”, la traccia più lunga dell’album, un perverso threesome di pianoforte, chitarre elettriche e synth che attinge dalla vena più gotica dell’autore.
Quando la Paura è il centro dell’opera, di qualsiasi forma d’arte si parli, una cosa è certa: se la botta arriva significa che sono stati pigiati i tasti degli Archetipi, quelle categorie ancestrali che fanno parte di noi, del nostro vissuto, e sono inamovibili da ciò che realmente siamo. Carpenter ha la capacità naturale di rimestare nel torbido, di tirare fuori ciò che è stato rinvenuto in fondo a tutto per mostrarcelo.
E questo, signore e signori, è materia per pochi eletti.
Articolo di Simone Ignagni
Track List “Lost Themes III: Alive After Death”
- Alive After Death
- Weeping Ghost
- Dripping Blood
- Dead Eyes
- Vampire’s Touch
- Cemetery
- Skeleton
- Turning the Bones
- The Dead Walk
- Carpathian Darkness
Line up John Carpenter:
John Carpenter – sintetizzatori / Cody Carpenter – sintetizzatori / Daniel Davies – chitarre
John Carpenter online:
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