I Jukebox Monkey sono un trio del Kent e il cui secondo album “Smiles Becoming Teeth” è stato pubblicato il 28 luglio, preceduto dal singolo “The Never” uscito il 30 giugno con videoclip annesso. Ammetto candidamente com’è andata per questo disco. La prima volta l’ho ascoltato con una certa superficialità e, pur rimanendo colpito dalla pacca sonora davvero importante, l’ho trovato strano. Mi arrivava qualcosa di davvero molto denso attraverso la musica, e mi si aprivano immagini nella mente. Quando ho questa sensazione, cioè di essere trasportato in un qualche luogo immaginario dalle canzoni, a naso ci deve essere qualcosa sotto.
Senza volermi per forza dare ragione da solo ho scoperto alcune cose riguardo al disco e alla band, approfondendone la conoscenza. Intanto questo è il loro secondo album e, caspita, se al secondo disco il livello è questo siamo davanti a una promessa per il futuro. Poi scendendo nel dettaglio ho scoperto che i Jukebox Monkey sono un trio. Un power trio. Un molto power trio. Un trio che sforna “Smiles Becoming Teeth” dopo una serie di sconvolgimenti personali molto pesanti (con delle morti di mezzo a quanto pare, quindi per rispetto non ci si scherza sopra), ed ecco spiegato questo manto scuro, solenne, pesante, questo passo possente che poggia sopra le avversità e le difficoltà che ne hanno plasmato forma e sostanza. Rivelando le proprie ispirazioni dietro l’album, la band afferma: Questo album parla della disintegrazione dell’unità familiare. La natura transitoria delle relazioni, e quella delle famiglie in particolare, è il tema principale di questo disco.
Una messa pesantissima dissi all’inizio di questo articolo. Una messa probabilmente funebre. Ma perfetta come una perla nera. Gigantesca, immobile, granitica. Otto tracce in cui si distingue sempre, senza alcuna eccezione, la voce nitida. Come a voler dare assoluta importanza alla parte testuale. Il suono è molto nineties ma non in modo nostalgico. È come aver incontrato un vecchio amico che però ha un sacco di storie nuove da raccontare. Non annoia mai e risulta fruibile da chi è abituato a sonorità stoner, ma anche da chi apprezza altri generi perché tutto rimane, seppur pesante come il piombo, nitidissimo e pulito. Le tematiche sono particolarmente intrise di significato. Per esempio si parla di contrasto di “Like 1973” dove gli inglesi esplorano una generazione che non riesce ad assumersi la responsabilità della distruzione del pianeta e la lascia alla generazione successiva. “The Never” parla di quelle anime che decidono di unirsi in questa vita senza mettere al mondo un figlio\a e quindi non contribuendo all’evoluzione umana. Tema importante soprattutto se si pensa che questo è stato il brano scelto come singolo di lancio.
Il disco fila via che è un gran piacere, con la testa che si muove a ritmo e la faccia che prende espressioni più o meno aggressive. Si arriva alla fine con il brano migliore del disco a mio avviso. “Something Meaningless” si presenta con un groove portentoso prima di fluttuare in un magnifico stato psichedelico di trascendenza che è allo stesso tempo strazio e purificazione dell’anima. “Smiles becoming teeth” chiarifica tutto ciò che riguarda la band. Toglie tutte le curiosità tranne una: quella di vederli dal vivo. Una nuova band si impone nella scena stoner inglese: si chiama Jukebox Monkey E per finire questa messa…andate in pace…se potete.
Articolo di Bruno Giraldo
Tracklist “Smiles becoming teeth”
- Smiles becoming teeth
- Swirl
- People are not Disposable
- Like 1973
- Fountainhead
- The Never
- Deathbed Convert
- Something Meaningless
Line up Juke Box Monkey: Christopher Dabner vocals / guitar, Niki Jones vocals / bass, Peter Nightingale drums
Juke Box Monkey online:
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