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Karma “K3”

Emerge lo stato di grazia di una band che si è ritrovata compiutamente

Il nuovo album dei milanesi dei Karma mi riporta indietro nel tempo a un’esperienza assolutamente dirompente nel panorama italiano degli anni ’90, ma che rimase un lampo fulgido e breve, dopo aver regalato due splendidi album, capolavori dell’Alt Rock nostrano. Un mix perfetto tra componenti elettriche e acustiche, permeato di riferimenti provenienti dalla scena di Seattle, ma con un occhio al Rock e alla Psichedelia dei ’70. Ecco che oggi si ripropongono sulle scene discografiche con un nuovo full lenght, il loro terzo in studio dal titolo emblematico “K3”, fuori dal 27 ottobre per VREC Music Label. Un ritorno con il botto, atteso con trepidazione dai fan di questa leggendaria band, che per questa rentrée ha senz’altro fatto le cose in grande.

Lo dico subito, senza girarci troppo intorno. “K3” è un gran bell’album che avrà senza dubbio un grande successo nel panorama nazionale ma per il quale si auspica un riscontro positivo anche oltreconfine, nonostante la scelta audace di interpretare i brani in lingua italiana. Potremmo definire i Karma come un super gruppo per il grande spessore dei suoi interpreti, ma preferiamo inquadrarli come amici e musicisti che dopo tanto tempo si ritrovano con forti motivazioni, desiderosi di riproporsi in grande spolvero al pubblico fedelissimo che li ha attesi con fiducia. Nomi come quelli del vocalist e frontman David Moretti, del percussionista Alex “Pacho” Rossi, del bassista Andrea Viti e del batterista Diego Besozzi, non hanno bisogno di presentazioni, costituendo musicisti dal grande retroterra musicale. Una nota particolare la spendo sul talentuoso chitarrista e membro fondatore del gruppo Andrea Bacchini, importante colonna di questo lavoro, che però non parteciperà ai live autunnali di promozione di “K3”. Una circostanza momentanea che non modifica la line up della band. In tour sarà infatti temporaneamente sostituito da Ralph Salati dei Destrage.

Nonostante la grandezza dei due primi dischi, questa réunion non è frutto di un’operazione nostalgica, ma nasce dall’esigenza di proporre qualcosa di originale e al passo con i tempi mutati. Questa volontà ha preso forma durante il periodo pandemico, che pur nelle sue negatività, ha permesso alla band di risvegliare passioni sopite e un fermento di nuove idee. L’album è nato infatti tra il 2020 e il 2022 in due luoghi molto diversi, la verde cittadina di Orinda in California e la trafficata Milano, a testimonianza della sua natura cosmopolita che, come si diceva, offre all’opera l’opportunità concreta di espandersi anche all’estero.

Considerata la fama dei due dischi precedenti, “K3” ne è l’ideale prosecuzione, come se davvero il tempo si fosse fermato, pregno dei tratti distintivi del gruppo ma rinnovato da sonorità fresche e originali. Sorprende la comunicatività di questo lavoro, sospeso tra atmosfere diversificate. Non mancano l’amato Grunge ma la dote principale dell’ensemble è la capacità di saper ricreare paesaggi suggestivi. La sensibilità romantica, con l’aggiunta della componente psichedelica cattura l’ascoltatore; talora, secondo chi scrive, queste tipicità sono accarezzate da qualche sfumatura prog. Il tutto, come descritto dallo stesso combo, configura “K3” come molto più di un semplice ritorno, un album di Rock moderno espresso in ogni sua componente.

Le liriche affrontano temi importanti della società odierna, con piccoli spaccati di quotidianità e grandi valori, come la determinazione e il coraggio di chi non si rassegna alle dinamiche della civiltà contemporanea, ma che invece fronteggia giorno dopo giorno le avversità educando le gambe alla montagna e i polmoni all’apnea. Uno dei temi più toccanti dell’album è il rapporto tra genitori e figli, quel legame alla base del cammino evolutivo, che pone di fronte alla consapevolezza di sorreggere ma al tempo stesso essere sorretti in un incessante gioco di ruoli. Mi piace spendere in questo senso due parole sulla bellezza del videoclip del brano “Atlante” diretto dall’artista Barbara Oizmud che, girato interamente in bianco e nero, coglie perfettamente il significato e la dimensione spirituale del pezzo. Si susseguono muti quadri in movimento che richiamano forme diverse di affettività, accomunati da un senso di intimo e delicato supporto.

L’opera dimostra un’elevata profondità culturale, traendo spunti da letteratura e mitologia che vengono attualizzati nel modus vivendi del presente. Una narrativa che rievoca, per esempio, le splendide parole dell’Eneide, rivolte dall’eroe troiano Enea al padre Anchise (attaccati al mio collo, io ti reggerò sulle mie spalle…dovunque ci conduca il destino, unico e comune a entrambi sarà il pericolo, unica la salvezza) ma che ha trovato ispirazione nella poesia di William Shakespeare fino ad arrivare alla teatralità di Bertolt Brecht.

Quest’ultimo ha ispirato in particolare “Corda di parole” che riflette sull’uso della parola come un potere ammaliante secondo l’affascinante rilettura del mito da parte del drammaturgo tedesco. Nella sua opera “La menzogna di Ulisse” si descrive infatti la catarsi delle sirene, la presa di coscienza dell’inganno che toglie la volontà di elargire il proprio dono a chi sceglie volutamente di non ascoltare. In “Goliath” invece il riferimento è alla biblica vicenda di David e Golia, che diviene lo spunto di una ricerca introspettiva finalizzata all’accettazione di sé stessi. Un motivo questo dalle atmosfere iniziali quasi Floydiane con un intro di tastiere e synthunito a sognanti arpeggi di chitarra acustica, prima che la band scateni subito dopo la proverbiale potenza.

Un condensato di tematiche che si intrecciano a meraviglia con le sonorità che la band sa produrre in maniera intrigante e che ha visto grande protagonista nella stesura di composizioni e arrangiamenti il frontman David Moretti. Dieci brani impossibili da classificare in base al merito perché ciascuno ha il suo fascino e le sue peculiarità; 54 minuti di musica che si lasciano ascoltare come un vortice coinvolgente e che talvolta appaiono legati l’uno con l’altro, come se le partiture di ogni pezzo lasciassero un’eredità in quelle dei successivi.

L’incipit dello strumentale “K3” fa subito presagire il clima dell’album: suoni rarefatti, un massiccio tappeto percussivo a seguire e un clima evocativo danno subito il metro di ciò che ci aspetta. In “Neri relitti” prende vita un suono effervescente e sognante. Melodie accattivanti, riff energici ma sempre ben dosati, tastiere che colorano le evoluzioni sonore e il timbro di Moretti che sa alternare momenti più intimisti a notevoli picchi vocali. In “Corda di Parole” e “Atlante” i ritmi si fanno più preponderanti, riecheggiando forse qualche momento del passato, modernizzato però nelle sonorità. La melodia di “Abbandonati a me” si snoda tra bei dialoghi tra percussioni e chitarre sgargianti, mentre “Il Monte Analogo” mette in mostra una ritmica incessante che apre la strada ai riff del ritornello. “Luce Esatta” riporta la band su dimensioni più intime e riflessive giocate su sonorità avvolgenti, raccontando il passaggio dalla notte al giorno, una luce assimilata a una verità nascosta che sembra rivelarsi ma che non riusciamo ad afferrare nella sua meravigliosa esattezza, lasciando così nei nostri occhi una sorta di mistero.“Ophelia” dai suoni profondi e dilatati ci accompagna verso l’epilogo con una vera e propria mini-suite, la conclusiva “Eterna”, che regala undici minuti di atmosfere sontuose e diversificate, giocando sull’alternanza tra momenti delicati e ritmi trascinanti.

Il disco ci lascia consapevoli di aver ascoltato probabilmente uno dei lavori più importanti nel panorama Rock italiano. Emerge lo stato di grazia di una band che si è ritrovata compiutamente ed è ora pronta a presentare la forza della sua musica anche dal vivo. Ecco che a novembre partirà quindi il tour che aspira a proporre questo vero e proprio gioiello “K3” sul palco dei locali italiani. La data d’esordio il 10 novembre nello storico sito del “Bloom” di Mezzago in Brianza, è già tutta esaurita in prevendita, a conferma di quell’attesa febbrile menzionata in apertura; un desiderio pronto a concretizzarsi sia di fronte ai fan della prima ora, sia verso le nuove generazioni che sapranno sicuramente apprezzare l’ecletticità della loro musica. Il tour proseguirà l’11 novembre a Torino, per poi toccare il Triveneto con gli show di Pordenone il 16, Bolzano il 17 e Vicenza il 18. Altre date sono previste a Roma il 30 novembre, a Bologna il 1 dicembre, e infine a Colle Val D’Elsa il 2 dicembre.

Articolo di Carlo Giorgetti

Tracklist “K3”

  1. K3
  2. Neri Relitti
  3. Corda Di Parole
  4. Luce Esatta
  5. Abbandonati A Me
  6. Atlante
  7. Goliath (Gramigna)
  8. Il Monte Analogo
  9. Ophelia
  10. Eterna

Line up Karma: David Moretti voce, chitarra a 6 e 12 corde, tastiere, piano e programmazione / Andrea Viti basso, sintetizzatore, effetti elettronici / Diego Besozzi batteria / Alessandro “Pacho” Rossi percussioni / Andrea Bacchini chitarra ritmica, chitarra solista, chitarra acustica

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