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Kevin Morby

Kevin Morby “Sundowners”

Kevin Morby fa venire voglia di fermarsi un istante a scrutare l’orizzonte insieme a lui e meravigliarsi

Non sono passati neanche due anni dall’uscita del suo ultimo album “Oh My God”, ma Kevin Morby è già pronto a stupire con un nuovo, intenso lavoro: “Sundowners” è uscito il 16 ottobre 2020 per Dead Oceans, anticipato dal singolo “Campfire” e da una serie di live set in streaming dedicati a ognuna delle sue precedenti pubblicazioni.

Fatta eccezione per Brad Cook al basso e alle tastiere e James Krivchenia alle percussioni, il disco è stato interamente suonato dallo stesso Morby (chitarre, batteria, mellotron e organo) e registrato proprio con Cook ai Sonich Ranch Studio in Texas. Protagonista creativo della pre-produzione casalinga, un quattro piste Tascam è stato fonte di ispirazione e fedele compagno di scrittura del cantautore nel periodo di isolamento seguito al suo trasferimento dalla frenesia di Los Angeles alla più quieta Kansas City.

C’era una volta l’America e il sole del Midwest, un po’ Bob Dylan e un po’ Tom Petty, la luce dannatamente giusta e un piglio di imperfetta genialità: “Sundowners” è un abito senza fronzoli, la fotografia spiegazzata di una mente brillante capace di creare con mani ruvide, sporcandosi quanto serve. Un rituale al quale assistere con soggezione e meraviglia.

C’è anche l’amore, naturalmente. Il cantautore dipinge con discrezione la relazione con Katie Crutchfield, sottofondo costante anche quando implicito, presenza fisica durante la scrittura e nella registrazione (sua la voce femminile che sentiamo cantare mentre il fuoco di un falò scoppietta in “Campfire”, primo singolo estratto dall’album e pubblicato il 1 Settembre 2020).

La scrittura di Morby è asciutta e scarna, racconta spaccati di intimità nei quali specchiarsi, ma lo fa con una semplicità penetrante, priva di ostentato lirismo. Gli arrangiamenti sono scheletri affascinanti ridotti allo stretto necessario, decorati abilmente con una tavolozza di suoni che riesce perfettamente a descrivere gli spazi immensi di una solitudine selvaggia, silenziosa, rarefatta.

“Sundowner” è il mio tentativo di trasformare il crepuscolo americano – la sua bellezza profonda, anche se non sempre immediata – in suono. È una descrizione dell’isolamento. Del passato. Di un futuro incerto. (…) Di un hotel a tema Los Angeles nel Kansas rurale. Di falò fluttuanti, una sirena e un’autostrada rivestita di pelliccia di coniglio. È una descrizione di quella sensazione di nervosismo che accompagna la fierezza del cielo.

Forse questo è un disco soltanto per i sundowners, per quelli che vivono avvolti dalla malinconia solitaria del crepuscolo, per quelli che cominciano a correre proprio quando il cielo inizia a correre via da loro, un po’ fuggendo il tramonto, un po’ inseguendolo.

Forse invece è un disco per tutti, un disco che varrebbe la pena ascoltare, almeno una volta: Kevin Morby fa venire voglia di fermarsi un istante a scrutare l’orizzonte insieme a lui e meravigliarsi. Hey, who are you? I’m a sundowner too.

Articolo di Valentina Comelli

Tracklist ”Sundowners”

  1. Valley
  2. Brother, Sister
  3. Sundowner
  4. Campfire
  5. Wander
  6. Don’t Underestimate Midwest American Sun
  7. A Night At The Little Los Angeles
  8. Jamie
  9. Velvet Highway
  10. Provisions

Line up Kevin Morby

Kevin Morby (Voce, chitarra, batteria, mellotron, organo)

Brad Cook (Basso, tastiere)

James Krivchenia (Percussioni)

Katie Crutchfield (Background vocals)

© Riproduzione vietata

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