Nel mio percorso di ascolto, radicato nel fervore musicale degli anni ’90, mi ritrovo costantemente alla ricerca di quei suoni che, pur avendo uno sguardo sempre rivolto al nuovo, mi riportino a quell’imperscrutabile filo che lega il presente al passato, come un rifugio sicuro in mezzo al caos del panorama musicale contemporaneo. Quando ho appreso del ritorno sulle scene dei La Crus con un nuovo album di inediti, “Proteggimi da ciò che voglio”, ho provato una miscela di entusiasmo e incredulità, un’attesa anche un po’ inquieta per scoprire cosa ci avrebbero proposto. “Proteggimi da ciò che voglio”, è uscito il 22 marzo per l’etichetta Mescal; decido, però, di condividere queste riflessioni solo adesso, un mese dopo, per un motivo ben preciso: ho voluto immergermi completamente in ogni nota, lasciando che la sua potenza mi travolgesse senza lasciare spazio alla nostalgia, ma solo alla forza propulsiva che questo lavoro incarna.
“Proteggimi da ciò che voglio” si fa vivo dopo quasi due decenni dal precedente lavoro discografico dei La Crus, “Infinite possibilità”, e propone un ascolto che unisce la profondità della poetica cantautorale con la contemporaneità più scottante. Non si tratta di una critica al mondo moderno, con le sue contraddizioni e il suo ritmo frenetico, ma piuttosto di un’analisi serrata, una fotografia, delle sue anomalie, narrate con la maestria e la sensibilità che l’estetica dei La Crus sanno offrire, toccando corde emotive spesso silenti.
Partendo dal titolo suggestivo del nuovo disco dei La Crus, “Proteggimi da ciò che voglio”, ispirato all’opera omonima di Jenny Holzer, ci troviamo di fronte a un lavoro che eccede la mera esperienza uditiva per porsi come un manifesto viscerale, pronto a sbatterti in faccia una visione del mondo cruda e disarmante. Le otto tracce inedite dell’album si incastrano perfettamente, formando un insieme coeso e omogeneo che lascia poco spazio all’indifferenza. Già dall’inizio, con brani come “Mangia dormi lavora ripeti”, si avverte un’atmosfera che va al di là dell’alienazione quotidiana, ponendo all’ascoltatore una domanda diretta e tagliente: Ma tu come fai a non sprofondare?
In “Rivoluzione” emerge un’atmosfera densa di riflessioni, amplificata dalla voce di Slavoj Zizek, autorevole filosofo e politologo sloveno. Il brano ci conduce attraverso un percorso intricato di sfide politiche e sociali, mettendo in luce il legame ineludibile tra ogni forma di fascismo e il fallimento delle aspirazioni rivoluzionarie Every fascism is an index of a failed revolution. Tema di un’attualità disarmante.
Questo nuovo album dei La Crus si inserisce nell’arena musicale con una carica politica che richiama lo spirito del Punk, anche se non si può definire né propriamente Punk né strettamente politico nel senso convenzionale del termine. È importante sottolineare che non stiamo parlando dei La Crus di vent’anni fa. In quest’opera, Giovanardi, Malfatti e Cremonesi hanno riscritto le regole della musica contemporanea, abbandonando qualsiasi velleità nostalgica per abbracciare un percorso nuovo e ambizioso. “Proteggimi da ciò che voglio” si presenta come un album conciso, con soli 28 minuti di durata, arricchiti dalle reinterpretazioni di due brani storici in collaborazione con Carmen Consoli “Io confesso” e “Come ogni volta” con Colapesce & Dimartino, già pubblicati in precedenza. Tuttavia, non lasciatevi ingannare dalla sua brevità: ogni istante di questo lavoro è carico di un’intensità straordinaria.
In un contesto musicale spesso dominato da superficialità e banalità, “Proteggimi da ciò che voglio” si erge come un faro di autenticità e profondità. I La Crus hanno saputo abbandonare le retrospettive nostalgiche per abbracciare un presente carico di significato e rilevanza, plasmando un’opera che va al di là del mero intrattenimento per offrire una riflessione stimolante e necessaria. Attraverso brani che evocano un’epoca di fervente cambiamento e con la partecipazione di voci autorevoli come quella di Slavoj Zizek, il gruppo ha dato vita a un lavoro che oltrepassa i confini dell’ordinario, proponendo agli ascoltatori un’esperienza musicale e concettuale di grande impatto.
È imprescindibile che i La Crus continuino su questa traiettoria, esplorando nuovi territori e sfidando i limiti della creatività. In un’epoca in cui il mondo ha bisogno di stimoli culturali significativi e visioni alternative, il loro contributo si rivela più che mai essenziale. “Proteggimi da ciò che voglio” spero rappresenti solo l’inizio di un nuovo viaggio che promette di essere tanto appassionante quanto indispensabile.
Articolo di Silvia Ravenda
Tracklist “Proteggimi da ciò che voglio”
- La Pioggia
- Proteggimi da ciò che voglio
- Mangia dormi lavora ripeti
- Shitstorm
- Io non ho inventato la felicità
- La rivoluzione (Featuring Slavoj Žižek, Vasco Brondi)
- Discronia
- Sono Stato anch’io una stella
- Io confesso (Featuring Carmen Consoli)
- Come ogni volta (Featuring Colapesce, Dimartino)
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