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Low “Hey What”

Progetto ricco di suggestioni che non rinuncia all’asprezza della distorsione e del rumore, anche se permeati di una parte melodica accattivante

Non è sempre facile sentirsi travolgere dal flusso sonoro, eppure i Low ci sono riusciti con “Hey What”, album pubblicato il 10 settembre 2021 per la Sub Pop Records, dove la formazione, che vede attivi ora solo i coniugi Alan Sparhawk e Mimi Parker, ha dato spazio a un progetto ampio e ricco di suggestioni che non rinuncia all’asprezza della distorsione e del rumore, anche se permeati di una parte melodica estremamente accattivante.

Le dieci tracce hanno caratterizzazione fortemente strumentale, le arie rarefatte e depresse con l’aggiunta dei ritmi rallentati confermano la propensione del duo per lo slowcore, ma è il gioco di voci di Sparhawk e Parker, che sembrano guardarsi costantemente allo specchio, a dare quella nota quasi religiosa alle canzoni, soprattutto in “Days Like These”, dove la collocazione fisica naturale sfuma per diventare eterea ed elettronica, infrangendo l’apparente calma invocata dal canto e distorta dai suoni.

“Hey What” è un progetto lirico che si fonde con una realtà spietata in cui l’umanità cerca di trovare crepe attraverso cui rinascere e sopravvivere, come in “White Horses” dove esplodono effetti disturbanti e manipolazioni elettroniche per una resa robotica del suono: il beat elettronico non è solo rumore, si trasforma in un lamento pulsante che ritroviamo poi nell’angoscia del brano successivo “I Can Wait”. Grazie all’approccio vocale del duo e alle atmosfere sonore industriali, i pezzi sembrano susseguirsi l’uno con l’altro in una soluzione di ammaliante continuità sonora, eppure riescono a mantenere ognuno la propria autonomia e personalità musicale.

“All Night” e “Disappearing” sono più distese, ma se il mantra psichedelico del terzo brano ci fa indugiare in uno stato quasi letargico, l’apice viene raggiunto con il quarto, dove troviamo un loop in progressione di una macchina in movimento lento e le voci che avvolgono l’ascoltatore in uno spiritual catturato dal forte uso di un synth controllato. “Hey”, invece, ci regala quasi otto minuti di mutazioni psichedeliche ed elettroniche che circondano vocalizzi allucinanti creando un’atmosfera musicale dove il ricordo non nasce più dell’emozione, bensì da un suono ultraterreno.

I Low toccano e mettono a confronto eufonie e cacofonie per un’intensità costante che troviamo nelle tracce più lunghe come in quelle apparentemente più brevi, ma infuocate e con derive rock come “More” o la più ipnotica e incalzante “There’s A Comma After Still”. Il progetto si chiude con “The Price You Pay (It Must Be Wearing Off)”, forte e possente, con un alto livello di energia grazie alle chitarre distorte e alla parte elettronica al limite della disarmonia. Le voci rivelano zone oscure di lotta all’ineluttabilità del destino che la musica stessa cerca di esorcizzare e illuminare nella sua dissonanza.

L’album dei Low è un viaggio nel cosmo del suono tra armonie e contrasti dove i testi si compenetrano con la musica nella ricerca ansiosa di una pace irraggiungibile; le distorsioni si confrontano con le voci per trasmetterci l’emozione angosciante di chi vive il tormento di pochi istanti di conforto e l’impulso irrefrenabile che spinge verso un desiderio ingannevole. Questo paesaggio, fatto di ferite antiche e moderne, a tratti rabbioso, riesce a trasformarsi in un’esecuzione fluida e continua tanto da diventare un lungo momento di grazia, dove all’anima non è concessa pausa, né ristoro, ma solo la possibilità di esorcizzare il suo malessere attraverso il suono.  

Articolo di Alma Marlia

Track list “Hey What”

  1. White Horses
  2. I Can Wait
  3. All Night
  4. Disappearing
  5. Hey
  6. Days Like This
  7. There’s a Comma After Still
  8. Don’t Walk Away
  9. More
  10. The Price You Pay (It Must Be Wearing Off)

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