“Lipo” di Lunar Dump, incredibile progetto psichedelico/elettronico minimalista con degli accenni volutamente o forse fortuitamente indie, esce il 22 ottobre 2021 su XO La Factory/Dischi Soviet Studio, distribuito sulle piattaforme digitali.
Il duo veronese composto dai fratelli Paolo e Zeno Camponogara sono la mente, le dita, l’anima dietro Lunar Dump che si potrebbe meglio descrivere come una continua ellisse sperimentale dove I due si conoscono benissimo e si adagiano comodi su materassi d’aria imbottiti di atmosfere dreamy/shoegazey ma non per questo scontate, noiose o down tempo. Anzi a dire il vero il progetto è estremamente Up Beat, allegro per certi versi, ideale di sicuro per viaggiare, una meta non proprio ben definite con il gusto dell’avventura sulle spalle e quella birra presa alle sei del mattino all’aeroporto fra le facce schifate e quelle accondiscendenti.
“Lipo” è il terzo lavoro dei Lunar Dump, una dimostrazione di successo e un’affermazione di predominio dei synth e delle chitarre, con una struttura musicale estremamente concisa, il nome stesso dell’EP – acronimo dei generi musicali dei quattro brani contenuti – a far da mappa: “L” come linear wave, “i” come indie groove, “p” come psychedelic pop, “o” come oniric trip. Le coordinate di riferimento sono: Air, Diiv, Die Verboten, Can, Froth, Laurie Spiegel anche se io ci trovo tantissimo U.N.K.L.E. e Tycho.
“Lipo” è stato anticipato dal singolo “Waterfall”,uscito lo scorso 28 maggio e presentato con queste le parole della band: Un viaggio onirico e una cascata vertiginosa di pensieri che affollano la mente. È sera e dalla metro sopraelevata di NYC guardo dal finestrino: paesaggi colorati, deserti, foreste, città, lo spazio. Vedo fuori e vedo me, luci spente, luci accese. Ciò che è fuori è riflesso in me. È ora di scendere, i pensieri se ne vanno… passo dopo passo, goccia dopo goccia. Che poi aggiungere su “Waterfall”? È la traccia più bella del disco, è catchy, è cantata, è più lenta rispetto alle altre e ha una dimensione drum-beat cadenzato in quattro quarti quindi ti deve piacere per forza.
Invece andatevi a sentire bene “Rythmic Tape”, che pare che si porti dietro un po’ di Cure e una spruzzata di Mogwai ultima maniera; ha una finezza stilistica che va al di sopra di ogni produzione italiana negli ultimi cinque anni. Anche la scelta dei Delay sembra un sottile e organizzatissimo esercizio di stile che serve a legare la struttura canzone in modo da non riuscire a capire da che parte guardare e o concentrarsi, ma godersi semplicemente il viaggio o l’attesa della partenza comodamente stravaccati su un sedile di plastica dura con l’ennesimo bicchiere di birra.
Articolo di Alessandro Marano
Tracklist “Lipo”
- Psycositar (Flow)
- Rhythmic Tape
- Smoker’s Bridge
- Waterfall