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Maraton

Maraton “Unseen Color”

Un affascinante viaggio attraverso policrome impressioni sensoriali

Esce su Indie Recordings il 7 ottobre 2022 “Unseen Color”, interessante, eterogeneo e creativo lavoro dei Maraton. La band scandinava, originaria di Oslo, è al suo secondo full lenght, dopo “Meta”, rilasciato del 2019, opera che ha ricevuto un buon consenso da pubblico e critica. La line-up è composta da un ensemble di cinque elementi che rimanda alle migliori tradizioni del Prog di lontana memoria. “Unseen Color” è il compimento del percorso iniziato con la pubblicazione dell’ep “Boltzmann Brain” avvenuta il 25 agosto 2022 e comprendente quattro brani.

La bella fusione strumentale che si percepisce ascoltando questo disco fa propendere per un Prog raffinato con qualche reminiscenza degli statunitensi Mars Volta e in piccola parte anche dei Muse, una musicalità molto elettrica mossa da giochi di tastiere e sintetizzatori e una chitarra dai ritmi massicci. Si respira un’atmosfera particolare che conferisce una vena neo-romantica alle composizioni.

Sicuramente un suono accattivante e molto versatile con qualche lieve concessione al Pop più sofisticato degli anni ‘80/’90, benché rivisitato in una musicalità più attuale. Una miscellanea dunque di Alternative, Prog ed appunto Synth/Pop, corroborata dal bel canto del vocalist Fredrik Bergensen Klemp, dotato di un falsetto che trovo veramente particolare e incisivo, una voce varia e flessibile ricca di sfumature molto ben inserite nel contesto musicale. Il gruppo riesce a esprimere grande energia senza tuttavia disdegnare momenti dal sapore melodico e romantico con venature perfino psichedeliche. Tutte queste peculiarità e la duttilità dei suoni fanno sì che la band non trovi una facile collocazione in un genere preciso. Giocando con il titolo del loro album, si può asserire di trovarsi di fronte ad un’opera dai colori così variopinti da non poter essere catalogata, proprio per la ventata di fresca genuinità compositiva.

I colori invisibili di cui racconta il gruppo nel titolo sono quelli che fanno parte della nostra vita, che non avvertiamo nell’immediato, di cui i sensi non prendono subito coscienza. Attimi che talora sfuggono al nostro controllo ed istinto, momenti in cui la comunicazione non può essere capita né tantomeno ignorata, un crogiolo di sensazioni diversificate. La band intraprende così un affascinante viaggio attraverso policrome impressioni sensoriali ora ruvide ed intense, a tratti più tenui e sfumate.

Presentando il progetto embrionale “Boltzmann Brain” il vocalist ha affermato di aver percepito ad un certo momento della sua vita una sensazione di vuoto mai provata prima, tale da farlo dubitare sull’importanza della sua coscienza interiore e da spingerlo a raccontare le inquietudini dell’umanità attraverso la musica.

“Boltzmann Brain” da brano guida dell’EP è divenuto non a caso il fulcro trascinante del nuovo album. Un pezzo musicalmente eclettico, aperto da una ritmica incalzante, elettrica e sincopata, dove si inseriscono suoni sintetici che avvolgono il sottile nichilismo aleggiante in un testo surreale. La lirica del brano, sorretta dal pathos del cantante, ribadisce l’ansia di scomparire nelle parole chi riempirà il vuoto quando non ci saremo più? È la visione, forse il sogno, di un universo pronto a dissolversi, per lasciare il posto a un nulla che forse è anche più reale di ciò che stiamo vivendo: Questo gioco non fa per noi, presto non esisteremo e scommetto che nemmeno lo ricorderai, proseguono i versi della canzone.

Resta incollato alle orecchie anche “Perdurant Lives”, con un intro dal sapore cibernetico che anticipa la bella linea sonora di un basso ruggente, e un ritornello accattivante esaltato dai bei vocalizzi di Klemp, con il synth roboante a chiudere la traccia con vigore. Questo brano possiede le credenziali necessarie per divenire un potenziale hit. Il suo testo parla ancora di un senso di mancanza, dello smanioso bisogno di completarsi di fronte alla sconcertante prospettiva di una vita vissuta a metà.

“Unseen Color” è composto da dieci tracce, 45 minuti di intense emozioni, e anche se non sembra ricalcare l’idea di un album concept, lascia comunque la sensazione che i pezzi che lo compongono siano accumunati da un’unica trama sonora, legata soprattutto ai testi sopra menzionati. Scorrono brani veramente belli come l’effervescente “Non – Euclidean Heart”, letteralmente un cuore pulsante e appassionato alla ricerca di nuove energie, e la dinamica “Contranym”, dalle liriche dedicate ai rapporti sui social media, ancora giocata su un affascinante ritornello e un finale nel quale chitarra e tastiere si rincorrono in una girandola sonora.

“In Syzygy”, il pezzo d’apertura, ha un inizio che riporta alla mente atmosfere sognanti e psichedeliche, mentre “Blind Sight” rappresenta al meglio espressioni di un pop sintetico di alto livello, peraltro arricchita da cori molto belli.

I brani contraddistinti dal “colore” più progressivo dell’intero lavoro sono “Imitation Flesh” dal sapore onirico e accattivante, ma soprattutto “A Body Of Your Own”, quasi una ballata, di gran fascino con la sua vena intimista e pervasa da tinte malinconiche, che lascia il segno per la delicatezza nell’interpretazione struggente di Klemp. Nella parte centrale del pezzo, piano e tastiere disegnano un’atmosfera suadente, un clima da colonna sonora; bellissimo il finale dove anche la chitarra elettrica contribuisce alla creazione di questa magica atmosfera. Si tratta della traccia più lunga dell’opera con i suoi 7’10’’. L’album termina con il brano eponimo “Unseen Color”, che dopo un inizio più soft lascia spazio a riff incisivi di chitarra, suggellando la degna conclusione di un lavoro davvero interessante e coinvolgente.

Articolo di Carlo Giorgetti

Tracklist “Unseen Color”

  1. In Syzygy
  2. Contranym
  3. Non – Euclidean Heart
  4. Blind Sight
  5. Perdurant Lives
  6. Boltzmann Brain
  7. Odradek
  8. Imitation Flesh
  9. A Body Of Your Own
  10. Unseen Color

Line up Maraton: Fredrik Bergensen Klemp Voce / Simen Hundere Ruud Chitarra / Magnus Johansen Tastiere Sintetizzatori / Ruben Aksnes Basso / Frank Nordeng Røe Batteria Percussioni

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