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Michael Hurley

Michael Hurley “The Time Of The Foxgloves”

Leggendario cantante e musicista americano che ha segnato la scena musicale folk del Greenwich Village

Fuori il 10 dicembre 2021 per No Quarter Records, “The Time Of Floxgloves” è il nuovo album di Michael Hurley, leggendario cantante e musicista americano – oltre che vignettista e pittore – che negli anni ’60 e ’70 ha segnato la scena musicale folk del Greenwich Village. Il disco si apre con “Are You Here For the Festival” e improvvisamente ci troviamo catapultati fuori dal tempo dalla voce profonda, strascicata, sincera di Hurley, che sembra uno che di raccontarsi non ha alcuna paura, che tira fuori le parole senza troppo pudore e senza preoccupazioni, cantando con gli archi che gli danzano attorno. 

“Alabama” è un brano dei The Louvin Brothers, che Hurley ricanta affiancato da una voce femminile: Alabama, your beautiful highways carved through the mountains where loved ones do wait \ Alabama, your golden rock flowers and the welcome home sign hanging over your gate \ You hold all I long for, you hold what I love so I’m coming today (Alabama, le tue belle autostrade scavate tra le montagne dove i tuoi cari aspettano. \ Alabama, i tuoi fiori di roccia dorati e il cartello di benvenuto appeso sopra il tuo cancello \ Hai tutto ciò che desidero, hai ciò che amo, quindi oggi io vengo da te).

Affascinante il tono cupo e quasi minaccioso di “Se Fue En La Noche”, con le voci che si fanno strumenti e sembrano fare da sottofondo a un qualche misterioso rito di iniziazione, più ancora che alle parole di un cantastorie. Alcuni brani strizzano l’occhio alla tradizione folk\country\bluegrass, senza sforzarsi di nasconderlo, a cominciare da “Blondes And Redheads”o “Boulevard”, cover dei Welfareliners, o ancora la malinconica “Little Blue River”.

“Love Is The closest Thing” si pare con un solo di chitarra, per poi andare ad atterrare in terre di carezze ruvide e disperate, con quel vago senso di perdizione che ti ruba il cuore al primo ascolto, un po’ alla Tom Waits. “Knocko The Monk” è uno dei brani più interessanti dell’intero disco, probabilmente un omaggio all’omonimo fumetto ideato nel 1904 da Charles Augustus “Gus” Mager: uno strumentale pieno di contrasti, che a tratti pare accompagnare il sorgere del sole, a tratti è un attimo di crisi che stride inatteso, in mezzo alla quiete.

C’è anche la bellezza angosciante dello spiritual“Jacob’s Ladder”, celebre canto degli schiavi afroamericani, originariamente un classico call-and-response, che qui parte a due voci per poi diventare un dialogo tra voce maschile e voce femminile. “Beer, Ale And Wine”, con un imprevedibile sax a squarciare il buio, colora di jazz una bella ballata che precede “Lush Green Trees”, l’ultimo brano della tracklist, già inciso per l’album “Watertower” del 1988 e per “Wolfways” del 1994. Quello che Michel Hurley riesce a dipingere con semplicità, è uno scorcio di innocenza perduta e disincanto e insieme di sognante e visionaria leggerezza: essere capace di tanto a 80 anni, dopotutto, si può considerare un successo con la S maiuscola.

Articolo di Valentina Comelli

Track List “The Time Of The Foxgloves”

1. Are You Here For The Festival
2. Alabama
3. Se Fue En La Noche
4. Blondes And Redheads
5. Love Is The Closest Thing
6. Boulevard
7. Knocko The Monk
8. Jacob’s Ladder
9. Little Blue River
10. Beer, Ale And Wine
11. Lush Green Trees

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