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Neventies “Neventies”

Scrittura e produzione sono ineccepibili nella loro spontanea primitività, e l’album dà la giusta emozione e carica che un album Rock and Roll deve dare

I Neventies con l’omonimo album di esordio autoprodotto tentano dalla sala di incisione dei Chameleon Studios di Amburgo, i cui vecchi tappeti odorano di grandi band anni ‘70 per cui Eike Freese, produttore residente, ha lavorato, un esperimento scientifico che però non riesce completamente: il trasporto del tempo.

Sì, perché per essere coinvolti in questo energetico e volutamente grezzo album bisogna che gli anni Settanta tornino, con i pantaloni a zampa e le basette, e magari ci chiederemmo da dove arrivano quegli spunti compositivi e quei riferimenti canori che risentono dell’Indie di fine anni Novanta che non esisterebbero se non ci fosse stato in mezzo il Punk, ma ci accontenteremmo degli assoli “sulla pentatonica blues” filologici ma non defibrillanti (per i non-musicisti-nerd, si tratta dell’assolo sulle classiche note “ti…-ti-ta-tu-ti-tooo…” che sentite in tutti i brani Rock pre-vanhaleniani) e delle tematiche ricorrenti che non sarebbero ancora stereotipate se ci trovassimo appunto agli esordi di questo genere. Il passato però non torna da noi, e quindi per evitare il rischio di tirare dentro solo nostalgici, i Neventies si dovrebbero buttare di più nell’inaspettato per quanto riguarda assoli e testi.

Dopo questa imperdonabile critica alla quale il mio purismo Rock grida vendetta per aver messo in discussione uno degli album più ascoltabili e coerenti che abbia sentito di recente, vi racconto come con una formazione classica chitarre-basso-batteria e una voce davvero credibile nella sua laida e rauca vibrazione Rock i Neventies ci trasportano, con tutte le armi dell’arsenale di genere, attraverso un colorato viaggio on the road che intrattiene davvero.

Riff trascinanti, stop, chitarre acustiche, voci filtrate, rimasugli di rumori di fondo da studio, sincopi e ritornelli da far cantare al pubblico non mancano nei brani più veloci, come “Fuck Off”, “Go To L.A”, “Eating Pills” e “Out Of Control”, o nei più ipnotici e minacciosi “Come On Down”, “I’m Not The One”, o da saloon western come “Mr. Have You Seen You Miss”. Gli altri episodi sono due ballate, entrambe suggestive, “Love To Me” e “You Might Say,” e il brano jolly è il quasi eponimo “Rock’n’rolla” che parte su suoni acustici da Country Blues e si risolve in un Rock and Roll sudista dal medio tempo, assoli a due chitarre e finale Blues.

La scrittura e la produzione di questo album sono ineccepibili nella loro spontanea primitività, e l’album si fa ascoltare più volte dando la giusta emozione e carica che un album Rock and Roll deve dare. Avremmo solo voluto che i Neventies proiettassero un po’ più nel futuro il loro recupero del passato.

Articolo di Nicola Rovetta

Tracklist “Neventies”

  1. Come On Down
  2. Fuck Off
  3. I’m Not The One
  4. Go To LA
  5. Mr. Have You Seen Your Miss
  6. Eating Pills
  7. Love To Me
  8. Rock N Rolla
  9. You Might Say
  10. Out Of Control


Lineup “Neventies”: Lars Cullin voce, chitarra / Michelangelo Zampolli  voce, chitarra / Luigi Castrovilli  basso / Marco Ronconi batteria

Neventies online:
Website: https://www.theneventies.com/
Facebook: https://www.facebook.com/neventies
Instagram: https://www.instagram.com/neventies/

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