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Roger Waters “The Dark Side Of The Moon Redux”

Reinvenzione di quello che per molti è uno dei dischi più importanti del ventesimo secolo

A 50 anni dalla sua uscita – il 1 marzo 1973 – Roger Waters torna a reinventare quello che per molti è uno dei dischi più importanti del ventesimo secolo. Roger non aveva ancora compiuto 30 anni quando il disco uscì per la prima volta, e oggi ne ha 80, festeggiati il 6 settembre. La sua visione della vita, il suo sguardo sul mondo è cambiato. “Dark Side Of The Moon” era come un lamento di un vecchio sulla condizione umana scritto da 4 musicisti che vecchi non erano, così scrive Roger nella presentazione del disco. È stata questa la scintilla che ha suggerito la folle idea di reinterpretare l’intero disco in uscita il 6 ottobre per Cooking Vinyl.

Qualcuno, anzi molti, hanno subito pensato a un ennesimo sgarro al “nemico” Gilmour, ma, al netto dei gusti, è la musica che guida le scelte di colui che ha scritto buona parte di quelle canzoni che oggi ha deciso di reinterpretare, cercando di andare all’essenza, al significato profondo che, sempre secondo lui, non era stato del tutto colto nelle versioni originali. Come è successo per il suo album di inediti “Is This The Life We Really Want?”, le parole hanno preso il sopravvento sulla musica: nuovi testi affollano quelli che un tempo erano passaggi strumentali, mentre i vecchi appaiono ancor più pregnanti e pesanti, Se nel 1973 sembravano visioni, le canzoni oggi nel 2023, diventano parte di una realtà nella quale la morte regna suprema insieme al senso di fugacità che accompagna ogni nostra azione e ricordo.

È come leggere un diario segreto su cui l’autore ha negli anni aggiunto note, pensieri, considerazioni che ora confermano ora rinnegano quanto scritto ai tempi. La calligrafia è però la stessa, non siamo di fronte a un remake di un film a opera di un altro regista. La sensibilità che permea ogni singola nota è la medesima, filtrata da 50 anni di vita vissuta e che in questa versione viene raccontata in prima persona – in “Great Gig In The Sky” per esempio – con una voce che sembra quella profonda di Johnny Cash negli “American Recordings”. Possiamo non essere d’accordo, possiamo addirittura arrabbiarci perché con questo disco Roger Waters si riappropria di qualcosa che è sempre stato suo – o quanto meno che ha contribuito a creare – ma che, una volta pubblicato, è diventato anche di ciascuno di noi, diventando colonna sonora di momenti della nostra vita. È forse questo aspetto che, sotto sotto, ci ferisce e ci fa essere poco inclini ad accettare questa nuova versione: ci sentiamo derubati.

Roger per contro si è riappropriato di qualcosa che sentiva non più sua, ma che ha fatto parte della sua vita proprio come della nostra e l’ha voluta condividere di nuovo con tutti noi. Ha rischiato, dopo anni, decenni, di riproposizione di opere così come erano state registrate, ha voluto rompere un cliché e ci chiede di ascoltare con mente aperta senza farvi cullare dai ricordi.
A voi accettare la sfida.

Articolo di Iacopo Meille

Track list “The Dark Side Of The Moon Redux”

  1. Speak To Me
  2. Breathe
  3. On The Run
  4. Time
  5. Great Gig In The Sky
  6. Moneu
  7. Us And Them
  8. Any Color You Like
  9. Brain Damage
  10. Eclipse

Line up: Roger Waters Voce, Basso su “Any Colour You Like”, VSC3 / Gus Seyffert Basso, Chitarre, Percussioni, Tastiere, Synth, Cori / Joey Waronker Batteria, Percussioni / Jonathan Wilson Chitarre, Synth, Organo / Johnny Shepherd Organo, Piano / Via Mardot Theremin / Azniv Korkejian Cori / Gabe Noel Arrangiamento Archi, Sarangi / Jon Carin Tastiere, Lap Steel, Synth, Organo / Robert Walter Piano su “Great Gig In The Sky”

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