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Sam Burton “Dear Departed”

I testi del cantautore americano sono fuori dal comune, di una sensibilità rara

Melanconia, immagini sbiadite e ricordi lontani. Il secondo album del cantautore americano, pubblicato via Partisan Records il 14 Luglio, riprende a pieno lo stile del cantautorato anni Sessanta e Settanta. “Dear Departed” nasce da un momento di rinascita, quando Sam Burton aveva deciso di ricominciare tutto da capo. Trasferitosi a Los Angeles per frequentare lo stimolante ambiente musicale della città, nel 2020 torna nello Utah, sua terra natale, per aiutare un amico a ristrutturare casa. Per il cantautore questo momento della sua vita è fondamentale, il progetto di costruzione rispecchia a pieno il momento di crescita personale che stava attraversando. Continua a errare per cercare sé stesso, viene ospitato per un periodo da amici nel North Carolina e dopo un momento trascorso nella fattoria della nonna torna a Los Angeles per ricominciare a frequentare la scena musicale. Il cantautore ha girovagato a lungo ma non ha mai smesso di scrivere. Dopo il suo debutto nel 2020, “I Can Go With You”, “Dear Departed” è una sorta di reintroduzione dopo un periodo di transizione e trasformazione.

Dalla prima canzone “Pale Blue Night” è già chiaro quale sarà lo stile che farà da filo conduttore per tutto l’album. È impossibile non sentire l’influenza di Velvet Underground, Leonard Cohen, Harry Nilsson e Jackson Browne. “I Don’t Blame You”, una delle canzoni più melanconiche e sognanti dell’album, parla della perdita dell’amata oltre a trattare del ritrovamento sé stessi. “Dear Departed” è un album devastato dal dolore e dalla perdita ma anche dal ritrovamento di una nuova versione di sé stessi. In “Looking Back Again”, ammette di non aver nessun interesse nel guardarsi indietro per tornare indietro per trovarla perché la vita sta diventando sempre più gentile e tornare indietro vorrebbe dire sprecare il suo cammino. Il cantante sta dicendo addio a una parte di sé, un passaggio alla giovane età adulta dagli ultimi ceppi di innocenza.

“Dear Departed” è sicuramente un ottimo album e un piacevole ascolto se amanti del Folk. Purtroppo Sam Burton, inspirandosi fortemente al cantautorato anni Settanta, sembra che non riesca a portare niente di nuovo sulla scena. Volendo trovare un paragone con un artista più vicino a noi, lo stesso Lucio Corsi è un cantautore che guarda agli anni Settanta con immensa ammirazione. Nonostante l’influenza di quel decennio sia evidente, il cantautore maremmano riesce a variare tra vari generi e creare il suo. Sam Burton ha indubbiamente avuto un’immensa crescita con il suo secondo album ma siamo ancora lontani da vedere un genere che lo caratterizzi a pieno e che lo renda unico. Bisogna però riconoscere che i testi del cantautore americano sono fuori dal comune, di una sensibilità rara, che riescono a scavare e a cantare dei sentimenti umani universali.

Il compositore statunitense ha in sé un gran potenziale, un’emotività acuta e un talento musicale quasi unico. Stiamo assistendo alla crescita di un artista con una lunga strada davanti a sé, ancora alla ricerca del suo suono. Sam Burton è da tenere attentamente d’occhio perché anche se è all’inizio della sua carriera il suo futuro già si presume brillante.

Articolo di Ambra Nardi

Track list “Dear Departed”

  1. Pale Blue Night
  2. I Don’t Blame You
  3. Long Way Around
  4. Coming Down On Me
  5. Empty Handed
  6. Maria
  7. I Go To Sleep
  8. Looking Back Again
  9. My Love
  10. A Place To Stay

Sam Burton online:
Facebook https://www.facebook.com/samburtonnnn
Instagram  https://www.instagram.com/samburtonnn/
Website https://samburtonmusic.com/

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